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     AVVENIMENTI MARIANI: 150° LOURDES 1858-2008
    
LE APPARIZIONI DI LOURDES

Era una mattina di nebbia e pioggia quel giovedì 11 febbraio 1858 a Lourdes, misero villaggio sui Pirenei francesi. Il «cachot», la cella dell’antica prigione, dove la poverissima famiglia Soubirous vive, è un buco di 3,72 metri per 4,40 nel quale vivono cinque persone: papà François e mamma Louise; due femminucce, Bernardette di 14 anni e Toinette di 11; due maschietti, Jean-Marie di 6 e Justin di 3.

Ho visto qualcosa di bianco

Bernardette, nata il 7 gennaio 1844, è malandata di salute, ha l’asma, è illetterata e ignorante di cose religiose, non ha memoria ma rivelerà un carattere di ferro. Poiché non c’è più legna da ardere, le due sorelle e l’amica Jeanne Abadie, 13 anni, vanno alla grotta di Massabielle lungo il fiume Gave a raccogliere legna e «ossa», i resti delle carcasse di animali. Sempre utili per bruciare.
Mentre si toglie gli zoccoli per attraversare il fiume, Bernardette sente un rumore, come «un colpo di vento» anche se l’aria è calma. Alza la testa e sopra la grotta «scorsi una Signora: indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu e una rosa gialla su ogni piede».

La ragazzina fa il segno della croce e recita il rosario con la «Signora», che «passa i grani fra le dita senza muovere le labbra» e poi scompare. Dopo la prima apparizione, sabato 13 la ragazzina si confessa dall’abbé Pomian: «Ho visto qualcosa di bianco che aveva la forma di una signora». Il prete le chiede il permesso di riferirlo al «curato» (parroco) Peyramale.

Il messaggio di Lourdes

Nell’«Anno giubilare» per il 150º delle apparizioni (1858-2008) il racconto delle 18 visioni, dall’11 febbraio al 16 luglio 1858, consente di conoscere il «messaggio di Lourdes».
I presenti non vedono la Vergine, la vede solo Bernardette che si illumina, compie dei gesti, parla, ma gli altri non sentono nulla dei dialoghi. Dopo le apparizioni l’adolescente, sotto il fuoco delle domande, rivela le parole che «la Signora» dice e i gesti che compie. Di ciò che ha detto e fatto la Vergine sappiamo solo quello riferito dalla veggente. Il dialogo avviene in dialetto perché la ragazzina non conosce il francese. «Aqueró, quella cosa» dà del «voi» a Bernardette, che negli interrogatori non si lascia intimidire dalle minacce, risponde con sicurezza, dà sempre la stessa versione, non cade mai in contraddizione.

Seconda apparizione – Il 14 febbraio è la domenica di Carnevale. Dieci ragazze vanno in chiesa, riempiono una bottiglia di acqua benedetta, raggiungono la grotta. Dopo la prima decina del rosario Bernardette esclama: «Ecco il chiarore. Eccola. Ha il rosario al braccio destro. Vi guarda». Lei agita la bottiglia: «Se venite da parte di Dio, restate; se no...» e le getta l’acqua benedetta. La Signora sorride e inclina la testa. Bernardette è pallida e inerte, gli occhi fissi in alto, non si muove.

Ella mi renderà felice

Terza – All’alba di giovedì 18, per sfuggire ai curiosi, si incammina nella notte. Per la prima volta la Signora parla. Bernardette le presenta una penna e un pezzo di carta e le chiede di scrivere il suo nome. «Aqueró si è messa a ridere» e le risponde: «Non è necessario... Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?... Non vi prometto di farvi felice in questo mondo ma nell’altro».
Quarta, quinta, sesta – Sono tre visioni silenziose. Venerdì 19, Bernardette va con un cero acceso e lo porterà poi sempre. Sabato 20, trenta persone assistono all’estasi. Domenica 21, cento persone assediano la grotta. Al ritorno la convoca il vicario, abbé Pène: «Puoi divertirti e svagarti». Risponde: «Non è così. Ella mi renderà felice, ma a patto che mi comporti bene». Il commissario Jacomet la interroga ma non ottiene nulla, neppure con la minaccia della prigione. Lunedì 22, pomeriggio, va alla grotta ma non accade nulla.

Settima – Martedì 23, la fiamma del cero lambisce le dita ma Bernardette non si brucia. «Che ti ha detto?». «Una richiesta per me sola».
Ottava – Mercoledì 24, si conclude la fase silenziosa. Sul volto di Bernardette torna il colorito, poi impallidisce. «Aqueró» parla, la ragazza procede sulle ginocchia e cade con la faccia a terra: «Mi parla in dialetto e mi dà del voi. Ha detto: «Penitenza. Pregate per la conversione dei peccatori. Salite in ginocchio e baciate la terra in penitenza per i peccatori». Aveva un viso triste».

Penitenza

Nona – Giovedì 25, trecento persone la vedono avanzare sulle ginocchia e la sentono mormorare «Penitenço, penitenço, penitenço». Si piega e raschia una piccola buca, attinge un po’ di acqua fangosa, la porta alle labbra e la getta con disgusto: una, due, tre volte. Alla quarta la inghiotte a fatica, si lava la faccia, mangia le foglie di una pianta selvatica. Sono gli ordini di «Aqueró».

