Presso tutte le religioni,
fin dai tempi più remoti, è diffuso il rispetto,
il culto per i defunti. Mausolei sono stati costruiti in loro
ricordo; le imbalsamazioni in uso presso certi popoli, le offerte,
i riti sacrificali, dimostrano quanto sia sentito il dovere di
onorare coloro che ci hanno lasciato per una vita oltre la morte.
Per molti è un preciso dovere di gratitudine per il bene
ricevuto, a partire dal dono della vita, ai valori intellettuali,
morali, materiali con cui i nostri cari ci hanno beneficato durante
la vita.
Purtroppo sovente
questo nobile sentimento viene espresso in maniera errata, con
ostentazione di potere e ricchezza che non servono assolutamente
al defunto, tanto meno a purificarlo dai peccati commessi durante
la vita.
Il mese di
Novembre suscita in noi il ricordo di chi ci ha lasciato e il
desiderio di rinnovare nella preghiera quegli affetti che con
i nostri cari ci hanno tenuto uniti durante la loro vita terrena.
Questo è il suffragio, parola che deriva dal verbo latino
suffragari che significa: soccorrere, sostenere, aiutare. In
vari modi la Chiesa ci insegna che possiamo suffragare le anime
dei nostri cari defunti: con la celebrazione di Sante Messe,
con i meriti che acquistiamo compiendo
le opere di carità, con lapplicazione delle indulgenze.
Ma cosè
lindulgenza? La definizione tecnica afferma che lindulgenza
è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per
i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele
debitamente disposto, e a determinate condizioni, acquista per
intervento della Chiesa la quale, come ministra della redenzione,
autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni
di Cristo e dei Santi.
Ogni peccato
ha una duplice conseguenza: genera una colpa e comporta una pena.
Mentre la colpa, ossia la rottura dellamicizia con Dio,
è rimessa dallassoluzione sacramentale della Confessione,
la pena permane anche oltre lassoluzione. Allontaniamo
da noi ogni pensiero che si tratti di un castigo che Dio infligge,
analogamente a quanto avviene nel codice penale per i reati commessi.
La pena di cui si parla qui è una conseguenza del peccato,
che oltre ad essere rottura con Dio è anche contaminazione
delluomo. Pensiamo cosa avviene quando due amici che hanno
litigato si riconciliano.
Ciò
avviene ma con fatica; ci vuole tempo e buona volontà.
Non possiamo certamente esitare su Dio nel riammetterci alla
piena comunione con Lui, ma dobbiamo dubitare delle nostre capacità
a staccarci completamente dal peccato e da ogni affetto malsano;
è necessario un lungo cammino di conversione e di purificazione.
La pena temporale è il tempo necessario per rigenerare
la nostra capacità di amare Dio sopra ogni cosa. Questa
pena temporale esige dessere compiuta in questa vita come
riparazione, o in Purgatorio come purificazione.
Le indulgenze
sono come un medicamento cicatrizzante sulle nostre ferite spirituali
e ci confermano nel proposito di rinnegare il peccato e sanciscono
la nostra volontà di aderire pienamente al progetto di
Dio. Nel suo cammino terreno il cristiano vede come mezzi di
purificazione, che facilitano il cammino verso la santità
le varie prove e la sofferenza stessa, limpegno nelle opere
di carità, la preghiera, le pratiche di penitenza e, non
ultimo, lacquisto delle indulgenze. Ma possiamo presumere
che in questa vita riusciremo a giungere alla perfezione che
ci permette di essere immediatamente ammessi alla piena comunione
con Dio? Difficile, ecco allora il tempo di purificazione comunemente
chiamato Purgatorio.
Per questo
le Sante Messe, le preghiere di suffragio e le indulgenze ci
permettono di soccorrere i nostri defunti e abbreviar loro i
tempi della purificazione. È quindi unopera altamente
meritoria ricordare coloro che ci hanno fatto del bene, continuare
a sentirci a loro vicini e solidali nel cammino di purificazione
che stanno compiendo in Purgatorio.***
GIUSEPPE PELIZZA sdb
IMMAGINI:
1 Ai tuoi fedeli, Signore,
la vita non è tolta ma trasformata.