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   VITA DELLA CHIESA:
  
VERSO IL SINODO 2008

«La Chiesa non trae la sua vita da se stessa, ma dal Vangelo e dal Vangelo essa non cessa di orientarsi nel suo pellegrinaggio». Pertanto occorre scrutare la Parola di Dio per rispondere alle sfide ecclesiali e sociali di oggi.
«La Chiesa deve sempre rinnovarsi e ringiovanire grazie alla Parola di Dio, che non invecchia mai né si esaurisce e che, tramite lo Spirito Santo, ci guida alla verità tutta intera». Pertanto dalla frequentazione della Parola di Dio può sbocciare «la nuova primavera spirituale» della Chiesa.

Le due frasi di Papa Benedetto inquadrano bene il significato e l’importanza del XII Sinodo dei Vescovi, in programma in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008 su «La Parola di Dio e nella vita e nella missione della Chiesa», tema scelto dal Pontefice il 6 ottobre 2006 dietro indicazione unanime dell’episcopato mondiale, al quale nella primavera 2007 furono inviati i «Lineamenta», primo documento di preparazione e di consultazione.

Dalle risposte degli episcopati, della Curia romana e delle Facoltà teologiche è stato redatto l’«Instrumentum laboris» (oltre 80 pagine), presentato il 12 giugno dal segretario generale, l’arcivescovo croato Nikola Eterovic. Il Sinodo, convocato e presieduto dal Pontefice, è la più alta espressione della collegialità episcopale.

Eucaristia e Anno Paolino

L’assemblea si collega al Sinodo del 2005 su «L’Eucaristia fonte e culmine della vita della Chiesa» e intende valorizzare «l’unità tra il pane della Parola di Dio e il pane dell’Eucaristia, tra la liturgia della Parola e la liturgia dell’Eucaristia». Spiega Eterovic: «La Parola di Dio è indirizzata a tutti, è sorgente di vita cristiana, spinge all’evangelizzazione, crea comunione, ispira la carità a favore di poveri e bisognosi».

L’altro punto di riferimento è l’«Anno Paolino» che Papa Benedetto ha aperto il 28 giugno nella basilica di San Paolo fuori le mura e che durerà fino al 29 giugno 2009. L’«apostolo delle genti», con le sue 14 lettere, è un «pilastro» del Nuovo Testamento.

Lettura fondamentalista e ideologica

Preoccupa la «lettura fondamentalista e ideologica» della Bibbia: «Non mancano i rischi di un’interpretazioneriduttiva, dovuti al fondamentalismo per cui, da una parte, si manifesta il desiderio di rimanere fedeli al testo e, dall’altra, si misconosce la natura stessa dei testi, incorrendo in gravi errori e ingenerando inutili conflitti. Esistono pure le letture ideologiche della Bibbia, secondo precomprensioni di ordine spirituale, sociale, politico, umano, senza il supporto della fede, sino a forme di contrapposizione tra la forma scritta attestata nella Bibbia, la forma viva dell’annuncio e l’esperienza di vita dei credenti».

Sempre «il fondamentalismo ha risvolti antropologici, sociologici e psicologici estesi; si applica in modo particolare alla lettura della Bibbia e alla conseguente interpretazione del mondo; si rifugia nel letteralismo; rifiuta di tener conto della dimensione storica della rivelazione biblica e non riesce ad accettare l’Incarnazione del Figlio di Dio».

In sostanza la lettura letterale e acritica della Bibbia è sganciata dalla Tradizione e dalla vita della Chiesa. Un fenomeno diffuso dai nuovi movimenti religiosi e dalle sétte protestanti, «che trova sempre più aderenti anche tra i cattolici». Netta è la presa di distanza dall’approccio protestante alla Bibbia perché «la sua lettura non può farsi che «in Ecclesia» e secondo il suo insegnamento».

È anche un’implicita critica alla «teologia della liberazione», alle teorie statunitensi del «disegno intelligente», alle deviazioni nella lettura e nell’interpretazione della Bibbia nella quale, invece, «Dio propone alla persona non qualche informazione più o meno curiosa o di ordine umano e scientifico, ma gli comunica la sua Parola di verità e di salvezza: ciò richiede, a chi l’ascolta, una comprensione intelligente, vitale, responsabile e attuale. Il carisma dell’ispirazione permette di affermare che Dio è l’autore della Bibbia in un modo che non esclude l’uomo come vero autore egli stesso. A differenza della dettatura, l’ispirazione non toglie la libertà e le capacità personali dello scrittore ma le illumina e le ispira».

C’è una netta demarcazione tra «l’ispirazione delle Sacre Scritture» e i libri sacri delle altre religioni come il Corano che – come credoni i musulmani – fu dettato da Allah al profeta Maometto. Tuttavia il Sinodo «dovrà favorire il dialogo ebraico-cristiano e il dialogo interreligioso e interculturale».

L’analfabetismo biblico

La Bibbia è il libro più tradotto e diffuso. Ma i cristiani non conoscono la Parola di Dio che ascoltano solo a Messa. La gente ha bisogno di essere aiutata e guidata nella lettura e nell’«intelligenza ecclesiale» della Bibbia sulla quale c’è una grande ignoranza: «Troppi fedeli esitano ad aprire la Bibbia per varie ragioni, per la sensazione che sia troppo difficile, per un’inadeguata comunicazione».

Bisogna usare tutti i media: radio, televisione, teatro, cinema, musica, canzoni, cd, dvd, internet. Si propone anche «l’insegnamento della Bibbia nelle scuole»: sconfiggere l’analfabetismo biblico significa fare cultura. Molti proverbi, immagini ed espressioni sono entrate nella cultura: «Chi non conosce la Bibbia non conosce la nostra cultura».

Vescovi cinesi e italiani

Si auspica che i vescovi cinesi possano partecipare, un’attesa che dura da quarant’anni, dal primo Sinodo nel 1967: i comunisti hanno sempre detto no. I quattro vescovi italiani eletti dalla Cei sono i cardinali Angelo Bagnasco arcivescovo di Genova e presidente Cei, Crescenzio Sepe arcivescovo di Napoli, Angelo Scola patriarca di Venezia, mons. Luciano Monari vescovo di Brescia. Supplente mons. Francesco Lambiasi vescovo di Rimini.
 
                                                                                
PIER GIUSEPPE ACCORNERO
                                                                                                                           


 IMMAGINI:
Pagina delle celebrazione della Pasqua ebraica (XIV sec., Budapest). Il concetto di memoriale e di celebrazione è alla base di tutta la Bibbia e quindi della trasmissione della Parola di Dio.
2  Il sacerdozio ministeriale è il custode della Parola di Dio. Il suo compito è quello di predicare, spiegare e vivere l’insegnamento della parola divina.
3  
Il popolo di Dio è convocato dalla Parola di Dio per celebrare le meraviglie operate dalla Parola nella storia.

       RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 8  
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