LA SOCIETA' DELLA MANIPOLAZIONE

Basta premere un bottone per aprirci un orizzonte sempre nuovo di paesaggi, concerti, notizie, eventi di ogni genere. Questo incremento giornaliero della nostra “libertà di manovra” ci inebria e ci seduce.

La seduzione e l’ebbrezza ci porta a mescolarci e ad unirci alla realtà della seduzione, impedendoci di prendere le distanze necessarie per farci rendere conto del rischio che tale immensa “libertà di manovra” possa pregiudicare o persino distruggere la nostra “libertà creativa”.

I mezzi di comunicazione ci offrono una serie infinita di possibilità per informarci, distrarci, condividere altre vite, assistere ad ogni sorta di eventi rilevanti, ecc. Disporre di tali possibilità significa possedere un’impressionante “libertà di manovra”, che ci dà una sensazione di potere e di ricchezza.

Ma non è sufficiente vivere in una democrazia per godere della libertà interiore. Possiamo avere ogni sorta di libertà per operare secondo il nostro arbitrio ed essere al contempo dominati dai nostri desideri e quindi incapaci di scegliere in virtù dell’ideale a cui dobbiamo indirizzare la nostra vita.

Se vogliamo conservare la libertà, indispensabile per condurre una vita autentica, dobbiamo analizzare molto attentamente cosa significa manipolare, chi manipola, perché lo fa, e che mezzi utilizza per farlo. Per chiarire bene questi temi, occorre distinguere tra diversi livelli della realtà e del comportamento, secondo il loro rispettivo rango.

I due livelli

Ad un primo livello vi sono gli oggetti e l’azione di dominio, di possesso e di godimento rispetto agli oggetti stessi. Ad un secondo livello ci sono le realtà di rango superiore – opere d’arte, persone, istituzioni... – e l’atteggiamento di rispetto, stima e collaborazione creativa ad esse dovuto.

Manipolare è trattare una persona o un gruppo di persone (livello 2) come se fossero oggetti (livello 1), al fine di dominarli facilmente e porli al proprio servizio.

Questo è uno svilimento. Quando in tempi bui si ammassavano centinaia di prigionieri (livello 2) in un vagone ferroviario, come se fossero pacchi (livello 1), e li si faceva viaggiare in questo modo per giorni e notti, l’obiettivo non era tanto quello di farli soffrire, quanto di svilirli in tale misura da far considerare gli uni gli altri come esseri abietti e repellenti.
Tale considerazione impediva loro di unirsi e di formare strutture solide capaci di generare una forza di resistenza.

Parlare all’intelligenza

Esistono padri di famiglia che vanno fieri del fatto che non parlano ai propri figli dei valori perché – affermano – ciò “significherebbe manipolarli”. Dicendo questo confondono “manipolare” un bambino con la necessità di “guidarlo”, “orientarlo”, “avvicinarlo alla fonte di irradiazione dei grandi valori”. Questo errore porta con sé conseguenze nefaste.

Manipola colui che vuole “vincerci senza convincerci”, ovvero colui che tenta di sedurci per farci accettare ciò che ci vuole offrire “senza darci motivazioni”. Il manipolatore non parla alla nostra intelligenza, non rispetta la nostra libertà (livello 2); agisce in modo astuto sui nostri centri decisionali, al fine di tirarci verso scelte che favoriscano i suoi propositi (livello 1).

In una pubblicità televisiva veniva presentato un’automobile di lusso. Nella parte opposta dello schermo appariva subito la figura di una bellissima giovane che non diceva neanche una parola né faceva alcun gesto; semplicemente mostrava la propria immagine incantevole. Poi, la vettura iniziava a girare attraverso paesaggi esotici e una voce ci proponeva: “Abbandonati ad ogni tipo di sensazioni!”.

In questa pubblicità non si proponeva alcuna motivazione per scegliere quell’automobile piuttosto che un’altra. Ma per milioni di persone, la figura femminile e le immagini attraenti si mescolano “automaticamente”, avvolte da una frase piena di allusioni sentimentali. In questo modo, l’immagine dell’automobile acquisisce una luce di prestigio.

Quando poi andrai dal concessionario, ti sentirai indotto a scegliere quella vettura, grazie ad una sorta di “automatismo” (livello 1). Ti venderanno l’auto, ma non ti daranno certamente quella giovane donna.

