"Non pensavo di tribolare così tanto
per la scelta degli studi dei miei figli... Il più piccolo
non ha voglia di studiare e ha scelto un corso di due anni, la
più grande vuole fare Lettere, una facoltà che
sforna disoccupati. Dopo discussioni infinite, sono demoralizzata
perché i miei figli non solo non si fidano dellesperienza
di noi genitori ma mi accusano di non voler lasciar loro la libertà
di decidere sul loro futuro...
Dove abbiamo sbagliato?"
In queste mattine di sole mi piace osservare
una mamma che accompagna la bimba a scuola con in braccio il
fratellino che muove i primi passi. Quante volte lo mette giù,
lo accompagna prima tenendolo con tutte due le mani, poi con
una mano sola, poi prova a staccarle tutte due e lo lascia andare
da solo qualche passo, finché il piccolo perde lequilibrio
e si guarda intorno spaesato... ma cè il sorriso
della mamma a bloccare lacrime e tristezza.
Credo sia limmagine più
efficace per provare a riflettere sullequilibrio tra libertà
assoluta e dipendenza totale.
La scelta degli studi è
certamente
delicatissima e potrei portare moltissimi esempi di ragazzi che
hanno iniziato un corso di studi deciso dai genitori, ma poi,
con buona pace dei genitori stessi, hanno dovuto ripiegare sulla
scuola che fin dallinizio avrebbero voluto frequentare.
Riporto qualche stralcio del
brano molto conosciuto di Kahlil Gibran che sento quanto mai
adatto al difficile mestiere dei genitori.
I vostri figli non sono i vostri
figli.
... E benché stiano con voi non vi appartengono.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come
frecce viventi.
... LArciere vede il bersaglio sul sentiero dellinfinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano
rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dellArciere;
Perché se Egli ama la
freccia che vola, ama ugualmente larco che sta saldo.
Forse ci riesce più facile
sentirci lArciere invece, grazie a Dio, lArciere
è un altro. Noi possiamo soprattutto avere fiducia: nella
bontà dellarciere e nella possibilità della
freccia. Avere fiducia e coltivare un atteggiamento che ha la
stessa radice di fiducia: la confidenza.
Se cureremo la relazione con
i ragazzi fino a che loro sentiranno che meritiamo la loro confidenza,
potremmo persino accettare che facciano degli errori. Certo questo
richiede molta più pazienza e più tempo ed è
molto più difficile che decidere al loro posto, ma le
garantisco che dà anche molta più gioia e più
pace.
Manuela ROBAZZA fma
IMMAGINE:
Noi possiamo soprattutto
avere fiducia: nella bontà dellarciere e nella possibilità
della freccia. © ANS Image Bank