Le raccomandazioni
alla Chiesa di Dio
Dopo aver visto negli altri
articoli le idee che avevano guidato Paolo nella formazione delle
diverse comunità cristiane, diamo ora uno sguardo alle
sue preoccupazioni pastorali. Prendiamo in considerazioni quali
furono le raccomandazioni che Paolo fece alle sue Chiese.
La prima è rivolta alla Chiesa che è in Roma.
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio,
ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito
a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Rm 12,1).
È la raccomandazione che Paolo rivolge ai cristiani di
Roma, invitandoli a lodare Dio non solo con latto esterno
del culto ma con tutta la vita. Lo stesso corpo per il cristiano
è strumento per lodare Dio e ogni scelta comportamentale
è occasione
di preghiera o di lontananza da Dio.
La seconda alla comunità
di Efeso.
È
lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti,
altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere
idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare
il corpo di Cristo (Ef 4,11-12).
Contro il rischio di chiusura
in se stessi, presente nella comunità di Efeso, lApostolo
raccomanda di mettere i propri carismi a disposizione della Chiesa,
per poterla edificare e diffondere.
La terza concerne latteggiamento che deve avere il vero
pastore.
Ai pastori piuttosto minimalisti,
Paolo raccomanda la cura della propria preparazione, al fine
di guidare in modo santo e sapiente la Chiesa di Dio:
Proponendo
queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù,
nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina
che hai seguito. Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle
(1 Tm 4,6-7).
Ancora rivolgendosi alla comunità
di Corinto, Paolo esprime il suo pensiero riguardo alla solidarietà.
Era, infatti, usanza presso i cristiani della comunità
di Corinto ritrovarsi nellappartamento di un credente per
consumare il pasto al sacco con vivande portate da
casa e poi celebrare lEucaristia. Questo creava una situazione
paradossale tra la celebrazione dellunità della
Chiesa attorno allunico altare e la spaccatura dei ceti
sociali che si manifestava con la diversità di cibo che
variava dai pochi legumi dei poveri, fino alle grasse vivande
dei ricchi. Inoltre, in seguito a lauti pasti e brindisi tra
amici, la celebrazione eucaristica avveniva spesso con evidente
stato di ebbrezza di non pochi fedeli.
Paolo non poteva ammettere
questa contraddizione e non risparmiò la sua raccomandazione
ed il suo prono rimprovero:
Quando dunque vi radunate insieme,
il vostro non è più un mangiare la cena del Signore.
Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il
proprio pasto e così uno ha fame, laltro è
ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere?
O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare
chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi
lodo! (1 Cor 11,20-22).
I versetti che seguono sono
il primo racconto scritto, precedente cronologicamente gli stessi
Vangeli, riguardante lultima cena e listituzione
dellEucaristia. Essa è proposta da Paolo come invito
alla solidarietà e allunità attorno alla
Pasqua di Cristo.
Mi
sono fatto tutto a tutti
Potrebbe essere questa espressione
della Prima Lettera ai Corinti la sintesi del ministero e della
personalità di Paolo. La lezione greca originale tois
pàsin gégona pànta usa il verbo ghinomai
che esprime il divenire di una situazione ed è usato per
evocare il cammino di fede come il divenire credente.
Il termine pasin deriva dallaggettivo pas, il quale in
modo ambivalente può significare tutti, inteso
come collettività e ciascuno, inteso come
insieme delle individualità. Parafrasando pertanto il
versetto potremmo tradurre con la formula chiastica per
tutti sono diventato ciascuno e per ciascuno sono diventato tutti.
LApostolo consumò
così la sua vita, nel tentativo di essere utile a tutti
e a ciascuno, suscitando la fede con istruzioni, raccomandazioni
e rimproveri, al fine di modellare il volto sempre più
armonioso e splendente dellunica Chiesa di Cristo.
Dalla missione alla
morte
45-49: Paolo compie
il primo viaggio missionario, accompagnato da Barnaba. Tocca
le regioni di Cipro, Perge, Antiochia di Pisidia, Licaonia, dove
incontra
una forte ostilità da parte di altri Ebrei. La causa della
discordia era il parere contrario di Paolo sul fatto che i gentili,
per diventare cristiani, dovessero passare attraverso lebraismo,
facendosi circoncidere, e solo dopo ricevere il battesimo. Questo
causa lincidente di Antiochia, ovvero il dissenso con Pietro
che a sua volta sosteneva il parere della sensibilità
giudaica.
49-50: Paolo è al Concilio di Gerusalemme.
Con leditto di Claudio giudei e cristiani vengono espulsi
da Roma.
49-52: Paolo compie il secondo viaggio missionario. È
il viaggio più importante: Paolo predica in Europa e tiene
il discorso allAreopago di Atene. Si consuma la
rottura con Barnaba, circa linclusione di Marco nella predicazione.
Sila è il nuovo compagno di Paolo.
51: Paolo è a Corinto dove incontra il proconsole
Gallione. Questa è la sola data certa della biografia
paolina, le altre sono ricavate da questa per estrapolazione.
Incontra Aquila e Priscilla che fanno il medesimo
mestiere... fabbricatori di tende (At 18,1-3). Fonda
la sua chiesa principale: Corinto.
53-58: Paolo compie il terzo viaggio missionario in cui
fonda la chiesa di Efeso. Compie la visita in Asia ed
incontra Apollo, passa per la Macedonia e va a Gerusalemme via
Tiro. A Gerusalemme vuole dimostrare che i gentili sono
perfettamente cristiani. Arrestato e condotto davanti
al Sinedrio: gli ebrei gerosolimitani ormai lo odiavano.
I Romani lo salvano trasferendolo a Cesarea: Felice, governatore,
vuole un compenso in denaro ma Paolo non acconsente.
54-57: Sosta a Efeso (cf Gal, 1-2 Cor e Rm).
58: A Gerusalemme è arrestato e condotto in carcere
a Cesarea, in custodia cautelare.
58-60: Festo succede a Felice e riapre il processo a Paolo
che si appella al suo diritto romano e chiede di essere giudicato
da Cesare Nerone (cf At 22,28).
60-68: Paolo compie il suo ultimo viaggio a Roma (cf Fil
e Fm) dove è tenuto prigioniero fino alla condanna a morte
per decapitazione, avvenuta nella zona delle Acque Salvie, dove
oggi sorge, in sua memoria, la chiesa delle Tre Fontane.