DIO?
ECCO LA PROVA CIBERNETICA


La Stampa di Torino, del luglio scorso, gli ha dedicato una pagina intera nella rubrica Cultura. Un privilegio non da poco.
Sto parlando di padre Roberto Busa, gesuita, oggi il maggior studioso di San Tommaso d’Aquino.
Da giovane padre Busa, che amava il rischio e l’avventura, voleva fare il missionario. Non c’è riuscito. Quando nel 1941 in piena guerra mondiale fu chiamato dalla Marina Militare a fare il cappellano
sui sommergibili accettò con entusiasmo. Una buona occasione, secondo lui, in primis di apostolato, poi di rischio e di avventura. Ma i suoi superiori religiosi non furono d’accordo. Niente cappellano, pazienza, tutto ma non il professore, sperava lui.
Ricordo ancora la faccia del padre provinciale: «Le piacerebbe fare il professore?». «Proprio no!». Il suo sorriso andava da orecchio a orecchio: «Bene, padre Busa, lo farà lo stesso»”. Amen. E così fu. Addio sogni di gloria sui sommergibili. L’oggetto della sua docenza? Il grande
San Tommaso. Per sessant’anni (oggi ne ha novanta, portati molto bene). Due degli ultimi corsi fatti suonano così:
“Principi filosofici e psicologici per l’intelligenza artificiale e la robotica”, e “Ermeneutica tomistica computerizzata”. Padre Busa è riuscito a “sposare” e bene San Tommaso e il computer, cioè ha applicato allo studio del Dottor Angelico la scienza dei calcolatori: per ordinare, catalogare, organizzare, confrontare, collegare (fare il link) i vari termini filosofici e teologici agli stessi in contesti diversi per poterne capire il significato e attualizzarlo. Il tutto per comunicare meglio. Perché, afferma lui:

Il punto di partenza di San Tommaso è la comunicazione tra gli uomini, non l’essere. Ed è un maestro insuperabile nell’educare i giovani all’uso della logica, alla capacità critica, alla spinta creativa…”.

E così il padre Busa nello studio del suo soggetto ha usato prima le schede di carta, poi quelle perforate, per passare ai nastri magnetici, e finalmente al CD-ROM. “Ho brontolato col mio principale, il Signore, perché ha fatto introdurre il cd-rom soltanto dopo il 1980...”. Quel benedetto dischetto lucente gli risolveva tantissimi problemi che aveva tentato di superare fin dagli anni ’50. Il pensiero del “bue muto” (come gli allievi chiamavano San Tommaso) così diventava disponibile per le più spericolate avventure ermeneutiche e linguistiche, per le comparazioni sinottiche e sincroniche, per la lettura orizzontale e verticale. Ogni parola infatti era provvista di “link” (collegamenti) che aprono alla navigazione nei contesti (come negli ipertesti e in Internet).
Il padre Busa ha anche tentato di aggiornare le famose prove dell’esistenza di Dio di San Tommaso, naturalmente con una prova ci
bernetica. Eccola:

“Una mente capace di scrivere programmi
è indubbiamente intelligente.
Ma una mente in grado di scrivere programmi che ne scrivano altri
è certamente ad un livello superiore...”

e questa Super Mente è Dio, il Primo Programmatore Originante tutti gli altri programmi (noi umani e infra umani).
E del computer cosa pensa? Guai a parlarne male: “Siccome è figlio dell’uomo e l’uomo è figlio di Dio, allora il Signore lo guarda come un nonno guarda i suoi nipotini. Non è un rivale né una minaccia per l’uomo. I cattivi effetti collaterali dipendono dall’uso”. Più chiaro di così...?
                                                                              
 MARIO SCUDU



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Nel maggio 2002 – si legge nel rapporto del dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa – profughi nord-coreani hanno affermato che le persone detenute nei campi di rieducazione a causa della loro fede religiosa sono trattate generalmente peggio degli altri detenuti. Un testimone ex guardia carceraria, ha affermato: “Poiché le autorità insegnano che tutte le religioni sono oppio, quelli che credono in Dio vengono considerati pazzi”. Ha raccontato, ad esempio, di una donna presa ripetutamente a calci e lasciata ferita per giorni, senza soccorsi, soltanto perché una guardia l’aveva sorpresa a pregare per un bambino che era stato picchiato.
(ACS, Rapporto 2003 sulla libertà religiosa, voce Corea del Nord, p. 217)


A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-1
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