XIV
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: A SCUOLA DEL MALATO La rapida evoluzione tecnologica, culturale
e sociale, oltre gli innegabili vantaggi, genera anche preoccupazioni
e paure sulla salute degli uomini e sul futuro del pianeta.
Tale situazione fa emergere interrogativi sullesistenza,
sul senso del dolore e sofferenza e sul modo di affrontarli.
Fondamentale diventa la testimonianza umana e cristiana dei malati
i quali possono diventare Vangelo
vivente di Cristo tra gli uomini.
Se la sofferenza è maestra di vita, il malato può
diventare un buon insegnante.
La società e la cultura
appaiono segnate in modo ambivalente e secondo le situazioni
o da una resa passiva davanti al limite umano o dallo
stesso rifiuto nellaccettarlo, oppure datteggiamenti
presuntuosi di onnipotenza umana. La crisi di verticalità
che tenta di nascondere Dio, lindividualismo che porta
a bilanciare tutto su se stessi, la fatica di vivere nel tempo
e di avere un giusto senso del tempo, sembrano determinanti nel
processo di interpretazione del proprio soffrire e influiscono
sulla portata di senso. Non mancano atteggiamenti sociali e culturali
di indifferenza e passività nei confronti dei malati.
In questo contesto, il mettersi alla scuola dellesperienza
del malato e del sofferente non potrebbe diventare un percorso
di una più sapiente e costruttiva visione della vita e
della cura di essa? Infatti, quando ci poniamo davanti al malato,
ci accorgiamo che il malato testimonia, chiede ed educa.
Il malato
testimonia
Il malato con la sua sola presenza
è capace di dare testimonianza del valore della vita in
ogni istante e situazione, in un contesto che talvolta o spesso
non la considera nella sua totalità o la strumentalizza
o addirittura la disprezza. La testimonianza del malato consiste
nel favorire una comunità che si adoperi per una cultura
capace di promuovere i valori della vita, di aiutare a riflettere
sul dono della salute e sullesperienza della vulnerabilità
e della morte come realtà esistenziali.
Il bisognoso di cure testimonia
ancora la necessità di una personale e collettiva responsabilità
nel prevenire le cause di malattia assumendo stili sani di vita.
Dobbiamo impegnarci tutti, a tutti i livelli, per cercare una
via di speranza, di relazione e di crescita umana.
Infine, il malato indica lurgenza che la persona in condizione
di malattia non sia lasciata sola e venga debitamente curata
dalla società e dalla comunità cristiana. La pastorale
della salute richiede testimoni che non siano condizionati
dalla frettolosità, dallindividualismo, dallapproccio
devozionale o dal facile richiamo alla rassegnazione, ma capaci
di instaurare dialoghi
aperti e sananti.
Il malato
educa
La capacità educativa
del malato si manifesta nel far scoprire il valore delle realtà
essenziali della vita: è strano, però capita di
riconoscere, non senza sorpresa, quanto in realtà sono
importanti e preziose le persone con le quali si vive insieme
soltanto nel momento in cui sopraggiunge la sofferenza.
Inoltre, il malato aiuta a farci scoprire il limite e la provvisorietà
della vita umana: esprime la verità della persona di fronte
al grande mistero dellesistenza umana. Il vissuto di sofferenza
nelle piccole e grandi imprese della vita obbliga a pensare più
umilmente riguardo a se stesso.
Infine, è proprio il malato che ci permette di comprendere
alla luce della fede, che la sofferenza, pur conservando i tratti
dellassurdo, pur restando sorgente di lacerazione interiore,
proiettata sullo sfondo della croce di Cristo, assume un significato
che va oltre la semplice valorizzazione umana.
Il malato
chiede
Lesistenza della malattia
umana chiede che la professione sanitaria abbia unanima:
è urgente limpegno per una ripersonalizzazione delle
professioni sanitarie, che favoriscano linstaurarsi di
un rapporto dalle dimensioni umane con il malato.
