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SALESIANA
VIVERE LA PASSIONE EDUCATIVA
Affrontate
levangelizzazione dei giovani, lemergenza educativa
e la pastorale familiare, con lo stesso spirito di Don Bosco,
lasciando magari perdere altri campi pastorali «non strategici».
È il
«mandato» di Papa Benedetto ai 233 «capitolari»
salesiani
che guidati dal Rettor Maggiore Don Pascual Chávez
Villanueva, riconfermato fino al 2014 sono stati ricevuti
in Vaticano il 31 marzo durante il 26º Capitolo generale
che si è svolto dal 3 marzo al 12 aprile.
Le domande
dei giovani
Già
nel messaggio di apertura il Pontefice aveva espresso «alcune
attese che la Chiesa ripone nei salesiani». Ora esplicita
alcune indicazioni con un discorso magistrale dai toni molto
forti.
Lattuale è un periodo «di grandi cambiamenti
sociali, economici, politici; di accentuati problemi etici, culturali
e ambientali; di irrisolti conflitti tra etnie e nazioni»,
ma anche «di comunicazioni più intense fra i popoli,
di nuove possibilità di conoscenza e di dialogo, di vivace
confronto sui valori spirituali che danno senso allesistenza».
Insiste «sulle
domande che i giovani ci rivolgono e sugli intensi desideri di
vita piena, di amore autentico, di libertà costruttiva
che manifestano. Situazioni che interpellano la Chiesa e la sua
capacità di annunciare il Vangelo con la sua carica di
speranza». Il primo augurio è che la Congregazione
«possa vivere con rinnovato slancio e fervore la missione
per cui lo Spirito Santo, per lintervento materno di Maria
Ausiliatrice, lha suscitata nella Chiesa» e che i
salesiani continuino «in questa missione in piena fedeltà
al carisma originario, nel contesto del bicentenario della nascita
di Don Bosco» (1815-16 agosto 2015).
Ripartire
sempre da Cristo
Tema del capitolo
è stato il motto che animò Don Bosco: «Da
mihi animas, cetera tolle», progetto che «caratterizza
ogni salesiano, consacrato per la gloria di Dio e per la salvezza
delle anime». Perciò il movimento salesiano «può
crescere solo se continua a permanere un nucleo forte e vitale
di persone consacrate e a irrobustire lidentità
della Congregazione».
Quindi «Cristo
sia il centro della vostra vita; lasciatevi afferrare da Lui
e ripartite sempre da Lui. Lamore ardente per il Signore,
laspirazione a immedesimarsi con Lui e ad assumerne i sentimenti
e la vita, labbandono fiducioso al Padre e la dedizione
alla missione evangelizzatrice devono caratterizzare ogni salesiano
che deve sentirsi scelto a seguire Cristo obbediente, povero
e casto, secondo gli insegnamenti e gli esempi di Don Bosco».
Una testimonianza
efficace
Altro punto
forte. Poiché la secolarizzazione avanza e non risparmia
le comunità religiose osserva il Papa «occorre
vigilare su forme e stili di vita che rischiano di rendere debole
la testimonianza evangelica, inefficace lazione pastorale,
fragile la risposta vocazionale. Vi domando di custodire e ravvivare
la fedeltà alla speciale consacrazione».
Quindi «la
Parola di Dio e la Liturgia siano le sorgenti, lalimento
e il sostegno» di ogni salesiano: spiritualità autentica,
dedizione apostolica, comunione ecclesiale, fedeltà al
Vangelo «vissuto sine glossa» e alla Regola, vita
austera, povertà evangelica, amore alla Chiesa, «generoso
dono di voi ai giovani, specie ai più bisognosi e svantaggiati».
Così
fiorirà la Congregazione: «Don Bosco è fulgido
esempio di vita improntata alla passione apostolica a servizio
della Chiesa. Alla scuola di San Giuseppe Cafasso assunse il
motto Da mihi animas, cetera tolle come sintesi di
un modello pastorale ispirato alla figura e alla spiritualità
di San Francesco di Sales, che dà il primato assoluto
allamore di Dio e che plasma personalità ardenti
e dedite alla missione».
Lunica
ragion dessere
Laltra
caratteristica del modello salesiano è il valore inestimabile
delle anime: «Laposto-lo è chiamato a collaborare
allazione redentrice del Salvatore affinché nessuna
vada perduta. Salvare le anime fu lunica
ragion dessere di Don Bosco» come sintetizzò
il Beato Michele Rua, suo primo successore: «Don Bosco
non diede passo, non pronunciò parola, non mise mano a
impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventù.
Realmente non ebbe a cuore altro che le anime».
Cè
unemergenza evangelizzatrice ed educativa. Ogni salesiano
«si spingerà con audacia negli ambiti più
difficili dellevangelizzazione dei giovani, specie dei
più poveri materialmente e spiritualmente; avrà
la pazienza e il coraggio di proporre loro di vivere la dedizione
totale; avrà il cuore aperto a individuarne i nuovi bisogni
e ad ascoltarne le invocazioni di aiuto, lasciando ad altri i
campi già consolidati di intervento pastorale.
Affronterà
la missione con una vita semplice, povera e austera, nella condivisione
con i più poveri, e avrà la gioia di dare di più
a chi ha di meno. Aiuterà i giovani a conoscere e ad amare
il Signore, a lasciarsi affascinare da Lui, a coltivare limpegno
evangelizzatore, a fare del bene ai coetanei, a essere apostoli
di altri giovani: San Domenico Savio, Beata Laura Vicuña,
Beato Zeffirino Namuncurà, cinque giovani Beati Martiri
delloratorio di Poznan».
Verso un
nuovo paganesimo
Ai salesiani
il Papa consegna la «Lettera sul compito urgente delleducazione»,
indirizzata alla diocesi di Roma il 23 febbraio 2008, sulla «grande
emergenza educativa»: Educare non è mai stato
facile e oggi sembra sempre più difficile: non pochi genitori
e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito e
non riescono a comprendere la missione loro affidata. Troppe
incertezze e troppi dubbi circolano nella società e nella
cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai media.
Diventa difficile
proporre alle nuove generazioni qualcosa di valido e di certo,
regole di comportamento e obiettivi per i quali spendere la vita:
«un senso di scoraggiamento» prende molti educatori,
genitori, insegnanti. Perciò «anima delleducazione
può essere solo una speranza affidabile», che però
è insidiata da molte parti, e rischiamo di ridiventare,
come gli antichi pagani, uomini «senza speranza e senza
Dio». La crisi delleducazione è crisi di fiducia
nella vita, è sfiducia in Dio.
Poiché
nelleducazione la famiglia è prioritaria, «limpegno
per i giovani deve aprirsi al coinvolgimento e alla formazione
delle famiglie. Aprite la pastorale giovanile alla pastorale
familiare». È «una priorità assoluta»
perché «la Chiesa ha urgente bisogno di persone
di fede solida e profonda, di preparazione culturale aggiornata,
di genuina sensibilità umana, di forte senso pastorale».
PIER GIUSEPPE ACCORNERERO
IMMAGINI:
1 Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual
Chávez, in fraterno dialogo con i giovani.
2 Il Papa ha ricordato
alla Famiglia Salesiana come solo lamore di Cristo possa
essere il centro dellazione apostolica.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2008 - 6
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