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      LA SPIRITUALITA' MARIANA E'...


Se nei giorni del convegno Torino Spiritualità (settembre 2008) si è avuto il dibattito sulla legittimità sia del termine spiritualità umana sia della sua presenza nel panorama culturale, alcuni anni fa, c’è stato anche un altro dibattito simile, in verità più lungo e più robusto, sull’esistenza stessa e sull’opportunità che si parlasse di spiritualità mariana.

Sembrava infatti più che sufficiente ed esaustiva la presenza e lo studio solo della spiritualità cristiana. Oggi questo problema non sussiste più: parlare di spiritualità mariana non è né uscire fuori dai campi dell’ortodossia cattolica, né un’inutile e dannosa perdita di tempo.

Anche Giovanni Paolo II (1987), nella Redemptoris Mater (n. 48), ha parlato esplicitamente di ‘Spiritualità mariana’, ponendo autorevolmente il sigillo su tutto il dibattito precedente. Nel medesimo documento troviamo: “Maria, l’eccelsa figlia di Sion, aiuta tutti i suoi figli, dovunque e comunque essi vivano, a trovare in Cristo la via verso la casa del Padre. Pertanto la Chiesa, in tutta la sua vita, mantiene con la Madre di Dio un legame che abbraccia, nel mistero salvifico, il passato, il presente e il futuro e la venera come Madre spirituale dell’umanità e avvocata di grazia” (n. 47).

Ma non solo, oggi, si parla di spiritualità mariana con tranquillità, ma anche e spesso, in ambito ecclesiale, si esaltano la spiritualità benedettina, francescana, domenicana, carmelitana ecc., e (tra le ultime arrivate) anche la spiritualità salesiana (di Don Bosco). Allora tutto uguale e sullo stesso piano? No assolutamente.

La spiritualità mariana è su un altro livello di importanza e di grandezza. E questo perché è di ben altro spessore la santità di Maria di Nazaret (che la Chiesa chiama Santissima) e la santità di Benedetto, Francesco, Chiara, Domenico, Caterina da Siena, Teresa d’Avila, Giovanni Bosco, che, certamente mi perdoneranno, sono solo... santi.

Questo deriva dalla diversità di ruolo che hanno avuto Maria, come Madre di Gesù, il Figlio di Dio, Salvatore e gli altri pur grandi personaggi e benemeriti nella Storia della Chiesa. Queste varie spiritualità, ma anche quella mariana, si collocano però tutte all’interno della spiritualità cristiana, che ha come centro e nucleo portante Gesù il Cristo, “unico mediatore tra Dio e gli uomini” (1 Tim 2,5; Ebr 9,15), anche se, come si intuisce facilmente, con importanza diversa. E tutto questo perché “l’evento Cristo non si è compiuto senza Maria” (A. Müller), ma in e con Maria, con il suo libero assenso, nella fede, attraverso il fondamentale dono di se stessa a Dio e al compito di Madre del Figlio di Dio: “Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come tu hai detto” (Lc 1,38).

Ad Jesum per Mariam

Paolo VI, nel famoso documento Marialis Cultus (n. 56) ha affermato che “la pietà della Chiesa verso la Santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano”. Nessuno meglio di lei ci può aiutare e con sicurezza «indicare la via» (la Madonna Odighitria di molte icone) nel nostro cammino verso Cristo, e questo Maria lo fa meglio di qualsiasi altro santo. Oppure come ha affermato un grande teologo “noi dobbiamo, ci si perdoni l’immagine, metterci gli occhiali di Maria per vedere meglio il Cristo” (Hans U. von Balthasar), e quindi diventare suoi discepoli.

Concetti questi che trovano una mirabile sintesi nell’aforisma o detto popolare, di incerta provenienza ma di indubbia chiarezza e forza: “Ad Jesum per Mariam”. Bisogna andare a Cristo per salvarsi e Maria rimane la guida per eccellenza (naturalmente sotto l’azione dello Spirito Santo).

Sentiamo un esperto in materia, San Luigi G. de Monfort: “Prima verità. Gesù Cristo nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni; altrimenti esse sarebbero false e ingannatrici. Gesù Cristo è l’alfa e l’omega, il principio e la fine di tutte le cose. Noi non lavoriamo, come dice l’Apostolo, che per perfezionare ogni uomo in Gesù Cristo...” (Trattato della vera devozione alla Vergine, n. 61).

Come si vede la spiritualità mariana (devozione) raccomandata dal santo è eminentemente cristologica ed ecclesiologica. È infatti per la salvezza e per la progressiva cristificazione dell’uomo, cioè della sua assimilazione a Cristo, che ‘lavora’ tutta la Chiesa e naturalmente anche Maria, che è la Madre della Chiesa, continua incessantemente la sua opera di maternità spirituale dopo l’Assunzione al Cielo.

Il teologo Giorgio Gozzelino, ha messo in risalto questa dimensione cristologica scrivendo: “La verità delle creature, infatti, è Gesù Cristo. E Maria, come ogni santo e più di essi, testimonia Gesù, non se stessa: se propone se stessa, lo fa solo per orientare a Gesù, per dire che il cammino verso di lui non fallisce il traguardo e per spingere a obbedirgli in tutto”.