Questo significa che leconomia non deve essere prepotente:
la salute dei costi, ma non deve avere prezzo. Per salvare il
bisogno integrale di salute, di fronte a una cultura che spinge
a considerare lintero sistema sanità come una qualsiasi
azienda, la salute come un prodotto e il malato come un cliente,
è urgente e necessario riaffermare la centralità
della persona umana.
Ovviamente, la riorganizzazione sanitaria deve avere sempre come
finalità la cura di ogni persona e la scienza essere sempre
a servizio della vita.
Per questo, la comunità cristiana deve essere più
attenta al mondo della salute e della malattia per riconoscerlo
come terreno privilegiato di Vangelo ed impegnarsi a crescere
come comunità che educa alla cura della salute. Per questo
va rivalutata la missione della comunità cristiana che
si prende cura dei sofferenti, quale contesto vitale che concorre
a far uscire il malato dallisolamento e dalla condizione
di
inutilità.
***
Il messaggio
del Papa
Cari fratelli e sorelle,
l11 febbraio 2006, memoria
liturgica della Beata Vergine di Lourdes, si terrà la
14ª Giornata Mondiale del Malato. Lo scorso anno la Giornata
si è svolta nel Santuario mariano di Mvolyé a Yaoundé,
e in quelloccasione i fedeli ed i loro Pastori, a nome
dellintero Continente africano, hanno riaffermato il loro
impegno pastorale per gli ammalati.
La prossima sarà ad Adelaide, in Australia, e le manifestazioni
culmineranno con la Celebrazione eucaristica nella Cattedrale
dedicata a San Francesco Saverio, infaticabile missionario delle
popolazioni dellOriente.
La sollecitudine
della Chiesa
In tale circostanza, la Chiesa
intende chinarsi con particolare sollecitudine sui sofferenti,
richiamando lattenzione della pubblica opinione sui problemi
connessi col disagio mentale, che colpisce ormai un quinto dellumanità
e costituisce una vera e propria emergenza socio-sanitaria. Ricordando
lattenzione che il mio venerato predecessore Giovanni Paolo
II riservava a questa annuale ricorrenza, anchio, cari
fratelli e sorelle, vorrei rendermi spiritualmente presente alla
Giornata Mondiale del Malato, per soffermarmi a riflettere in
sintonia con i partecipanti sulla situazione dei malati di mente
nel mondo e per sollecitare limpegno delle Comunità
ecclesiali a testimoniare loro la tenera misericordia del Signore.
Crescita
della solitudine
In molti Paesi non esiste ancora
una legislazione in materia ed in altri manca una politica definita
per la salute mentale. Cè poi da notare che il prolungarsi
di conflitti armati in diverse regioni della terra, il succedersi
di immani catastrofi naturali, il dilagare del terrorismo, oltre
a causare un numero impressionante di morti, hanno generato in
non pochi superstiti traumi psichici, talora difficilmente recuperabili.
Nei Paesi ad alto sviluppo economico, poi, allorigine di
nuove forme di malessere mentale gli esperti riconoscono anche
lincidenza negativa della crisi dei valori morali. Ciò
accresce il senso di solitudine, minando e persino sfaldando
le tradizionali forme di coesione sociale, ad iniziare dallistituto
della famiglia, ed emarginando i malati, particolarmente quelli
mentali, considerati sovente come un peso per la famiglia e per
la comunità. Vorrei qui rendere merito a quanti, in modi
e a livelli diversi, operano perché non venga meno lo
spirito di solidarietà, ma si perseveri nel prendersi
cura di questi nostri
fratelli e sorelle, ispirandosi a ideali e principi umani ed
evangelici.
