INTERVISTA
al PROF. LEONARDO MACROBIO:
UOMO, SCIENZA E NATURA
Le radici
di un male antico
Una delle tentazioni
più forti delluomo è quella di creare una
razza perfetta, senza malattie e sofferenze. Per raggiungere
questo obiettivo è disposto a infrangere ogni legge morale
e pensa di sostituirsi a Dio nel suo tentativo di manipolare
la vita.
Abbiamo chiesto
al Professor Leonardo Macrobio, docente di Bioetica di guidarci
a comprendere cosa sta capitando nel campo della ricerca medica.
Leugenismo:
un male attuale, eppure antichissimo. Una corrente
di pensiero che, a più riprese e in circostanze storiche
molto diverse, ha recato conseguenze oltremodo inquietanti sulla
vita di molti popoli.
Identificata per tutta la seconda metà del secolo scorso
come la pratica biomedica che spianò la strada alle terribili
selezioni della razza e del genere umano, tentate dai nazisti,
leugenetica ha in realtà radici molto più
lontane nel tempo e soprattutto un campo dazione molto
meno riduttivo.
Qual è
la differenza sostanziale tra eugenismo ed eugenetica?
Prendendo a
prestito il linguaggio della matematica: leugenismo sta
alleugenetica come la teoria sta alla pratica. Sembra una
distinzione puramente linguistica o accademica, ma non lo è.
Una cosa, infatti, è sostenere, come fa leugenismo,
che la specie umana vada migliorata con qualsiasi mezzo: dagli
aborti per eliminare i figli non perfetti alleutanasia
per eliminare le vite senza senso.
Unaltra
cosa, invece, è riconoscere che laborto e leutanasia
per continuare gli esempi precedenti non sono un
mezzo lecito per ottenere quel fine anche se, purtroppo, ci sarà
sempre qualcuno che ucciderà i bambini nelle pance delle
loro mamme e gli anziani nei loro letti.
Per dirla con
Péguy: il punto è chiamare le cose con il loro
nome. Il male è male, e non importa se, statisticamente,
è molto diffuso: non può essere né commesso
né giustificato. Ora, leugenismo ha storicamente
tentato, molte volte riuscendoci, a chiamare diritto un delitto.
Dal saggio emerge un
eugenismo degli antichi che sarebbe andato in crisi
con lavvento della civiltà cristiana, per poi riemergere
con la modernità e la secolarizzazione. Possiamo affermare
con sicurezza che la Chiesa Cattolica sia stata per molti secoli
il principale baluardo contro lavanzata di queste teorie?
Una posizione
fortemente avversa alle teorie eugenetiche è, per così
dire, nel DNA della Chiesa, e non potrebbe essere altrimenti.
È solo alla luce di Cristo che luomo ogni
uomo ed in qualsiasi situazione si trovi riceve piena
dignità. È alla luce di Cristo, dunque, che già
i primissimi cristiani si sono trovati a condannare
le pratiche dellinfanticidio e dellaborto.
Dobbiamo fare
un piccolo sforzo (non molto grande, in verità, vista
la cultura oggi dominante...) per metterci nei panni dei cristiani
dei primi secoli. La civiltà greca e romana giustificavano,
per il bene della polis o della res publica, queste pratiche:
gli unici ad andare contro corrente ed era una corrente
veramente impetuosa erano quelle poche migliaia di uomini
che si dicevano cristiani.
È un
fatto storicamente incontestabile che, nella misura in cui la
civiltà mediterranea diventava cristiana, queste pratiche
andavano via via perdendo credito. Dire che laborto è
un peccato, così come da sempre ha fatto la Chiesa cattolica,
ha una doppia valenza. Luna è, per così dire,
culturale: il male viene indicato come tale e, dunque, insegnato
come qualcosa da evitare. Laltra è, direi, teologica:
il male è già vinto nel mistero della Pasqua. Ciò
significa che lultima parola sul male, sul peccato appunto,
lha avuta e continua ad averla la Misericordia di Dio.
