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FAMIGLIA e PREGHIERA:
PREGHIAMO INSIEME
La famiglia
è la prima scuola di preghiera. Se ai bambini non si insegna
a pregare in famiglia, dopo, per loro sarà difficile imparare
a pregare. Tutto quello che di soprannaturale i bambini imparano
nei primi tre anni di vita rimarrà per sempre.
Per questo
è necessario che i genitori (oggi, forse, faremmo meglio
a dire i nonni) si curino soprattutto di insegnare ai bambini
il senso di Dio e a pregare.
I primi mille
giorni della loro vita sono così fondamentali che in seguito
non si farà altro che sviluppare quel senso del divino
che hanno introiettato nei primi trentasei mesi della loro esistenza.
Dai tre fino ai sei anni si consoliderà e si modellerà
questo aspetto che media il rapporto fra il bambino e il mondo.
Ovviamente gli atteggiamenti che ladulto deve trasmettere
e gli insegnamenti che deve dare non possono essere banali o,
addirittura, negativi.
Dio non esiste per aspettare
luomo al varco del suo errore per castigarlo, e uno degli
elementi che occorre
comunicare ai bambini è, invece, il senso dello stupore
e del ringraziamento per tutto quello che Dio offre a noi ogni
giorno. I figli, fin dalla più tenera età, devono
imparare a percepire il senso di Dio e a rivolgersi con semplicità
a Lui come un altro membro della famiglia.
Per questo, unesperienza
familiare positiva di Dio è la fortuna più grande
che possa capitare ad un bambino ed è la cura più
urgente che occorre dare ai figli, poiché dà unimpronta
per tutta la vita. Levangelizzazione del futuro delluomo
dipende quindi in gran parte da quella Chiesa domestica che è
la famiglia.
Ma perché
i bambini imparino a pregare Dio, bisogna, anzitutto, che sappiano
che Egli esiste. Non ci si può rivolgere ad un assente
o a chi non si sa che esiste.
Il bambino però, prima vuole sperimentare, vedere, toccare
e poi crede.
Come far loro sperimentare
Dio, il puro spirito? Sembra un compito impossibile. Ma è
meno difficile di quanto si creda. Se dinanzi ad una cortesia,
un gesto daffetto disinteressato, luomo adulto rimane
conquiso, tanto più il bambino quando sperimenta la solidità
dellamore dei genitori. Amore verso di lui, ma soprattutto
amore fra di loro. Non dimentichiamo che i bambini apprendono
più dal clima che respirano che dalle parole che ascoltano.
Per questo, lamore dei
genitori è la prima testimonianza dellesistenza
di Dio che il bambino sperimenta. Lamore è la prova
che Dio esiste e lamore permette anche di superare (con
una certa ironia) il piattismo riduzionista cui luomo contemporaneo
vuole assoggettare se stesso.
Non è forse vero che
mentre luomo doggi cerca di spiegare se stesso con
tutti gli aiuti della scienza che escludono Dio, si ritrova più
solo, più freddo e più sfiduciato? Lamore,
invece, dice andare oltre,
afferma che tu a me sei più importante di me stesso
e quando giunge alla rinuncia di sé per laltro,
pone sotto i suoi piedi ogni ridicola spiegazione molecolare
o matematica delluomo. Perché lamore è
specchio di Dio che va ben oltre la pura materia e la sola ideologia
dominante.
Lamore è la vera
contestazione della falsità contemporanea. È lunico
ordine nel caos attuale. Corroborato dallamore, il bambino
percepisce lalterità dei genitori, poiché
vivono luno per laltro, e quindi può percepire
lalterità di Dio quale origine e fondamento dellamore
stesso dei genitori. Nellamore dei genitori, il bambino
sperimenta lamore di Dio. Fra loro passa, in trasparenza
di vita, la stessa Carità divina.
Oltre allamore,
i bambini hanno bisogno di vedere che papà e mamma pregano
insieme. Per cui se i genitori pregheranno insieme, anche con
qualche atteggiamento esterno, come fare il segno della croce,
recitare delle orazioni, i piccoli li imiteranno. Anche loro
si metteranno in quellatteggiamento esterno che è
tipico della preghiera, ancheessi balbetteranno qualcosa,
magari non comprendendo tutto, ma trascinati unicamente dallesempio.
Poi arriverà il momento
di insegnare loro a pregare con la parola. E le brevissime preghiere
che il bambino imparerà saranno linizio del suo
dialogo con Dio. Parlando ai genitori, Giovanni Paolo II ha ricordato quanto sono importanti questi esempi.
Il Papa chiedeva:
«Mamme,
le insegnate ai vostri bambini le preghiere del cristiano?
E voi, papà, sapete pregare con i vostri figli,
con tutta la comunità domestica, almeno qualche volta?
Lesempio vostro, suffragato da qualche preghiera comune,
vale una lezione di vita, vale un atto di culto di singolare
merito».
Il bambino che vede i genitori
pregare insieme sa che le eventuali difficoltà possono
essere superate insieme e potrebbe, proprio lui, dopo qualche
burrasca familiare, rivolgendosi ai genitori, dire: «Questa
sera, non le diciamo le preghiere?».
Giuseppe PELIZZA sdb
IMMAGINI:
1 Larmonia familiare
è un bene prezioso che si conserva e si alimenta tramite
la preghiera.
2
I bambini
apprendono a relazionarsi con Dio anzitutto in famiglia, dallesempio
di papà e mamma.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 2
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