LO
SPIRITO ECUMENICO
E LA CONSEGNA DELLE RELIQUIE
«Èveramente un
avvenimento storico dovuto alla buona volontà di Sua Santità,
il Papa»:
questo è stato il commento
del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, al termine
della solenne cerimonia svoltasi nella mattinata del 27 novembre
2004 in San Pietro. In tale occasione Giovanni Paolo II aveva
consegnato le reliquie di due grandi Santi della Chiesa antica,
allora indivisa.
Si tratta di San Gregorio di
Nazianzo (330-390) e di San Giovanni Crisostomo (344-407). Furono
entrambi Patriarchi di Costantinopoli (IV-V secolo), e sono a
tuttoggi molto venerati dai cattolici e dagli ortodossi.
Una cospicua parte delle loro reliquie è stata
così donata al loro successore, dentro urne di alabastro.
Nella sua lettera, il Papa
scrive a Bartolomeo I:
Non mi
stancherò mai di cercare fermamente e risolutamente lunione
tra i discepoli di Cristo.
Con la sottolineatura che in
questa traslazione di così sante reliquie noi vediamo
unoccasione benedetta per purificare le nostre memorie ferite.
Bartolomeo I ha sottolineato che il gesto del Papa ripara
unanomalia e ingiustizia ecclesiastica, e si è
augurato che il luminoso esempio di Giovanni Paolo
II sia un monito a tutti coloro che arbitrariamente possiedono
e trattengono tesori della fede, della pietà e della civiltà
di altri, affinché siano resi a coloro che giustamente
li cercano e li richiedono.
Sulla scia
di altre consegne di reliquie
Levento del novembre
2004 segue a poca distanza la consegna di una preziosa copia
dellicona della Madonna di Kazan (città
capoluogo della Repubblica autonoma dei Tatari) al Patriarca
Ecumenico di Mosca Alessio II.
Questa immagine ha subìto nel tempo diverse vicissitudini
(trafugamenti e vendite) fino a quando un movimento cattolico
mariano riesce ad acquistarla. La dona poi a Giovanni Paolo II.
Questi la conserva nella sua cappella privata fino al maggio
del 2004. Successivamente il Pontefice nomina una delegazione
con lincarico di consegnarla al Patriarca ortodosso di
Mosca Alessio II. Ciò avviene il 28 agosto del 2004 durante
una cerimonia religiosa nella cattedrale moscovita ortodossa.
Tra i presenti cè anche Vladimir Putin, Presidente
della Federazione Russa.
Allorigine del disegno
ecumenico cera lacceso desiderio del Papa di offrire
personalmente la venerata icona al Patriarca di tutte le Russie.
Lintento non riesce. Per le condizioni di salute di Giovanni
Paolo II. E per oggettivi ostacoli legati allattuale posizione
di Alessio II.
Questo spirito ecumenico iniziò nel 1964, quando Paolo
VI volle restituire alla Chiesa di Costantinopoli la reliquia
del Capo dellApostolo Andrea.
Ma come erano finiti proprio a Roma questi preziosi resti?
Il corpo
di SantAndrea
Risponde a questa domanda,
Arianna Antoniutti, storica darte, con il suo studio Pio
II e SantAndrea Apostolo. Le ragioni della devozione.
Figlio
di Giona e fratello di Simone (chiamato poi Pietro), Andrea nasce
a Bethsaida di Galilea, in Palestina. Con i suoi è pescatore
presso il lago di Tiberiade. Conosce Giovanni il Battista. Ne
segue la predicazione. Incontra poi Gesù. Pochi ma significativi
sono i passi evangelici che lo riguardano. Secondo quanto ci
tramanda lo scrittore greco cristiano Origene (185-254), Andrea
svolse il suo apostolato nella Scizia, e forse nel Ponto Eusino,
in Cappadocia, nella Galizia e in Bitinia.
Ma è in Acaia che predica più a lungo. Presso il
porto commerciale di Patrasso, secondo la tradizione, subirà
il martirio inchiodato a una croce a forma di X (decussata),
intorno al 60 d.C., mentre è proconsole Egeo e a Roma
è imperatore Nerone.
Le fonti successive sono carenti.
Sappiamo però che nel 356 limperatore Costanzo II
(figlio di Costantino I) fa portare il corpo del Santo a Costantinopoli.
Nel 1206, durante loccupazione di questa capitale (quarta
crociata), il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi,
si adopera per il trasferimento di tali reliquie in Italia. E
nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta
del loro duomo.
