Sette regole doro
per educare i bambini
Sono
un bambino, dal momento che la vita comincia a ottantanni....
Giovanni Bollea, linnovatore
della neuropsichiatria infantile italiana, classe 1913, avrebbe
dunque undici anni, letà giusta per capire cosa
vuol dire essere sotto pressione. Vediamo i suoi consigli.
1 Dategli meno. Hanno troppo, non cè
dubbio. Il consumismo fa scomparire
il desiderio e apre le porte alla noia.
2 Quella che conta è lintensità,
non la quantità di tempo passato con i bambini.
I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali.
Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo
a chiedere dei compiti o dei risultati.
3 I giochi più educativi sono
quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani
del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non
sanno più inventare.
4 Dai tre ai cinque anni è bene
avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È
utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un
bottone.
5 Sport. Prima di tutto
deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo
capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare
campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca
competizione, grande beneficio fisico.
6 Va incoraggiata la
cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti
visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la
cultura sono quelli che rendono di più.
7 Ultimo suggerimento:
ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo:
la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza,
a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli
impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle
uscire mezzora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero
a casa meno stressate e più disponibili. Più che
di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.
Giovanni Bollea,
neuropsichiatra
infantile
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-3
VISITA Nr.