Terapia
e sensibilità
Incoraggio pertanto gli sforzi
di chiunque si adoperi perché a tutti i malati di mente
sia dato accesso alle cure necessarie. Purtroppo, in molte parti
del mondo i servizi per questi malati risultano carenti, insufficienti
o in stato di disfacimento. Il contesto sociale non sempre accetta
i malati di mente con le loro limitazioni, e anche per questo
si registrano difficoltà nel reperire le risorse umane
e finanziarie di cui cè bisogno. Si avverte la necessità
di meglio integrare il binomio terapia appropriata e sensibilità
nuova di fronte al disagio, così da permettere agli operatori
del settore di andare incontro più efficacemente a quei
malati ed alle famiglie, le quali da sole non sarebbero in grado
di seguire adeguatamente i congiunti in difficoltà. La
prossima Giornata Mondiale del Malato è unopportuna
circostanza per esprimere solidarietà alle famiglie che
hanno a carico persone malate di mente.
Uniti in
Cristo
Desidero ora rivolgermi a voi,
cari fratelli e sorelle provati dalla malattia, per invitarvi
ad offrire insieme con Cristo la vostra condizione di sofferenza
al Padre, sicuri che ogni prova accolta con rassegnazione è
meritoria ed attira la benevolenza divina sullintera umanità.
Esprimo apprezzamento a quanti vi assistono nei centri residenziali,
nei Day Hospital, nei Reparti di diagnosi e cura, e li esorto
a prodigarsi perché mai venga a mancare a chi è
nel bisogno unassistenza medica, sociale e pastorale rispettosa
della
dignità che è propria di ogni essere umano.
La vicinanza
della Chiesa
La Chiesa, specialmente mediante
lopera dei cappellani, non mancherà di offrirvi
il proprio aiuto, essendo ben consapevole di essere chiamata
a manifestare lamore e la sollecitudine di Cristo verso
quanti soffrono e verso coloro che se ne prendono cura. Agli
operatori pastorali, alle associazioni ed organizzazioni del
volontariato raccomando di sostenere, con forme ed iniziative
concrete, le famiglie che hanno a carico malati di mente, verso
i quali auspico che cresca e si diffonda la cultura dellaccoglienza
e della condivisione, grazie pure a leggi adeguate ed a piani
sanitari che prevedano sufficienti risorse per la loro concreta
applicazione. Quanto mai urgente è la formazione e laggiornamento
del personale che opera in un settore così delicato della
società. Ogni cristiano, secondo il proprio compito e
la propria responsabilità, è chiamato a dare il
suo apporto affinché venga riconosciuta, rispettata e
promossa la dignità di questi nostri fratelli e sorelle.
Duc in altum! Questo invito
di Cristo a Pietro ed agli Apostoli lo rivolgo alle Comunità
ecclesiali sparse nel mondo e, in modo speciale, a quanti sono
al servizio dei malati, perché, con laiuto di Maria
Salus infirmorum, testimonino la bontà e la paterna sollecitudine
di Dio. La Vergine Santa conforti quanti sono segnati dalla malattia
e sostenga coloro che, come il buon Samaritano, ne leniscono
le piaghe corporali e spirituali. A ciascuno assicuro un ricordo
nella preghiera, mentre volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.
Benedetto XVI IMMAGINI: 1 Questanno, la sede per la celebrazione
della XIV Giornata Mondiale del Malato è Adelaide in Australia. 2 La professione sanitaria
non è solo esercizio di una competenza; deve sempre più
diventare esercizio dumanità, in quanto è
tutto luomo che è malato e non solo il suo corpo,
per cui lattenzione va sempre data a tutta la persona. 3 Il Papa ricorda che
tutti i malati devono avere accesso alle cure, perché
tutti partecipano solidalmente alla natura umana. 4 Il grido, Edvard Munch (1863-1944).
/ La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri
che si affacciavano sulla mia culla...», ricorderà
Edvard Munch, il celebre pittore norvegese che ci ha lasciato
vivida testimonianza nella sua opera del segno della malattia
mentale. 5 La Chiesa si
china con particolare sollecitudine sui sofferenti e ricorda
che un quinto dellumanità è nella sofferenza. 6 Morte nella stanza,
Edvard Munch (1863-1944). RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2006 - 2 VISITA Nr. |