Il culto di SantAndrea e la sua iconografia hanno nella
tradizione bizantina una fonte significativa. Nei codici greci
rivestono interesse diversi dati che si riscontrano intorno al
IX secolo.
Gli avvenimenti
del 1460
Nel 1460 anche il Capo dellApostolo,
da sempre custodito a Patrasso, sta per cadere in mano dellesercito
turco che ha nuovamente invaso lAcaia. Tommaso Paleologo,
sovrano di questarea sotto controllo bizantino, pressato
dallesercito di Maometto II, si vede costretto a trovare
un rifugio. Così fugge prima a Corfù. Poi raggiunge
Roma. Con sé ha la reliquia della Testa di SantAndrea.
Nella città gli è stata garantita protezione dal
Papa. Sa inoltre che il Pontefice attende con trepidazione la
reliquia dellApostolo.
Mentre avvengono questi fatti, nellestate del 1460 lintero
Peloponneso (eccettuate le colonie veneziane) cade rovinosamente
in mano allimpero ottomano.
La reliquia
di SantAndrea a Roma
SantAndrea, onorato dalla
liturgia bizantina come il primo chiamato dal Signore, è
il Santo al quale Pio II Piccolomini ha voluto unire la memoria
del proprio pontificato. Alla traslazione della reliquia del
Capo dellApostolo fratello di Pietro sono infatti legate
delle realizzazioni artistiche tra le più significative
del suo pontificato (1458-1464).
L11 aprile del 1462 i preziosi resti sono condotti in solenne
processione da ponte Milvio fino alla Basilica vaticana. Per
lasciare memoria del primo passaggio di questo tesoro
nellUrbe, Pio II farà realizzare presso il suddetto
ponte un tempietto. Nella struttura, attribuibile a Francesco
del Borgo, trova collocazione anche una statua dellApostolo,
opera di Paolo Romano.
A San Pietro la reliquia sarà tolta dalloriginario
reliquiario e posta dentro uno nuovo, realizzato dallorafo
Simone di Giovanni Ghini.
Nella Basilica
di San Pietro
In quel tempo, la navata allestrema
sinistra della Basilica ospitava un alto recinto marmoreo, allinterno
del quale era conservato laltare con le spoglie del Papa
San Gregorio Magno, qui collocate da Gregorio IV.
Pio II decide di mantenere il recinto marmoreo, e di creare al
suo interno un tempietto in forma di ciborio ove riporre il reliquiario
con il suo prezioso contenuto.
La cappella di SantAndrea, per precisa volontà di
Pio II, conserverà le spoglie di San Gregorio I Magno
il quale fu un sincero devoto al culto di questo Apostolo.
Dopo Pio
II
Pio II muore ad Ancona il 15
agosto del 1464. E con lui ha fine il tentativo di organizzare
una crociata per fermare lavanzata turca. Nel frattempo
il nipote, cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, si attiva
per far erigere la tomba del defunto Pontefice proprio nella
navata di SantAndrea in Vaticano. Questa si configurerà,
accresciuta nei decenni successivi, di ulteriori memorie della
Famiglia.
Fra il 1465 e il 1470, Paolo Romano e un altro artista non identificato,
portano a compimento il monumento funebre, nel cui
secondo registro dal basso è la Consegna del Capo di SantAndrea
a Pio II, riprodotto dal Grimaldi in un disegno della sua opera:
Descrizione della Basilica Antica di San Pietro in Vaticano.
Per Francesco Todeschini Piccolomini,
eletto Papa nel 1503 con il nome di Pio III, sarà a sua
volta eretto un monumento funebre, sempre nella medesima navata
vaticana, accanto al sepolcro di Pio II. E proprio a causa dellaccresciuta
funzione della cappella quale sacello della Famiglia Piccolomini,
lassetto del ciborio di SantAndrea verrà radicalmente
mutato dallintervento di Monsignor Francesco Bandini Piccolomini,
arcivescovo di Siena e pronipote di Pio II.
La cappella di SantAndrea
resterà ancora per lungo periodo un luogo significativo.
In ogni incoronazione pontificia il nuovo Papa era accompagnato
in questo luogo. E qui, seduto sul trono, riceveva lobbedienza
dei cardinali.
