HOME
PAGE | HOME
PAGE - ITA | FORMAZIONE
CRISTIANA | FORMAZIONE
MARIANA | INFO
VALDOCCO | VITA DELLA CHIESA| LITURGIA: AVVENTO 2008: DIO NELLA STORIA DELL'UOMO
Dio si veste di umanità.Questa è lattesa che si vive in Avvento, tempo cosiddetto forte dellanno liturgico, insieme alla Quaresima. In questo tempo facciamo la triste scoperta che le nostre opere di giustizia sono diventate ­come panno immondo (Isaia, 64,6) e, se non ci poniamo in silente e umile attesa di Dio che viene a dare senso allesistenza umana, diveniamo coloro che presumono di sapere tutto, anche il futuro, e di possederlo. Perché attendere, chi e che cosa? Si sa tutto, si possiede tutto. Che bisogno vi è di Dio? Se ci lasciamo suggestionare dalla cultura nella quale siamo immersi, perdiamo lunica àncora di salvezza. La buona notizia che attendiamo è questa: merita vivere e procreare, merita camminare e soffrire! Lo capiremo se faremo esperienza dellattesa. Saremo passati attraverso la sapienza profonda del deserto, che ci avrà permesso di scoprire liniquità e la falsità che si annidano sotto spoglie avvenenti; potremo vivere una stagione pura, non contaminata: la stagione di un mondo diverso che noi credenti chiamiamo Regno di Dio. Lattesa: parola che evoca mistero, timore, inquietudine. Nel pensiero cristiano, attesa non ha tali contenuti: essa è speranza, sinonimo di certezza. Più volte Cristo parla di attesa, paragonando il Regno di Dio al seme che germoglia e cresce, produce spiga e grano (Marco 4,26); il seme che, caduto in terra, produce molto frutto solo se muore (Giovanni 12,24). Tali esempi insegnano come questa attesa non sia come quella, logorante e vana, dei due protagonisti di Aspettando Godot (1952), di Samuel Beckett (1906-1989), che attendono invano larrivo di un enigmatico personaggio, dando prova di una patetica resistenza che conduce allassurdo. No. Noi credenti non possiamo essere come quei due. Per noi attesa vuol dire capacità di rimetterci in questione, perché non siamo dei contribuenti alla disperazione collettiva, ma dei suscitatori di novità, capaci di reggere lattesa come forza creativa della storia. La storia e le sue fonti La storia dellAvvento si basa unicamente sui racconti evangelici della nascita e di Gesù. Sono narrati, però, soltanto da Matteo e Luca, i due grandi teologi del Natale. Essi mostrano forti differenze nella narrazione. Matteo narra che Maria e Giuseppe vivono a Betlemme, dove hanno una casa. La visita dei sapienti doriente, detti magi, che vengono da lontano per onorare il re mostrato loro da una stella, allarma il re Erode, sempre timoroso di perdere il suo trono; ha paura di questo fantomatico re appena nato, e fa assassinare tutti i bambini di Betlemme. Ciò induce la famigliola
a lasciare in tutta fretta la propria terra per trovare riparo
in Egitto. Il fatto che il crudele Archelao, figlio di Erode,
assuma il governo in Giudea dopo la morte del padre, rende timoroso
Giuseppe di tornare a Betlemme, per cui conduce il bambino e
sua madre in Galilea, a Nazaret. Non si giustifica il tentativo di conciliare queste differenze. Il credente con umiltà si appaga del fatto che non vi è modo di sapere quanto i racconti di Matteo e di Luca siano storici, né da quale fonte essi li abbiano tratti. Il dato storico, vero e determinante, è che il Figlio di Dio è venuto tra la sua gente, attraverso una nascita secondo la carne dalla stirpe di Davide (Romani 1,3), nato da donna sotto la legge (Galati 4,4) perché noi tutti fossimo salvi e ricevessimo ladozione a figli. Questa limitazione della conoscenza priva forse i racconti dellinfanzia di ogni attendibilità? Niente affatto. Uneccessiva preoccupazione per la storicità ci distoglie dal senso ispirato del testo biblico, che è incentrato su quanto i due evangelisti vogliono insegnarci: lidentità divina e umana di Gesù, detto il Cristo, e il suo ruolo di Redentore dellu­manità tutta. Questo è anzitutto lo scopo dellAvvento: rievocare solennemente Colui che venne tra noi per riportarci alla dignità di figli. Tale festa va dunque preparata, meditata, attesa. È utile anche vedere, come volle fare otto secoli fa un grande cristiano, San Francesco dAssisi, la modalità con la quale quel Dio che i cieli non possono contenere (1 Re 8,27) scelse di venire su questa terra: la povertà, la situazione di chi non ha potere e non vuole averlo, perché ben sa quanto esso sia pericoloso. La nascita di Gesù non avvenne al riparo dai pericoli e nella quiete di una stanza ben riscaldata. Avvenne nel disagio, sia stata nella casa aperta a chiunque di cui accenna Matteo o nella mangiatoia di cui parla Luca. Non vi è alternativa, ci insegna il racconto della nascita: o viviamo dando primato allamore, e il nostro potere diminuisce; o viviamo cercando il potere, e lamore è sopraffatto. Limmagine del Bambino che nasce nella mancanza di beni, non comporta il rifiuto del miglioramento della vita delluomo. È un monito contro lo spostamento dellasse dei progetti di esistenza. Quando questo asse si poggia sullavere, allora non solo Dio diventa muto in cielo, ma diventa disperato luomo sulla terra. Quando invece lasse si poggia sulla consapevolezza che lessenziale è Dio, allora si prende coscienza che Dio sta tra gli infelici della terra. E si comprende che i beni della terra dovranno essere diversamente distribuiti. Essi non sono anelli di una catena della schiavitù, ma diventano, nella visione cristiana, strumenti di solidarietà creativa sulla terra. Lattesa dellAvvento ci richiama allimpegno laborioso affinché vi sia posto e pane per tutti in questo albergo di transito, il mondo. I personaggi Lattesa di un evento
non si vive mai in solitudine. Nei racconti di Matteo e di Luca
una grande quantità di personaggi popola lattesa.
