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  SINODO 2008: Linee principali emerse
 
LA PAROLA DEL RINNOVAMENTO

Dal Sinodo
un vento di freschezza

Un auspicio. «Dal rinnovato ascolto della Parola di Dio, sotto l’azione dello Spirito Santo, possa sgorgare un autentico rinnovamento nella Chiesa universale e in ogni comunità cristiana».

Il dovere. «Compito della Chiesa è nutrirsi della Parola di Dio per rendere efficace l’impegno della nuova evangelizzazione. La Parola sia recata in ogni comunità e si traduca in gesti di amore: solo così è credibile l’annuncio del Vangelo».

L’azione. «Tanta gente è alla ricerca, talora inconscia, dell’incontro con Cristo e con il Vangelo; tanti hanno bisogno di ritrovare in Lui il senso della vita. Già il Concilio nella Dei Verbum dice: «È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura». È un requisito indispensabile per l’evangelizzazione e per una promozione pastorale robusta e credibile della Sacra Scrittura, dialogando con le culture e mettendosi al servizio della verità».

Papa Benedetto tira le fila di tre settimane, dal 5 al 26 ottobre, del XII Sinodo su «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» con 253 padri sinodali e 150 tra esperti, uditori, delegati fraterni, invitati speciali, collaboratori. Le 55 «proposizioni» e il «messaggio al popolo di Dio» – con le relazioni, gli interventi orali e scritti, le sintesi dei gruppi linguistici – sono la «base» dalla quale il Papa attingerà per redigere l’esortazione apostolica postsinodale.

Ma contengono indicazioni pastorali generali che gli episcopati nazionali possono tradurre in pratica, tenendo conto che il Sinodo, strumento di collegialità episcopale, è un organismo solo consultivo del Pontefice. Le «proposizioni» si dividono in tre parti:

1) «La Parola di Dio nella fede della Chiesa»: parla della «predilezione di Dio per i poveri, i primi ad aver diritto all’annuncio del Vangelo perché bisognosi non solo di pane ma anche di parole di vita». Tra le grandi sfide «lo sviluppo della scienza» e il rapporto con la legge naturale «scritta nel cuore di ogni persona: fare il bene ed evitare il male».

2) «La Parola di Dio nella vita della Chiesa»: chiede «di formare lettori e lettrici in grado di proclamare la Parola in modo chiaro e comprensibile»; invita «a non sostituire mai nella Messa la lettura della Scrittura con altri testi di spiritualità e letteratura»; sollecita la stesura di un «Direttorio sull’omelia». I vescovi «incoraggiano il servizio dei laici nella trasmissione della fede», «riconoscono che le donne hanno un ruolo indispensabile nella famiglia e nella catechesi, sanno suscitare l’ascolto della Parola e comunicare il senso del perdono e della condivisione evangelica», «auspicano che il ministero del lettorato sia aperto anche alle donne e che nella comunità sia riconosciuto il loro ruolo di annunciatrici della Parola». Molte comunità, senza Messa domenicale, «trovano nella celebrazione della Parola cibo per la fede e la testimonianza». Sono poi da incoraggiare le comunità di base e i gruppi biblici; la ricerca biblica, la catechesi e la pastorale biblica; il dialogo tra esegeti, teologi e pastori.

3) «La Parola di Dio nella missione della Chiesa»: l’azione dei credenti impegnati in politica e nel sociale deve ispirarsi «alla ricerca del vero bene di tutti e nel rispetto della dignità di ogni persona, per quanti soffrono e sono vittime delle ingiustizie». Serve una «mobilitazione generale» per la traduzione della Bibbia nelle varie lingue e per la sua diffusione, rifuggendo dalla «lettura fondamentalistica che ne fanno le sétte». Il dialogo tra cristiani ed ebrei «appartiene alla natura della Chiesa». Per il dialogo con l’Islam tre condizioni: il rispetto della vita, dei diritti dell’uomo e della donna; «la distinzione tra l’ordine socio-politico e l’ordine religioso»; «il dovere della reciprocità e della libertà di coscienza e di religione».

Se da una parte Johann Wolfgang von Goethe sosteneva che «la Bibbia è la lingua materna dell’Europa», dall’altra il concorrente di un quiz di Gerry Scotti non ha saputo rispondere alla domanda «Chi ha recitato per primo il “Padre Nostro”?». Ciò significa che sul piano teorico la Bibbia «è il grande codice della cultura occidentale», senza il quale non si comprende l’identità, la cultura, l’etica, il pensiero, l’arte, la pittura, la musica, la letteratura; ma sul piano pratico l’ignoranza della Scrittura è abissale.

Il «messaggio» dice: «Cari fratelli e sorelle, custodite nelle vostre case e nelle vostre famiglie la Bibbia, leggetela, approfondite e comprendete le sue pagine, trasformatele in preghiera e testimonianza di vita, ascoltatela con amore e fede nella liturgia. Cresca e si approfondisca la conoscenza per la Parola di Dio: ci presenta il respiro di dolore che sale dalla terra, va incontro al grido degli oppressi e al lamento degli infelici, vive la tragedia della sofferenza più atroce e della morte».

La Bibbia è descritta con quattro immagini:

– «La Voce divina» che risuona «all’origine della creazione spezzando il silenzio del nulla e dando origine alle meraviglie dell’universo», che penetra «nella storia ferita dal peccato e sconvolta dal dolore e dalla morte».
– «Il Volto» è Gesù Cristo, Figlio di Dio e uomo, legato a un’e­poca, un popolo, una storia, che vive l’esistenza faticosa dell’umanità fino alla morte ma ora vive risorto e immortale. Il Cristianesimo non è «una religione del libro» ma ha al centro il Gesù storico e il Cristo della fede.
– «La Casa» della Parola è la Chiesa che si sorregge su quattro «colonne»:

a) l’insegnamento. Leggere e comprendere la Bibbia nell’annuncio, nella catechesi, nell’omelia;
b) l’Eucaristia. Fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa;
c) la preghiera. Questa ritma giorni e tempi dei cristiani;d) la comunione fraterna. È nella Scrittura che «incontriamo i fratelli e le sorelle delle altre Chiese cristiane».

– «La Strada»: la Parola deve correre per le strade del mondo, anche quelle della comunicazione informatica, televisiva, virtuale; deve entrare nelle famiglie, nelle scuole, nella cultura e nel mondo del lavoro.
Pier Giuseppe Accornero
 
                                                                                            
PIER GIUSEPPE ACCORNERO
                                                                                                                           


 IMMAGINI:
La Bibbia è lingua materna dell’Europa, aveva detto il grande intellettuale tedesco Goethe. L’ignorare la Scrittura è come ignorare Cristo aveva affermato San Girolamo.
2  La Parola di Dio deve percorrere le strade del mondo per entrare nella vita degli uomini.

       RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 -1  
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