Nel 1605, con Paolo V Borghese, la Basilica Vaticana sarà
nuovamente oggetto di trasformazioni. Nel 1608 le tombe di Pio
II e di Pio III furono aperte, e i corpi vennero deposti in sarcofagi
nelle Grotte Vaticane.
Nel 1614 i loro monumenti funebri saranno poi trasferiti nella
Basilica di SantAndrea della Valle. Qui, nel 1623, furono
portate anche le spoglie dei due Papi.
Nel 1848 viene trafugata da
San Pietro la reliquia della Testa di SantAndrea. Sarà
ritrovata il 1° aprile dello stesso anno presso le Mura Gianicolensi.
In ricordo di tale episodio, il beato Pio IX (1846-1878) volle
che un tempietto, del tutto simile a quello di Ponte Milvio,
venisse qui edificato.
La reliquia della Testa di SantAndrea, come confermatomi
anche da S.E. Mons. Pasquale Macchi, già Segretario di
Paolo VI, rimarrà a San Pietro fino al giorno in cui Paolo
VI deciderà di farla collocare nel reliquiario dorigine
(quello che la custodiva a Patrasso), e di consegnarla nel 1964
al Patriarca ortodosso di Costantinopoli.
La decisione
di Paolo VI
Che cosa era avvenuto? Sulla
spinta di un vivo desiderio teso a ricostruire lunità
perduta nel 1054 con gli ortodossi, il Pontefice
incontrerà il Patriarca di Costantinopoli Athenagoras I, prima a Gerusalemme (5 gennaio 1964),
poi a Istanbul (25 luglio 1967), infine a Roma nellottobre
del 1967.
Questi eventi si svolgono nel clima del Concilio Vaticano II
che il 21 novembre approverà il Decreto Unitatis redintegratio
sullecumenismo.
Proprio negli ultimi giorni di questa grande assise (7 dicembre
1965) Paolo VI e Athenagoras I concordano una Dichiarazione con
cui si toglie dalla memoria delle Chiese il ricordo delle scomuniche
che novecento anni prima erano diventate simbolo dello scisma
tra Roma e Costantinopoli.
Ma cè unaltra
ragione importante che motiva la restituzione della reliquia
del Capo dellApostolo Andrea. Athenagoras I è la
massima autorità gerarchica di una Chiesa che si onora
di aver avuto come primo Patriarca proprio SantAndrea.
La consegna di tali preziosi resti esprime, quindi, un ritorno
allepoca antica, a quando lunica Chiesa di Cristo
era ancora indivisa, e manifesta in modo tangibile una volontà
di dialogo reso vivo dalla carità.
Per questo motivo Papa Montini, potrà così affermare:
«Il Capo
di SantAndrea, che fu portato cinque secoli fa dalla Grecia
a Roma, ritornerà da Roma alla Grecia non senza che prima
il Concilio labbia venerato. Si tratta di Reliquia preziosissima,
e che il Popolo Romano è invitato a onorare nella chiesa
di SantAndrea della Valle. Anche questo in segno di carità,
di fratellanza, di unione coi Santi del Cielo e con i fratelli
della terra».
Quanto avverrà nei prossimi
tempi in ambito ecumenico è racchiuso nel Cuore di Dio.
A noi, pellegrini nellesodo terreno, rimane il compito
di continuare ad essere operai del Regno. Seguendo i passi dellunico
Maestro. Con il desiderio vivo di guardare lontano. Ma anche
con la consapevolezza che si costruisce pazientemente giorno
per giorno. Sapendo che lo Spirito Paraclito non cesserà
mai di spingere ogni figlio di Dio a desiderare lunità
della Chiesa.
Pier
Luigi Guiducci
IMMAGINI:
1 Il Papa Paolo VI fu il continuare del
dialogo fra le varie confessioni cristiane avviato da Giovanni
XXIII.
2 La Chiesa di Cristo non può esistere
senza la compresenza delle sue due grandi componenti dispirazione
occidentale ed orientale. Ambedue hanno profonde radici evangeliche
e si rifanno alle genuine tradizioni apostoliche (Zosima e Savvatij
delle Solovki (1711), Museo arti figurative, Archangelsk).
3 Il Papa Paolo VI mentre
incontra lallora Patriarca Ortodosso di Costantinopoli,
Atenagora.
4 Storico incontro fra il Patriarca Bartolomeo
di Costantinopoli e Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il
29 giugno 2004.
RIVISTA
MARIA AUSILIATRICE 2005-9
VISITA Nr.