Malthus, Darwin, Spencer,
Galton: sembra proprio che leugenismo moderno affondi le
proprie radici nellInghilterra vittoriana del secolo XIX.
È il lato oscuro di una cultura apparentemente lontana
dai totalitarismi e dai giacobinismi?
La storia ha
lhorror vacui: non procede mai per salti. I totalitarismi
del 900 affondano inevitabilmente le loro radici in quel
travagliato periodo che coincide con la fine del XVIII secolo
e tutto lOttocento. Anzi,
per quanto mi è dato di sapere è un grave errore
storico ed ideologico considerare i due totalitarismi dello scorso
secolo come ascrivibili alla follia di alcune (poche)
persone.
Per quanto
riguarda, invece, il nostro discorso è inevitabile notare
una sostanziale continuità tra le idee dei quattro pensatori
che lei ha nominato e leugenetica del 900. Quando
si parla di bomba demografica, con tutte le scelte
che ne conseguono, non si può fare a meno di riferirsi
alle teorie maltusiane che, per prime hanno lanciato il grido
siamo in troppi sulla terra rispetto alle risorse.
Quando si parla delluomo come parte di un ecosistema non
si può non rischiare di cadere nella deriva evoluzionista
di Darwin e nel suo analogo, levoluzionismo sociale, di
Spencer. E quando si designa la scienza positiva come unico giudice
sulla qualità o sul significato della vita di una persona,
sia essa un embrione o un anziano, si deve tenere conto che questa
posizione si nutre anche del lavoro di Galton. Demografia, evoluzionismo
e scientismo, dunque, hanno dei padri ben definiti: questi ingredienti
hanno dato origine alla torta che lo scorso secolo
si è trovata servita a mensa.
Chi sono gli eugenisti
dei nostri giorni? In quali ambiti di potere operano e con quali
tecniche?
Gli eugenisti
dei nostri giorni sono coloro che portano avanti i temi che abbiamo
visto poco sopra. Ai quali si aggiunge, a partire dal dopoguerra,
lecologismo.
Gli eugenisti
di oggi sono quelli che ritengono che la sindrome di Down sia
quasi debellata semplicemente perché
i feti colpiti da questa malattia vengono scovati durante le
batterie di test alle quali le donne vengono sottoposte in gravidanza,
e abortiti terapeuticamente. Gli eugenisti di oggi
sono quelli che, in nome di una sorta di pietà
che nulla ha a che vedere con la pietas cristiana
, dichiarano che la vita di quella persona attaccata ad un respiratore
non ha più senso perché è solo dolore. Gli
eugenisti di oggi confondono la malattia con il malato e non
esitano a far fuori questo per debellare quella.
Gli eugenisti
di oggi sono anche quelli che, nonostante le statistiche dicano
esattamente il contrario, sostengono che siamo in troppi e che
la Terra non è più in grado di produrre tutte le
risorse necessarie, dimenticandosi che ogni risorsa è
tale solo in rapporto ad un determinato grado di civilizzazione.
Un esempio può rendere meglio lidea: un ­paio
di secoli fa con la sabbia ci si faceva molto poco; oggi con
il silice presente nella sabbia ci si fabbricano i microchip
che consentono di far funzionare i computer. Lo stesso si potrebbe
dire per il petrolio, il plutonio, luranio, lelenco
potrebbe diventare lunghissimo.
Gli eugenisti
di oggi sono poi quelli che riconoscono più valore alla
vita di un delfino arenato su una spiaggia che al quinto figlio
di una famiglia monoreddito. Tanto che per il primo investono
migliaia di euro per salvarlo (oltretutto contraddicendo lidea
della sopravvivenza del più forte di Darwin: salvando
un delfino ammalato o debole certamente non rendono un buon servizio
allEvoluzione...), mentre per il secondo al massimo si
riconosce un aborto a spese del contribuente.
