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   VITA DELLA CHIESA| 2 NOVEMBRE: Ricordo dei DEFUNTI
  
PER I NOSTRI CARI


 Presso tutte le religioni, fin dai tempi più remoti, è diffuso il rispetto, il culto per i defunti. Mausolei sono stati costruiti in loro ricordo; le imbalsamazioni in uso presso certi popoli, le offerte, i riti sacrificali, dimostrano quanto sia sentito il dovere di onorare coloro che ci hanno lasciato per una vita oltre la morte. Per molti è un preciso dovere di gratitudine per il bene ricevuto, a partire dal dono della vita, ai valori intellettuali, morali, materiali con cui i nostri cari ci hanno beneficato durante la vita.

Purtroppo sovente questo nobile sentimento viene espresso in maniera errata, con ostentazione di potere e ricchezza che non servono assolutamente al defunto, tanto meno a purificarlo dai peccati commessi durante la vita.

Il mese di Novembre suscita in noi il ricordo di chi ci ha lasciato e il desiderio di rinnovare nella preghiera quegli affetti che con i nostri cari ci hanno tenuto uniti durante la loro vita terrena. Questo è il suffragio, parola che deriva dal verbo latino suffragari che significa: soccorrere, sostenere, aiutare. In vari modi la Chiesa ci insegna che possiamo suffragare le anime dei nostri cari defunti: con la celebrazione di Sante Messe, con i meriti che acquistiamo compiendo le opere di carità, con l’applicazione delle indulgenze.

Ma cos’è l’indulgenza? La definizione tecnica afferma che l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele debitamente disposto, e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi.

Ogni peccato ha una duplice conseguenza: genera una colpa e comporta una pena.
Mentre la colpa, ossia la rottura dell’amicizia con Dio, è rimessa dall’assoluzione sacramentale della Confessione, la pena permane anche oltre l’assoluzione. Allontaniamo da noi ogni pensiero che si tratti di un castigo che Dio infligge, analogamente a quanto avviene nel codice penale per i reati commessi. La pena di cui si parla qui è una conseguenza del peccato, che oltre ad essere rottura con Dio è anche contaminazione dell’uomo. Pensiamo cosa avviene quando due amici che hanno litigato si riconciliano.

Ciò avviene ma con fatica; ci vuole tempo e buona volontà. Non possiamo certamente esitare su Dio nel riammetterci alla piena comunione con Lui, ma dobbiamo dubitare delle nostre capacità a staccarci completamente dal peccato e da ogni affetto malsano; è necessario un lungo cammino di conversione e di purificazione. La pena temporale è il tempo necessario per rigenerare la nostra capacità di amare Dio sopra ogni cosa. Questa pena temporale esige d’essere compiuta in questa vita come riparazione, o in Purgatorio come purificazione.

Le indulgenze sono come un medicamento cicatrizzante sulle nostre ferite spirituali e ci confermano nel proposito di rinnegare il peccato e sanciscono la nostra volontà di aderire pienamente al progetto di Dio. Nel suo cammino terreno il cristiano vede come mezzi di purificazione, che facilitano il cammino verso la santità le varie prove e la sofferenza stessa, l’impegno nelle opere di carità, la preghiera, le pratiche di penitenza e, non ultimo, l’acquisto delle indulgenze. Ma possiamo presumere che in questa vita riusciremo a giungere alla perfezione che ci permette di essere immediatamente ammessi alla piena comunione con Dio? Difficile, ecco allora il tempo di purificazione comunemente chiamato Purgatorio.

Per questo le Sante Messe, le preghiere di suffragio e le indulgenze ci permettono di soccorrere i nostri defunti e abbreviar loro i tempi della purificazione. È quindi un’opera altamente meritoria ricordare coloro che ci hanno fatto del bene, continuare a sentirci a loro vicini e solidali nel cammino di purificazione che stanno compiendo in Purgatorio.*** 

                                                                            GIUSEPPE PELIZZA sdb
                                                                                                                           


 IMMAGINI:
Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta ma trasformata.

       RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008-9  
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