VITA LITURGICA / NATALE:
LA GIOIA DEL NATALE!
Nel periodo natalizio una delle
parole più usate è quella della gioia. Luso
di questo termine non riguarda solo lo scambio dei doni o il
pranzo natalizio, ma lo ritroviamo più volte proprio nel
corso delle celebrazioni delle Messe natalizie.
Lo affermano le diverse preghiere,
i prefazi e le letture. La gioia pervade i testi della liturgia
come una filigrana che certifica lautenticità della
celebrazione. In particolare il testo del profeta Isaia ci aiuta
a comprendere di che gioia si tratta: «Come uno sposo gioisce
per la sua sposa, così gioirà per te il tuo Creatore»
(Is 26,5).
A Natale si celebra, dunque,
la gioia di Dio che pervade la terra e la investe con la Sua
presenza. È la gioia che Dio prova per luomo, che
alimenta e sostenta la gioia umana. È la gioia di Dio
che si unisce allumanità come uno sposo con la sua
sposa, come ci indica ancora la lettura delle nozze di Cana che
la Chiesa dOriente presenta come complemento e spiegazione
dellEpifania.
La gioia natalizia del cristiano
è un effetto della gioia di Dio per la sua umanità
che viene a visitare, ed è una conseguenza per la gioia
che Dio prova nella sua Incarnazione, potendosi così pienamente
manifestare alluomo, la sua creatura benamata.
La stessa gloria che vi è
nei cieli, cioè la pienezza della presenza di Dio, ora
si riversa sulla terra, verso tutti gli uomini amati da Dio.
La pienezza divina ora è in una carne e questo discendere
di Dio nella finitezza della creatura, fa sì che finalmente
si compia il disegno della creazione. Per questo Dio è
nella gioia e la sua gioia traboccante riversa sulla terra, dove
luomo, pellegrino dellassoluto, può finalmente
riposare nella pace poiché sa che non è un viandante
solitario nelle regioni della storia, ma il suo peregrinare ha
come compagno Dio stesso e che la mèta del suo incedere
è lo stesso Dio che ora viene incontro a lui.
Noi siamo loggetto
della gioia di Dio. Dio gioisce a causa nostra, e questo suo
gioire per noi, ci consegna immediatamente un dono: quello della
nostra dignità. Sappiamo che valiamo, che siamo amati,
che in noi cè un valore così importante che
lo stesso Dio prova piacere a restare con noi. Anzi, il disegno
stesso di tutta la creazione è proprio questo voler di
Dio di far sì che luomo resti sempre accanto a Lui.
Il Natale svela, dunque, la
dignità dellessere umano, la sua bontà e
la sua bellezza. Poiché la bontà intrinseca delluomo
buono in quanto amato da Dio lo costituisce nella
dignità e la dignità ne forgia la bellezza. Dio
gioisce di questa sua opera e si compiace del suo amore verso
luomo tanto da svelarsi come Colui che è lesultanza
perpetua della gioia. Se qualcuno ci chiedesse: «Chi è
Dio?», noi, gettando via le maschere dellipocrisia
che causa solo tristezza, dovremmo rispondere: «Dio è
lesultanza perpetua perché è gioia infinita».
E a Natale si rivela proprio
questo aspetto di Dio. Lui non è solo Creatore e Onnipotente
poiché riesce da Infinito a farsi finito, da Immortale
a mortale , Lui è la gioia stessa, infinita ed eterna,
luminosa e splendente.
La presenza di Dio che sostenta la nostra dignità e alimenta
la nostra gioia è, di conseguenza, la nostra pace. La
nostra completezza e il nostro compimento, come indica la parola
ebraica shalom (pace). Natale è pace perché è
compimento della Creazione e completezza per luomo che
si lascia incontrare da Dio.
Dinanzi a questa Rivelazione
non possiamo non essere avvolti dallo stupore e tacere dalla
meraviglia poiché si disvela a noi il Mistero per eccellenza
e le parole umane non sono sufficienti per dire lincontenibile
gaudio che proviamo dinanzi allesultanza di Dio che si
fa uomo. Solo il giubilo del canto può imitare il tripudio
che si diffonde nei Cieli dove miriadi di Angeli, senza posa,
perennemente cantano: Gloria. Gloria, ossia, massiva presenza
di Dio, impero del Suo essere di luce e di gioia, bagliore del
Suo amore sempiterno, irradiazione della Sua santità creatrice.Sia così il
nostro Natale.
Buono, perché
facendosi come noi, Dio entra nelle nostre fatiche e ci sostiene
con la speranza della Sua gloria.
Buono perché
impregnato dalla gioia e dalla pace di Dio.
Buono perché,
nonostante le umane solitudini e le quotidiane ferite, Dio ci
offre sempre la sua incontenibile esultanza damore per
ciascuno di noi.
Per questo a tutti voi, di
cuore, Buon Natale!
Don Giuseppe Pelizza
IMMAGINI:
1 Considerati come esclusi
della società religiosa del loro tempo, anche i pastori
vengono chiamati dagli Angeli ad adorare il Salvatore perché
Dio chiama tutti gli uomini, senza esclusione, a partecipare
alla sua gioia.
2 Le parole umane non sono
sufficienti per cantare lincontenibile gaudio che luomo
prova dinanzi a Dio che viene a visitarlo..
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2006 - 11
VISITA Nr.