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VALDOCCO
AGORA' DEI GIOVANI / LORETO 2007:
IL CORAGGIO DELLA GIOIA
Il Papa
e i giovani a Loreto
«La Chiesa italiana ha
fatto un lavoro veramente incredibile. Ho provato una grande
gioia nel vedere i giovani in cammino con i loro vescovi. La
presenza di alcuni giovani australiani e lesperienza dellAgorà
potrà
essere utile per la Giornata mondiale della gioventù a
Sydney nel 2008. In queste ore mi sono sentito veramente a casa»
perché Loreto come disse Giovanni Paolo II
«è il cuore mariano dItalia, la casa della
Madonna, la casa della famiglia, la casa di tutti i giovani e,
quindi, la casa del Papa».
Papa Benedetto è contento
quando saluta i vertici della Cei, il vicepremier Francesco Rutelli,
le autorità di Loreto: «Agorà dei giovani»,
il programma triennale di pastorale giovanile della Chiesa italiana,
iniziato in sordina nel 2006, ha avuto un clamoroso e insperato
successo a «Loreto 2007», continuerà con la
Gmg in Australia nel 2008, si concluderà nel 2009 con
un evento simultaneo nei santuari diocesani e nei «santuari
moderni»: centri commerciali, cinema, discoteche, piazze,
stadi, stazioni, luoghi di emarginazione.
Da Loreto il Papa lancia messaggi
forti non solo ai 400 mila ragazzi della veglia di sabato 1º
settembre e ai 500 mila della Concelebrazione di domenica 2,
ma a tutti i giovani dItalia: «Abbiate il coraggio
dellumiltà. Andate controcorrente. Siate vigilanti.
Siate critici con le proposte della società. Cercate il
bene e non il successo. La droga è una truffa: non allarga
ma distrugge la vita. La fede non propone un insieme di divieti
ma un cammino gioioso. Imparate da Maria laudacia del sì
generoso e radicale a Dio. Non abbiate paura di sognare a occhi
aperti: niente è impossibile per chi si fida di Dio e
si affida a lui».
La veglia
Ratzinger conosceva in anticipo
le questioni che gli avrebbero posto e aveva preparato le risposte
scritte. Ma nel suggestivo crepuscolo sulla piana di Montorso,
in faccia a Loreto con lAdriatico a portata di mano, accantona
i fogli e risponde alle domande improvvisando. Inizia un ingegnere
di Pistoia: «Il mondo ci disorienta e rende difficile cogliere
il significato della vita e portare il respiro nuovo del Vangelo.
In unItalia sempre più anziana noi giovani contiamo
sempre meno e facciamo le spese di una società ripiegata
su se stessa, povera di ideali e aspirazioni, chiusa nella ricerca
del benessere». Risponde
il Pontefice: «Nessuno di voi si senta marginale, nessuna
vita è senza importanza e senza senso, siete tutti importanti
e protagonisti perché siete al centro dellamore
di Dio».
Giovanna e Piero da Bari si
definiscono «scarti della globalizzazione. Comè
possibile sperare, quando la realtà nega ogni sogno di
felicità e ogni progetto di vita?». Benedetto XVI
denuncia «i grandi centri del potere economico e politico
e le grandi burocrazie che escludono chi si trova nelle periferie».
Dalla famiglia, anche «se frantumata e in pericolo»,
e dalle parrocchie «dovete ripartire per risolvere i problemi
che la politica non riesce a superare: la società ha bisogno
di solidarietà, legalità, iniziativa, creatività.
Per il Vangelo non ci sono periferie perché una periferia
come Nazareth ha cambiato il mondo. Dobbiamo vivere di fede,
speranza, amore, solidarietà, giustizia, legalità,
cooperazione».
La domanda di Sara fulmina lassemblea: «Santità,
ma in questo silenzio dovè Dio?».
Ammette Ratzinger: «Anche
noi credenti conosciamo il silenzio di Dio». Fa lesempio
di Madre Teresa e della sua fede: eppure anche lei «soffriva
del silenzio di Dio in mezzo alla catastrofe umana, ma questo
mostra tutta la sua carità». Invita i giovani a
gridare a Dio: «Parla, mostrati, non ti nascondere».