La narrazione infonde ansietà gioiosa e vigilante, espressa
da tutti i personaggi. I Magi, quelle statuine dallespressione seria e solenne che si vedono nei presepi, sono studiosi che si muovono da paesi lontanissimi, per adorare il Re delluniverso. Compiono un viaggio interminabile e pieno di incognite. Quanti passi faccio io per adorare Dio, almeno alla domenica? Il re Erode, abile e scaltro politico, che mantiene il suo trono barcamenandosi tra Roma e il governo locale, prova unangoscia mortale: si tratta del suo potere. Si sopprimano tutti i bambini di Betlemme: quel re sarà eliminato con loro. Ma anche la città intera di Gerusalemme è colta da un fremito di sgomento mai avvertito. Erode e i Magi: ci troviamo
di fronte a due risposte contrastanti rispetto alla ricerca della
verità: il tiranno vive circondato dal terrore, perché
teme per il suo potere, e ricorre come difesa alla strage; di
rimbalzo la città è turbata perché
percepisce un senso di smarrimento: che accadrà? Un sovvertimento,
una catastrofe? Nel racconto di Luca troviamo altri personaggi, che arricchiscono lattesa di nuova e palpabile gioia e trepidazione. Un vecchio sacerdote irreprensibile, Zaccaria, ha in moglie la buona Elisabetta. Una sconfitta, quasi una maledizione, grava su di essi: non hanno figli: per la donna è la sua vergogna (Luca 1,25). Un angelo appare a Zaccaria: avrà un figlio, a cui porrà nome Giovanni. Il vecchio dubita: lui e sua moglie sono avanti negli anni: non è possibile. Ma il suo dubbio viene punito: non ha creduto nellonnipotenza di Dio, basandosi su dati umani. Rimarrà muto fino alla nascita del bambino. Non sono rare nellAntico Testamento coppie di coniugi senza figli, ma vi è un solo caso in cui entrambi sono impossibilitati ad averne: si tratta di Abramo e di Sara, personaggi fondamentali nella storia della salvezza. Che Luca intenda stabilire un parallelismo tra le due coppie di genitori, risulta chiaro dalla risposta di Zaccaria (Luca 1,18), che è una ripetizione letterale della risposta che Abramo dà alla divina rivelazione (Genesi 15,8). Quando riacquisterà la parola, Zaccaria eleverà una solenne e grata lode al Signore, il Benedictus, recitato dalla liturgia ogni mattina. Ed ecco il personaggio più importante dellAvvento: Maria. Della Madre di Gesù, e Madre di Dio, parla soprattutto Luca, non giudeo. Lebreo Matteo è troppo debitore alla cultura giudaica, totalmente maschilista, diremmo oggi, per porre in rilievo una donna ed evidenzia Giuseppe. Maria, in Luca, ascolta, prega, canta di gioia, serve. Lannuncio da parte di Gabriele, la visitazione, il Magnificat (1,26-56), la vedono protagonista. Di tutte le scene utilizzate dalla liturgia per lAvvento, questi racconti lucani sono i più noti. È questa lannunciazione per eccellenza, ben più famosa degli annunci a Giuseppe e a Zaccaria. Lepisodio è oggetto di estrema attenzione nella teologia, nella spiritualità, nellarte e nella letteratura. Ella è il modello ideale di discepolo, che accoglie il messaggio evangelico con lumiltà del povero che tende la mano. Lannuncio a Zaccaria avviene a Gerusalemme, e la nascita sarà subordinata ai rapporti tra marito e moglie; tutto riflette lAntico Testamento. Lannuncio a Maria avviene in una sperduta località della Galilea, Nazaret, sconosciuta e svilita (Giovanni 1,46), e il concepimento implicherà un atto divino di creazione, senza cooperazione umana: esso è opera dello Spirito che adombrerà Maria, lo stesso che aleggiava sulle acque alla creazione del mondo (Genesi 1,2). Maria, prima discepola di Gesù suo Figlio, è la prima ad ascoltare la parola di Dio e ad osservarla (Luca 11,28), e il suo discepolato diventa reale quando ella risponde il suo eccomi. Dio, nel suo arcano disegno, ha scelto questa fanciulla come nuova e definitiva arca di alleanza con la sua creazione. Per questo la preserverà da ogni macchia e la accoglierà in cielo in anima e corpo. Il discepolato di Maria è coerenza allamore con cui Dio ha guardato lumiltà della sua serva e alle grandi cose che Egli ha fatto in lei (canto del Magnificat). Lo stesso può essere vero per noi, redenti dal sangue di Cristo, santi per vocazione (Romani 1,7), in quei momenti ardui in cui siamo chiamati a dire il nostro sì alla volontà incomprensibile di Dio. Noi, nellAvvento, rendiamo
