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ATTUALITA' RELIGIOSA:
   
Devozione al Sacro Cuore di Gesù:

TI HO AMATO CON TUTTO IL CUORE

Ma all’uomo del terzo millennio, naufrago delle grandi ideologie onnicomprensive che avevano promesso una salvezza universale e totale, deluso da parte della tecnologia che sembrava assicurargli un’esistenza “soft” senza quella insostenibile leggerezza dell’esistere, può ancora dire qualcosa di buono il ricordo del Sacro Cuore? Abbiamo ancora bisogno di questo simbolo religioso, altamente significante e intrigante, che è il Cuore di Gesù?

Per la verità il capitolo di questa devozione ha conosciuto un periodo di crisi che ormai sembrava superato. Nel passato era stata vista come una pratica religiosa sdolcinata, per bigotte e bigotti, gente malata di devozionalismo. Invece oggi è proposta e vista come una devozione per anime forti, coraggiose e decise, che prendono sul serio il messaggio di Dio.

San Paolo che aveva sondato in profondità il mistero del Cristo aveva affermato: “Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). E su questo “pensiero forte” aveva fondato e vissuto la vita con tutte le sofferenze e poi affrontato anche il martirio.

Allora contemplare il Cuore di Cristo è riflettere, meravigliarsi, ammirare, lasciarsi inondare da questo amore infinitamente serio per ciascuno di noi. Ecco il merito principale di questa devozione tornata ad essere proposta in ambito ecclesiale: confrontarsi con la serietà dell’amore di Cristo per noi.

Qualcuno ha detto che se è difficile amare seriamente, è ancora più difficile lasciarsi amare... come nel caso di Dio che ci ha amati per primo. Gesù stesso ha detto una volta alla Beata Angela da Foligno (durante una sua meditazione sulla Passione): “Non ti ho amata per scherzo... Io per te fui crocifisso, ebbi fame e sete e per te sparsi il mio sangue, tanto ti ho amata”. Sì perché l’Amore vuole e deve essere riamato da noi.

Il Cuore di Cristo, simbolo visibile di questo suo amore per ciascuno di noi, “è la misura obiettiva della verità dell’amore” (C. M. Martini). E costringe ciascuno di noi a verificare la consistenza e profondità del nostro amore quotidiano, se è ancorato, strutturato e rivissuto nell’amore di Cristo e nella sua modalità di donazione, o se invece è fondato su mode fluttuanti e pulsioni occasionali, su sentimentalismi contingenti e percezioni passeggere.

È urgente per tutti la verifica non solo della verità della nostra fede ma anche del nostro amore a Dio e al prossimo.

E ci accorgeremo che credere in Dio comporta amarlo e servirlo nel prossimo. Contemplare il Cuore di Cristo e l’amore per noi che rappresenta, significa sforzarsi di vivere le nostre piccole storie quotidiane come un dovere d’amore. Il Cuore di Gesù trafitto è il simbolo potente di questo innamoramento fino alla “follia della Croce” del Creatore per la sua creatura.

Se l’amore è il “dono supremo”, se è il “carisma più importante” (San Paolo), il ricordo del Sacro Cuore per noi può costituire un potente richiamo a dare più consistenza alle nostre scelte quotidiane, immettendo in esse quel supplemento di amore necessario.

                                                                                           Mario SCUDU sdb
                                                                                                   


“Il Cuore di Cristo Crocifisso è come un osservatorio da cui guardare tutta la storia per ri-
tessere rapporti di amore assolutamente veri, capaci di attraversare la sanguinosa vicenda umana. Cristo, morto per l’uomo, è misura o­biettiva della verità dell’amore. Una misura sempre presente perché Egli è vivente, risorto e vivo, presente come perenne istanza a cui l’uomo può fiduciosamente rivolgersi, per trascendersi e riportarsi all’autentico cioè a Dio...
                                                                        
Card. Carlo Maria Martini

Accoglimi tra le tue braccia

Sacro Cuore di Gesù, ti lodo e ti amo con tutto il cuore...
Io amo solo te, sacratissimo Cuore di Gesù...
Sono povero e misero,
ma quando possiedo il tuo santo e amabile Cuore,
allora sono ricco...
Quando ingiustizia e pericolo mi assalgono,
mi affido al sacratissimo Cuore di Gesù.
Quando i nemici incalzano, essi non possono farmi del male.
Subito mi rifugio in te, delizia dell’anima mia.
Spesso sono stato confuso.
Nelle mie necessità stammi accanto, sacro Cuore di Gesù.
Tu sei il maestro, io il discepolo.
Fammi ascoltare con cuore sincero e aperto le tue parole. Desidero portare ogni fatica, ogni croce fino alla fine della mia vita per amor tuo, sacratissimo Cuore di Gesù. Quando, nell’ora della mia morte, il corpo e l’anima vengono meno, prendimi tu tra le tue braccia.
Nel giudizio sii misericordioso con me. Non mi respingere, sacratissimo Cuore di Gesù.
                                                 San Giuseppe Freinademetz missionario in Cina

San Giuseppe Freinademetz, nato nel 1852 entrò nella Congregazione del Verbo Divino e partì per la Cina. Nello Shan-tung, per quasi 30 anni, lavorò come missionario. Fu perseguitato dalla società segreta xenofoba dei Boxers, che uccisero centinaia di missionari e di cinesi convertiti. Riuscito a fuggire, morì di tifo nel 1909. Fu canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2003.

                                          
 



      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 6
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