Spiega: «Se da una parte dobbiamo accettare il silenzio
di Dio, dallaltra non dobbiamo essere sordi alla sua parola».
Ma quale Dio? Quale Chiesa?
«È difficile parlare di Dio, e ancora più
della Chiesa, perché molti vedono solo un Dio di comandamenti
e di divieti e nella Chiesa unistituzione che limita la
nostra libertà e che ci impone delle proibizioni».
Allora «presentate una Chiesa amica, comunità di
compagnia» e la si smetta con il luogo comune della «Chiesa
centro di potere».
Ilaria si era persa nel tunnel
dellanoressia perché la sua famiglia si era sfasciata
e i genitori avevano divorziato ma ha avuto il coraggio di rialzarsi
e ha vinto la sfida con laiuto di un prete e dei giovani
conosciuti alla Gmg di Roma nel 2000. Sulla spianata corre un
brivido. Il Papa labbraccia, Ilaria piange: sotto il palco
cè il suo bimbo di 21 mesi.
La concelebrazione
Partecipano 200 cardinali e
vescovi, 2-3 mila sacerdoti e 500 mila giovani, cifra indicata
congiuntamente da agenzie di stampa, giornali e televisioni.
Ratzinger li incoraggia «a seguire Cristo per essere testimoni
della sua speranza e del suo amore. La Chiesa ha una predilezione
per i giovani, ne rispetta la libertà ma indica mete più
alte», come Gesù al giovane ricco: «La Chiesa
vi guarda con immenso affetto, vi è vicina nella gioia
e nella festa, nella prova e nello smarrimento, vi sostiene con
la grazia sacramentale, vi accompagna nel discernimento della
vocazione».
Lumiltà è
lunica prospettiva che il cristiano può scegliere.
Cita Maria nel Magnificat: «Ha guardato lumiltà
della sua serva», il Siracide: «Quanto più
sei grande tanto più umiliati», Gesù nel
Vangelo: «Chiunque si esalta sarà umiliato e chi
si umilia sarà esaltato». Ma lumiltà
non è merce di moda, è provocatoria per la cultura
e la sensibilità delluomo.
Scuote le coscienze: «Non
siate conformisti ma alternativi, andate controcorrente, non
ascoltate le molte voci interessate e suadenti che propagandano
modelli di vita improntati allarroganza e alla violenza,
alla prepotenza e al successo, allapparire e allavere,
a scapito dellessere. Siate vigilanti e critici. Non andate
dietro allonda prodotta dalla potente azione di persuasione.
Le vie alternative sono: stile di vita sobrio e solidale, relazioni
affettive sincere e pure, impegno onesto nello studio e nel lavoro,
interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire
diversi o fuori moda e di venire criticati. La fede non propone
un insieme di divieti morali ma un cammino gioioso alla luce
del sì di Dio».
Le sfide «sono tante e grandi»: seguire Cristo fino
in fondo senza riserve né compromessi, vivere nella Chiesa
dove si cerca non il successo ma il bene, aiutare i poveri e
gli ultimi, contribuire «alledificazione di una società
più giusta e solidale dove tutti possano godere dei beni
della terra e operare per la salvaguardia del creato con scelte
coraggiose, prima che sia troppo tardi».
Consegna il mandato di «missionari
del Vangelo tra i giovani» a 72 ragazzi: «Andate
con determinazione e libertà di spirito, comunicate la
pace, sostenete chi è debole, preparate i cuori alla novità
di Cristo».
Una nota stonata: per i giornali laici e le tv a eccezione
di RaiUno e Tg1 non è successo nulla. Solo un «appello
ecologico» del Papa «teologo timido». «Timido»
Ratzinger? Quando mai? Riservato sì, «timido»
proprio no.
Pier Giouseppe Accornero
IMMAGINI:
1 © Gabriele Viviani
/ Nel mondo contemporaneo,
i giovani rischiano di essere scarti della globalizzazione.
2 © Gabriele Viviani
/ Nel mondo contemporaneo,
i giovani rischiano di essere scarti della globalizzazione.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 - 9
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