LA LIBERTA' DELL'UOMO
Perché Dio ci rende
liberi?
A volte ci facciamo questa domanda, e forse ci chiediamo se non
fosse stato
meglio non possedere questa libertà, che può condurci
alla colpa di fronte agli uomini e di fronte a Dio.
Ma Egli ci ha dato la libertà non per complessarci, ma
perché Lui ci amava, e voleva rendere anche noi capaci
damare!
Per questo ci ha fatti simili a Sé, a sua immagine e somiglianza
(cf Gen 1,27).
Dio è libertà, e creò liberi anche noi...
Senza la libertà, noi
saremmo soltanto dei robot; mentre, con essa, siamo diventate
persone autonome, affini al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo.
Tuttavia, siccome siamo liberi damare, siamo anche capaci
di usare male la nostra libertà, rifiutandoci di amare,
o meglio scegliendo damare delle realtà che distruggono
noi stessi e gli altri.
È stato il caso del peccato originale compiuto dai nostri
progenitori (cf Gen 3), ed è il caso dei peccati attuali,
che noi troppo spesso commettiamo.
Si pensi ad esempio ad una
mamma, che offre ai suoi figli un po di soldi, perché
imparino luso del denaro e si comprino qualcosa di buono
a loro piacimento; ma molti figli sprecano la loro paghetta,
o peggio la usano per farsi del male.
Anche nella parabola del Padre
misericordioso accadde così: Egli offre al figlio più
giovane il patrimonio che gli spetta, e questi se ne serve per
allontanarsi da casa e sperperare le sue sostanze (cf Lc 15,12
ss).
In altre parole: come tutti i grandi doni, la libertà
ci è data per la vita, ma la possiamo trasformare in strumento
di morte!
Fino a che
punto siamo liberi?
Come si è visto, la
libertà delluomo può anche portare allallontanamento
dal Padre da parte di un figlio, anche se il Padre continua ad
aspettarlo: possiamo dunque dire che, quando pecchiamo, noi Gli
manchiamo, ed Egli farà di tutto perché torniamo
alla vita.
La parabola del figliol prodigo e quella della pecorella smarrita,
si completano a vicenda: Dio ci cerca, poi ci porta in braccio
e allarrivo a casa ci festeggia! (cf Lc 15).
Comunque, non dobbiamo dimenticare
che la nostra libertà negativa non è mai pienamente
riconoscibile agli altri, perché luomo guarda
allapparenza, il Signore guarda al cuore (1 Sam 16,7).
Per questo, non possiamo mai giudicare il prossimo e la Chiesa
ricorda che, perché avvenga un autentico peccato grave,
non basta la materialità dellazione cattiva (che
si potrebbe notare anche allesterno), ma occorre pure che
colui che la compie si renda conto della sua peccaminosità
e sia davvero libero nel farla: e questo chi lo può vedere,
se non Dio solo?
Per questo, dunque, i bambini
e i pazzi, che non sono del tutto consapevoli e responsabili
delle loro azioni, non sono liberi, non possono allontanarsi
da Dio.
Anche altre persone, che normalmente sono capaci di comprendere
e volere, possono compiere azioni non libere: magari a motivo
di grande paura, o di cieca passione, o di abitudini insuperabili.
In ogni caso, il Signore non permette che i nostri atti, qualunque
sia la loro libertà, possano giungere a distruggere la
comunità, oltre determinati limiti: per questo la Bibbia
ci assicura che la Chiesa non verrà mai
meno (cf Mt 16,18), e che tutto Israele sarà salvato
(Rm 11,26).
Dio non si lascia mai condizionare!
La storia degli uomini, nonostante le nostre colpe, finirà
col successo del bene. Non lasciamoci abbattere dalla prepotenza
del male! Spesso già lungo la vicenda terrena e soprattutto
alla fine dei tempi, vincerà Dio, vincerà la sua
giustizia.
Il Paradiso di tanti (Apoc
7,9), o forse di tutti, come desidera Dio stesso e come prega
la Liturgia (cf 1 Tim 2,4 e Vespri delle domenica e del lunedì
della seconda settimana), sarà la pienezza della libertà:
una libertà senza più rischi di scelte distruttive,
con il trionfo della vita, dellamore e della gioia.
Antonio Rudoni sdb
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-6
VISITA Nr.