Venerdì 26 è una giornata di angoscia. Va alla grotta, si inginocchia e dice il rosario: nulla. Ripete le penitenze: nulla. Si lava alla fonte: nulla. Prega ancora: nulla. È inconsolabile: «Che cosa le ho fatto?».
Decima – Quella di sabato 27 è la più misteriosa visione: non una parola.

Undicesima – Domenica 28 prega, bacia la terra, cammina sulle ginocchia, fa le abluzioni di acqua sporca: «La visione me l’ha ordinato per penitenza, prima per me e poi per gli altri».
Dodicesima – Lunedì 1º marzo davanti a 1.500 persone, alza il rosario all’altezza degli occhi e tutti levano le corone verso la grotta. L’abbé Pène la sgrida: «Benedici i rosari adesso?». Pronta la risposta: «Non porto mica la stola».

Tredicesima – Martedì 2 marzo ci sono 1.650 persone. «Che cosa ti ha detto?». «Di andare a dire ai preti che si venga qui in processione» ma non dice che le ha chiesto anche che «si costruisca una cappella». Accompagnata da due zie, si presenta
al parroco Peyramale ma non si lascia intimidire. «Tu dici che vedi la santa Vergine?». «Non ho detto che è la santa Vergine». «Allora chi è questa signora?». «Non lo so». «Bugiarda...». «Aqueró chiede che si vada in processione alla grotta». «È il vescovo che decide le processioni. Se fosse qualcosa di buono, la visione non direbbe sciocchezze. Torna a casa e non uscire più».

Come si chiama?

Le tre donne si incamminano. Bernardette si blocca: «Ho dimenticato di dire della cappella». Torna davanti al curato Peyramale, ai due vicari Pène e Serres e al cappellano Pomian. «Aqueró» mi ha detto: «Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella». «Una cappella? Ma non sai come si chiama. Bisogna domandarglielo».
Quattordicesima – Mercoledì 3 dice il rosario ma «non ho visto niente»: troppa gente. Torna nel pomeriggio e «Aqueró» appare e sorride. Racconta al curato: «La Signora vuole sempre la cappella». «Se vuole la cappella, che dica il suo nome e che faccia fiorire il roseto della grotta».
Quindicesima – Giovedì 4 ci sono 8 mila persone. Rosario, saluti, penitenze, sorrisi. La gente aspetta un miracolo ma la «Signora» tace. Bernardette è calma ma la folla è delusa e i giornali anticlericali si scatenano: «Che inganno! Quanti poveri creduloni sono stati umiliati».

Per 21 giorni non va più alla grotta perché non si sente attratta. Il 18 marzo è sottoposta a processo dal procuratore, dal commissario e dal sindaco.
Sedicesima – Giovedì 25 marzo, festa dell’Annunciazione, l’apparizione più importante. Ha preparato una domanda: «Signorina, volete avere la bontà di dirmi chi siete, per piacere?». Ma si ingarbuglia e, invece di «bontà», dice «volontà». «Aqueró» sorride ma tace. La piccola montanara testarda ripete la domanda.

Alla quarta volta disgiunge le mani, passa il rosario sul braccio destro, protende le mani verso terra, le ricongiunge al petto, alza gli occhi al cielo e dice: «Que soy era Immaculada Councepciou» cioè «Io sono l’Immacolata Concezione». La visione dura un’ora: Bernardette si rialza felice, il volto radioso. «Cosa ti ha detto?». La piccola storpia la definizione, non la capisce e non sa nulla del dogma dell’Immacolata Concezione proclamato quattro anni prima, l’8 dicembre 1854, da Pio IX. Il burbero parroco: «Tu sai cosa vuol dire?». La mite veggente scuote la te-
sta e chiede: «Cosa significano quelle parole?».

Il medico si converte

Diciassettesima – Martedì 7 aprile in ginocchio prega e stringe tra le mani, giunte a forma di conchiglia, un cero acceso: per mezz’ora la fiamma tocca le dita. Il dottor Dozous, sconvolto, le afferra le mani: «Nessuna bruciatura». Il «miracolo del cero» produce la conversione del medico che diffonde la notizia.
Trascorrono oltre tre mesi; le autorità fanno erigere steccati, che la gente abbatte; decretano la chiusura della grotta; fanno multe ai pellegrini. Il 3 giugno Bernardette fa la Prima Comunione.
Diciottesima – Giovedì 16 luglio l’ultima apparizione. Si ferma lontano dalla grotta e il sorriso le illumina il volto. «Cosa ti ha detto?». «Niente, vedevo solo la santa Vergine».

La vita di Bernardette è trasformata; preghiera e penitenza. Il 3 luglio 1866 compie l’ultima furtiva visita alla grotta, poi a Nevers entra tra le Suore della carità dove si spegne il 16 aprile 1879 a 35 anni.

                                                                         Pier Giuseppe Accornero
                                                                                                                           


 IMMAGINI:
La prima apparizione della Vergine a Bernardette Soubirous avviene l’11 febbraio 1858. A questa visione ne seguiranno altre, 18 in tutto. L’ultima avvenne il 16 luglio 1858.
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Apparizione della Madonna a Bernardetta
3 La casa di Bernardette, pochi metri quadrati in cui vivevano cinque persone.
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Bernardette Soubirous (1844-1879) trascorrerà il resto della sua vita tra le Suore della Carità a Nevers, dove si spegnerà all’età di 35 anni.
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Bernardette è del tutto ignara del significato profondo delle parole che la Vergine le ha rivelato, dicendole che Lei è l’Immacolata Concezione. Questa rivelazione avviene il 25 marzo, festa dell’Annunciazione.

        RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 5  
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