Anche R. Panikkar ha espresso con forza l’essenzialità della presenza di Maria e quindi della spiritualità mariana nel Cristianesimo affermando: “Tutto è importante: teologia, scienza, cultura, progresso tutto è molto importante, però, senza Maria, la nostra vita cristiana è monca e qualsiasi concezione che si tenti di dare del cristianesimo diventa fallita”.

Allora la spiritualità mariana è...

Non sarebbe saggio rinunciare e tanto meno disprezzare qualcuna delle spiritualità di cui sopra (benedettina, francescana ecc). Ma di per sé se ne può fare a meno. Non sarebbe uno scandalo e non ci sarebbero scomuniche già programmate. Potremmo essere degli ottimi cristiani lo stesso.

Ma altrettanto non si può dire della spiritualità mariana. Perché Maria c’è, è un dato storico, è un fatto non una teoria. Maria non l’ha inventata la Chiesa per un qualche bisogno di tipo culturale, mitologico o psicologico che sia (cioè per fare spazio nel cristianesimo anche all’elemento femminile per controbilanciare quello maschile, da sempre preponderante).

Maria c’è perché è intimamente legata al Figlio di Dio, che ha voluto incarnarsi, «farsi carne» , cioè farsi uomo, fragile e mortale come noi (“Nato da donna” dice Paolo ai Galati 4,4). E per far questo Dio stesso ha deciso di aver bisogno di una donna e di una Madre per il proprio Figlio «in carne umana». E questa donna si chiama Maria (o Miriam). E noi, nessuno, può cancellarla dalla trama della storia della salvezza, pena la distruzione stessa del Cristianesimo.

Molto acutamente, già tanti anni fa, Paolo VI nella sua visita al santuario della Madonna di Bonaria di Cagliari (1970) affermò: “Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui conduce”. Questa citazione del grande pontefice, rimasta famosa, dissipa ogni polemica su alcuni aspetti della «questione mariana».

La spiritualità mariana, all’interno del Cristianesimo e quindi della spiritualità cristiana, non deve essere quindi considerata un «optional». Perché “più che ad un rapporto episodico e superficiale, la spiritualità mariana viene vista come «una coincidenza permanente, intima e unificante tra il cristiano e Maria sotto l’influsso dello Spirito Santo»” (Angelo Amato).

Si può quindi, in senso ampio, definire la spiritualità mariana come l’esperienza della propria esistenza vissuta nel nome di Gesù Cristo, il Signore, sotto l’influsso e la presenza dello Spirito Santo, aiutata e incoraggiata da un personale riferimento esistenziale al modello Maria di Nazaret, la Madre di Gesù e nostra.

Origene, un padre della Chiesa del IV secolo, ha scritto: “Ogni anima deve essere madre di Dio, perché siamo stati creati per portare Cristo al mondo e qualsiasi opera buona che noi facciamo è una partecipazione di Cristo, fa nascere Cristo in questo mondo”. È un pensiero che può essere orientativo nella vita spirituale in genere e anche nella nostra spiritualità mariana.

Se dobbiamo portare e testimoniare Cristo nel mondo con la nostra vita quotidiana, non c’è nessuno meglio di Maria di Nazaret, la Madre di Gesù nella fede prima e nella carne poi (Sant’Agostino), ad essere il nostro aiuto ed il nostro modello, attraverso lo studio e l’imitazione dei suoi atteggiamenti, specialmente della sua fede, e dei suoi comportamenti come vengono descritti nei Vangeli.

                                                                                                                MARIO SCUDU sdb


Ti saluto, o Maria

Ti saluto, o Maria, Figlia amatissima dell’eterno Padre, madre ammirabile del divin Figlio, Sposa fedelissima dello Spirito Santo. Ti saluto, o Maria, amata Madre mia, mia amabile Maestra, mia potente sovrana, mia gioia, mio cuore e mia anima...
La luce della tua fede dissipi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà prenda il posto del mio orgoglio; il tuo spirito di sublime contemplazione allontani le distrazioni dalla mia fantasia vagabonda; la tua continua visione di Dio riempia della sua presenza la mia memoria; l’incendio del tuo amore bruci la tiepidezza, e freddezza del mio cuore; i miei peccati cedano il posto alle tue virtù; i tuoi meriti siano mio ornamento e supplemento davanti a Dio. Infine, mia carissima amatissima madre, fa’, se è possibile che io abbia il tuo spirito per conoscere Gesù Cristo e intendere i suoi divini voleri, la tua anima per lodare e glorificare il Signore, il tuo cuore per amare Dio con amor puro e ardente come te...
                                                                  (San Luigi G. de Monfort, Il segreto di Maria, n. 68)


 IMMAGINI:
L’evento Cristo si è compiuto per mezzo di Maria, per questo il cristiano nutre una filiale adesione a Maria.
 L’Annunciazione è il momento in cui Maria viene coinvolta nel progetto di Dio di salvare l’umanità. Per lei rappresenta però solo una continuazione di quella fedeltà che ha sempre avuto verso il Dio d’Israele.
3  
La Natività di Maria, mosaico di Pietro Cavallini, (1291), S. Maria in Trastevere. | «Ogni anima deve essere madre di Dio, perché siamo stati creati per portare Cristo al mondo» (Origene).


      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 - 3  
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