grazie al Padre che in Maria ci ha rivelato il bene nascosto
del suo disegno, preparato fin dalla fondazione del mondo. Intorno a questa nascita, insomma, vi è un grande movimento di persone e una grande varietà di sentimenti. I due personaggi principali, Giuseppe e Maria, donano un insegnamento di preziosità immensa. Dio irrompe nella loro esistenza e sconvolge i loro progetti. Il Regno di Dio viene nella diversità. Giuseppe aveva un progetto di vita familiare, come lo aveva Maria. Se fossero stati legati al loro futuro come lo avevano pensato, avrebbero reagito negativamente. Entrambi invece erano pronti alladventus non secondo i loro progetti, ma aperto alla diversità che veniva. E la diversità dellamore di Dio li trovò pronti. La liturgia LAvvento è il tempo nel quale, in modo più pieno e delicato, la luce del Signore entra a rischiarare la nostra vita. Nelle quattro domeniche sono presenti in modo particolare tre grandi persone, che ci aiutano ad entrare in questo clima di attesa luminosa e paziente: il profeta Isaia, che sette secoli prima previde la nascita del Salvatore, il profeta Giovanni il Battista, intrepido assertore della verità e della giustizia e la Madre di Gesù, Maria, che ci condurrà nel cuore dellAvvento a riconoscere suo figlio nellumiltà di Betlemme. Quali possono essere i segni che ci aiutano a vivere bene questo tempo? Anzitutto la meditazione più attenta della Parola di Dio. Non basta allestire il pur significativo presepe, occorre conoscere a fondo, quasi a livello di studio, la Parola offerta ogni giorno dalla ricchissima liturgia di questo tempo. Più si conosce, più si ama. La Parola non è una pia devozione, è vita, è crescita umana, spirituale e culturale. Il tempo dellattesa inizia con un solenne invito: è tempo di svegliarvi dal sonno (Romani 13,11). La nostalgia verso il passato equivale appunto al sonno, se il credente non opera il risveglio di fronte allappello sempre presente della salvezza personale non ancora definitivamente compiuta. Lispirazione cristiana illumina ogni parola, ogni scelta, ogni azione. La vigilanza, ci avverte la Parola dellAvvento, è una compromissione diretta. Troppo comodo vivere la vigilanza cristiana stando alla finestra e guardando la storia che scorre come un fiume sotto i nostri occhi. Dobbiamo essere nei flutti del fiume, perché chi non sceglie nei flutti sceglie male, perché è solo un predicatore, un rètore del Vangelo. Occorre scegliere compromettendosi, come San Francesco dAssisi, otto secoli fa, come San Giovanni Bosco. LAvvento è tempo di risveglio e di scelta, non nellistmo intellettuale, ma nella prassi storica. Lumiltà dellIncarnazione diventa perno della coscienza che si fa certa che Dio ha vinto il mondo e allora, oltre ogni disperazione, risorge la speranza di un futuro migliore per luomo. FRANCO CAREGLIO OFM IMMAGINI: 1 Giovanni il Battista, Geertgen tot Sint Jans (1490), Staatliche Museen, Berlin. - Giovanni il Battista è uno dei protagonisti del tempo dAvvento. La sua predicazione, essenziale e coerente, ha preparato la via alla venuta di Gesù. 2 Lattesa celebrata nel tempo dAvvento è speranza nel quale il cristiano si rimette in discussione suscitando novità e liberando le forze creative nella storia delluomo. 3 Gli angeli sono la cornice sempre presente nei testi dAvvento. Sono il segno che Dio sta per irrompere definitivamente nella vicenda umana. 4 Lo sposalizio di Maria, chiesa di Saint-Austremonius dIssoire, Auvergne, Francia. - Lo speciale rapporto fra Giuseppe e Maria costituisce una delle novità del tempo dAvvento. La particolarità della loro unione non vuole sminuire il matrimonio, ma esaltare la gioia per la presenza di Dio. HOME PAGE | HOME PAGE - ITA | FORMAZIONE CRISTIANA | FORMAZIONE MARIANA | INFO VALDOCCO | Visita Nr. |