Chi ama i giovani
non può non seguirli lungo i sentieri della vita tracciati
loro dallincedere tumultuoso delle nuove tecnologie. La
gioventù è abbacinata da esse. Sul progresso basa
la propria esistenza, crea nuovi modi di comunicare, inventa
nuovi modi di relazionarsi che spesso gettano nel panico noi
adulti.
È di
pochi mesi fa notizia del carabiniere di Subiaco che, sopraffatto
dal terrore dei pericoli nascosti su Facebook, si è tolto
la vita dopo aver ucciso una figlia tredicenne e ferito gravemente
unaltra di quindici anni. È il dramma dellincomunicabilità
generazionale, in un mondo zeppo di comunicazioni.
La gioventù
che riempie le nostre giornate, che anima le nostre famiglie,
che sta in cima alle nostre preoccupazioni, sfugge sempre più
al nostro controllo aumentando tra i genitori, gli educatori,
gli operatori sociali, i preti il senso dellestraneità
generazionale, che porta al sorgere di inconsce certezze di inadeguatezza
e di isolamento esistenziale.
Ormai, nel
mondo dei giovani, i mezzi di comunicazione cessano la loro funzione
di semplici strumenti di comunicazione e si trasformano in un
nuovo mondo, e in un nuovo modo, fuori
dal quale non è dato avere altra esperienza, né
altra libertà se non quella di prendervi parte o di starsene
in disparte. Chi si lascia mettere in un angolo è definitivamente
out dalla vita moderna, dove non ha valore la realtà
del mondo o lesperienza che se ne può fare, ma soltanto
la sua rappresentazione, la sua buona riuscita telecomunicata.
Mai come oggi,
tutti coloro che amano Don Bosco e vivono la sua passione educativa
per i giovani devono ricordare un suo slogan profetico rivolto
ai salesiani: Amino ciò che piace ai giovani e i
giovani ameranno ciò che piace a loro! (Memorie
Bibliografiche, 17,111). Oggi, anche negli ambienti salesiani,
si respira un clima di timore, talora di paura nei confronti
delle nuove realtà che il Sistema Preventivo solleva nellàmbito
educativo.
Lanalfabetismo
informatico e linguistico scava, quotidianamente, nuovi solchi
che attivano barriere di incomunicabilità, che a loro
volta allontanano sempre di più i cosiddetti educatori
dagli educandi. Ci si limita a parlare sui giovani e si è
sempre più restii a vivere in mezzo a loro. Parliamo loro
di casa paterna come primo luogo di accoglienza e
ci sfugge il fatto che per i nostri ragazzi essa è ridotta
a container attrezzato per ricevere il mondo esterno
via cavo, via telefono o via etere. Quanto più il lontano
si avvicina, tanto più la realtà familiare si allontana
ed impallidisce.
La televisione,
il computer e il cellulare agevolano le relazioni virtuali, ma
inaridiscono il concreto dialogo educativo. Con laiuto
dellelettronica digitale i ragazzi visitano il mondo senza
uscire dalla loro stanza, esplorano tutti gli anfratti della
vita senza sperimentare il calore di una carezza, vivono la loro
sessualità senza la mediazione coinvolgente della presenza
fisica della persona amata. Il loro è un mondo tumultuoso
ma gelido, connesso con tutti ma vissuto nella solitudine, sempre
più virtuale e lontano dalla realtà.
Che cosa farebbe
Don Bosco?
Una cosa molto
semplice. Si libererebbe di tutti i blocchi psicologici che la
tecnologia moderna suscita. Si darebbe da fare, con tutte le
sue forze, per acquisire la capacità di connettersi con
il mondo dei giovani in modo da viverlo dallinterno con
capacità e destrezza. Li prenderebbe per mano e li guiderebbe
verso la capacità di cogliere la differenza che intercorre
tra la virtualità, la realtà e il sogno, fra il
vero e il non vero.
Li renderebbe
critici e, quindi, liberi davanti al know how informatico,
creando in loro la convinzione che la vita non può essere
ridotta a smanettare sulla tastiera di un computer o al semplice
occhieggiare un monitor. Tutto questo navigando con
loro non verso approdi di solitudine, ma verso porti in cui vivere
in modo più libero il loro nuovo modo di essere persone
responsabili nelle fede e nella condotta.
Ermete Tessore sdb /
e-mail: tessore.rivista@ausiliatrice.net
IMMAGINI:
1 I giovani vanno amati così
come sono e non per come appaiono. - © Photoxpress.com -
Foto Scott Griessel e Yam