Sono, cioè, coloro che pongono luomo allo stesso
livello delle altre creature se non, in alcuni casi, al di sotto.
Questo non è solo un errore metafisico, parola che oggi
è sempre più vuota di significato, ma anche una
miopia logica: per quanto mi risulti non esiste altra specie
oltre alluomo che si interroghi molto spesso litigando
sulla salvaguardia delle altre specie. E questo dovrebbe
essere un campanello di allarme nei confronti di questa concezione
piallata della natura.
Esiste un
collegamento organico tra il pensiero eugenetico e quello ambientalista?
Intanto una
piccola precisazione. Il problema ecologico non è nato
negli anni 60 dello scorso secolo e nemmeno con Darwin.
La prima Commissione Ambientale di cui si abbia notizia risale
al 1285, in Inghilterra,
sotto il regno di Edoardo I. È evidente che luomo
si è da sempre reso conto di avere un impatto sullecosistema:
in questa auto-coscienza sta la differenza, ad esempio, tra luomo
e lelefante, e non sulla quantità di natura
che il primo distrugge tout court e laltro userebbe per
la propria sopravvivenza.
Ma lunione
tra eugenismo ed ambientalismo si consuma a cavallo degli anni
60-70 del Novecento. Leugenismo aveva subìto
un grosso colpo dal processo di Norimberga (che aveva messo sotto
gli occhi di tutti cosa significasse applicare sistematicamente
leugenetica) ed un altro lo aveva subìto dalle scoperte
scientifiche relative al DNA (che avevano definitivamente cancellato
ogni fondazione scientifica di una razza superiore e di altre
inferiori).
Doveva, dunque,
cambiare abito: vi è un intervento di Frederik Osborne
al Galton Institute del 1956 che è estremamente chiaro
e, purtroppo, profetico in questo senso. Il fidanzamento tra
eugenetica ed ambiente avviene negli USA, con la creazione del
Comitato di Crisi per la Popolazione (1965), al grido cinque
dollari investiti nel controllo delle nascite sono cento dollari
di crescita economica. La promessa di matrimonio tra i
due avviene dopo pochi anni, nel 1970, con la celebrazione della
Giornata della Terra, in cui riecheggiano slogan come Luomo
è il cancro del pianeta.
I frutti di
questa promessa sono già evidenti, tanto che il presidente
del Population Institute di allora dichiara: La crescita
incontrollata della popolazione causa la scomparsa delle foreste,
lerosione del suolo, la desertificazione, la scomparsa
delle specie e lallargamento del buco nellozono.
Vi sono tutti i mali del mondo tranne le guerre ma,
qualche anno dopo, qualche ambientalista attento le aggiungerà
alla lista dei disastri della sovrappopolazione.
IMMAGINI:
1 © ICP | Lo sviluppo delle scienze
biologiche rischia di far considerare luomo solo un composto
chimico facilmente manipolabile. Questa visione condurrà
presto alla riduzione se non alla eliminazione dei diritti fondamentali.
2 La scoperta della sequenza
del Dna ha permesso un grande sviluppo nello studio delle cure
di molte malattie ma ha anche aperto la strada al rischio di
una riduzione della complessità delluomo al solo
aspetto biologico.
3 Nel delirio di onnipotenza, in un futuro
non lontano, alcuni scienziati potrebbero pensare a produrre
soggetti umani tutti uguali o addirittura programmati per determinate
funzioni economiche.
4 Gli strumenti scientifici sono
a servizio delluomo e non possono mai essere considerati
come fine dellagire umano.
5 La ricerca scientifica ha il
suo fondamento morale nel rispetto per la dignità di ogni
essere umano.
Venendo meno la considerazione per i piccoli e i deboli, la scienza
apre la strada allimbarbarimento della civiltà.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2008 - 4
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