Per questo sarebbe stato necessario parlare direttamente alla tua intelligenza e alla tua libertà per proporti una specie di baratto. Tale proposta sarebbe stata moralmente discutibile, ma non avrebbe costituito una manipolazione.

I responsabili dell’annuncio pubblicitario si sono invece limitati ad influire sulla tua volontà in forma tendenziosa e astuta. Non ti hanno ingannato; ti hanno “manipolato”, cosa che però è una sottile forma di inganno.

Hanno fatto leva sul tuo desiderio di sensazioni gratificanti al fine di orientare la tua volontà verso l’acquisto irriflessivo di questo prodotto, non per aiutarti a sviluppare la tua personalità ed essere felice. “Ti hanno ridotto a mero cliente”. Questa forma di “riduttivismo” è la quintessenza della manipolazione, arte del sedurre che opera attraverso automatismi e non ragionamenti.

Felicità e manipolazione

Alla manipolazione “commerciale” solitamente è abbinata una manipolazione “ideologica”, che impone idee e comportamenti in forma velata, grazie alla forza trascinante propria di alcune strategie.

La pubblicità promuove un atteggiamento consumistico, dicendo che l’uso di un determinato prodotto è segno di un’elevata posizione sociale e di progresso. Quando si vogliono imporre comportamenti e idee riferiti a questioni basilari della politica, dell’economia e dell’etica, la manipolazione ideologica assume un alto livello di pericolosità.

Per “ideologia” si suole intendere un sistema di idee sclerotizzato, rigido, che non suscita adesione per mancanza di condivisione e di forza persuasiva. Se un gruppo sociale la assume come programma d’azione e vuole imporla in modo risoluto, ha solo due opzioni: 1) la violenza, avvicinandosi così alla tirannia, 2) l’astuzia, praticando la manipolazione. Le forme di manipolazione portate avanti con motivazioni “ideologiche” mostrano di solito una notevole sottigliezza, essendo elaborate da professionisti della strategia.

Il manipolatore non ha lo scopo di rendere più felici le persone, ma di dominarle in determinati aspetti della vita e di dirigerne il comportamento.

La manipolazione commerciale vuole convertirci in “clienti” con il semplice obiettivo di farci acquistare determinati prodotti. Il manipolatore ideologico tenta invece di modellare lo spirito delle persone e delle popolazioni, al fine di acquisire dominio su di esse in modo rapido, schiacciante, massiccio e facile.

Per dominare una popolazione in questo modo, basta ridurla da “comunità” a “massa”, concetto più qualitativo che quantitativo. Le persone, quando hanno ideali validi, convinzioni etiche solide, volontà di mettere a frutto tutte le possibilità del proprio essere, tendono ad unirsi tra sé in modo solidale e a strutturarsi in “comunità”.

Grazie alla propria coesione interna, una struttura comunitaria risulta inespugnabile. Può essere distrutta dall’esterno con mezzi violenti (livello 1), ma non dominata dall’interno attraverso un assedio spirituale (livello 2).

Se le persone che compongono una comunità perdono la capacità creativa e non si uniscono più tra loro con vincoli fermi e fecondi, fanno venir meno quell’integrazione propria di un’autentica comunità (livello 2) e si massificano, si riducono ad un insieme amorfo di meri individui (livello 1).

Con una tale carenza di coesione interna, la massa è facilmente dominabile e manipolabile dai desideri del potere. Ciò spiega perché la prima preoccupazione di ogni tiranno – sia nelle dittature che nelle democrazie, posto che in entrambi i sistemi politici esistano persone desiderose di vincere senza sforzarsi di convincere – è quella di privare il più possibile la gente della capacità creativa.

                                                                        Alfonso López Quintás


 IMMAGINI:
1  
La vera educazione trasmette ai figli il senso della gratuità della vita e orienta a scegliere i valori che danno consistenza all’esistenza.
Manipolare è trattare gli altri come se fossero degli oggetti. Una tendenza assai diffusa nella società occidentale dove l’uomo viene considerato solo come un consumatore.
3  Lo smarrimento della propria identità e il senso di profonda solitudine sembrano caratterizzare le società opulente del nostro tempo. Possiamo ancora chiamarle avanzate?
4  La ricerca di consenso a qualunque costo significa ridurre la politica da gestione della cosa pubblica per il bene comune a puro successo personale.


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2006 - 10
     
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