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   PROBLEMI EDUCATIVI: Lettere a Suor Manu
   DILLE CHE ABBIA PAZIENZA


"A volte si fanno errori irreparabili:
ho insistito con mio marito perché comperasse un pc nuovo, perché quello che avevamo in casa era lento ed obsoleto. Mi ha ascoltata. Non l’avesse mai fatto: Francesco (15 anni) si immerge in sto monitor le ore... e quando gli chiedo cosa fa mi risponde sempre: “Sono su Messenger”, come se dicesse “sto studiando”, uguale! E da quando c’è Messenger, fine, non so più neppure che voce ha. C’era già un dialogo ridotto al minimo, ma ora... Io sono sicura che gli farebbe bene confrontarsi anche con un adulto, non sempre solo con i coetanei, ma appena provo ad accennarlo la risposta è “Fatti i fatti tuoi, sono cose mie”. Io non sono tranquilla, perché se è così difficile dialogare ora che ha 15 anni... come sarà a 16, 17, 18?"

In un incontro con un gruppo di ragazzi ho messo “sul tavolo della discussione” proprio questa questione: c’è una mamma che si chiede cosa deve fare con suo figlio di 15 anni che da quando chatta su messenger ha chiuso ogni contatto o dialogo con il resto del mondo...

cosa rispondereste?

Qualcuno sosteneva che fosse necessario provare e riprovare, insistere, quasi costringerlo... ma altri assolutamente non erano d’accordo: secondo loro forse questa mamma è troppo apprensiva, forse gli sta troppo addosso, invece alcuni ragazzi, in modi e momenti diversi hanno risposto allo stesso modo: “Dille che abbia pazienza, perché prima o poi cambia!”.

In effetti alla fine questa risposta mi è sembrata la più soddisfacente. Infatti i ragazzi non vogliono che si rompa loro le scatole, ma non vogliono neppure che li si abbandoni a loro stessi!

Credo proprio che questa volta i ragazzi siano stati saggi: ci vuole pazienza, soprattutto se si desidera avventurarsi nel mondo dell’educazione degli adolescenti.

Mi pare che si possa dire che la pazienza sia una fiducia coraggiosa capace di soffrire. Non si arrende.
Puoi avere pazienza solo se hai anche passione (in fondo pazienza e passione hanno la stessa radice di “patire”). La pazienza è l’attesa del contadino che ama la sua terra, che l’ha coltivata con fatica e amore e attende il frutto.

Per chi educa la pazienza è una virtù difficilissima: significa accogliere i tempi dei ragazzi che sono sempre diversi dai nostri, non scoraggiarsi né per le risposte inadeguate, né per i silenzi troppo “chiassosi”; significa capacità di autocontrollo.

Al vero educatore la pazienza “non scappa”, perché egli sa bene che tante volte è l’unica cosa che può donare ai ragazzi... Non lasciamoci scappare la pazienza, altrimenti con lei scappiamo anche noi... e i ragazzi restano soli...

“Dille che abbia pazienza!”.

                                                                                                    Suor Manu


       RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 2  
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