Tanta gente
andava dietro a Gesù "al punto che non poteva più
entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori,
in luoghi deserti" (Mc 1,45). Dividiamo questo seguito in
due gruppi: il primo è composto da quelli che comunemente
sono riconosciuti come peccatori e che si considerano tali, quindi
si avvicinano, si stringono a lui per ascoltarlo, per sfiorare
il lembo del suo mantello. Sono persone sole, umiliate dalla
vita, soffocate forse dalla nausea di un non-vivere, senza vie
di uscita. E il loro cuore si stringe quando sentono parole d'amore
e le confrontano con la propria miseria. Ne sentono il bisogno
perché lui illumina le loro notti buie e angoscianti,
mangia con loro e dice che è venuto proprio per loro,
per i peccatori, per i malati, per gli smarriti. Dice che i peccatori
precederanno "gli altri" nel regno di Dio. Chiama Dio
padre e dice che loro sono i suoi figli e che li ama perché
ama i fiori del campo e molto di più gli uomini!
Una religione
per distintivo
Poi ci sono
i peccatori, che non hanno mai pensato di esserlo se si confrontano
con i primi, quelli che si credono giusti, che non provano mai
desiderio di convertirsi. Sono le persone che si sentono a posto.
Quelle che sono dalla parte di Dio, che si sono impadronite di
lui riducendolo ad una sorta di legge da osservare, ad un rituale
da praticare periodicamente, un'abitudine. Vivendo secondo la
regola e il cliché prestabilito, si credono giustificate
e si considerano autorizzate a giudicare tutti in base alla loro
presunta perfezione. Sono le persone che pensano di essere buone,
di essere in comunione con tutti, anche con Dio, chiuse nella
loro mentalità e nella loro psiche narcisista. Persone
che pensano di tener buono Dio con la loro bravura. In realtà
hanno fatto del proprio egoismo il loro idolo appiccicandoci
sopra un'etichetta religiosa. Una pseudo religiosità che
persegue la propria volontà, convinti di fare quella di
Dio, osservando una legge fatta da uomini nella convinzione che
è data da Dio, sostenendo l'impalcatura ideologica con
giustificazioni razionali, persino con pensieri devoti e citazioni
autorevoli. Questo genere di persone sono coloro che seguono
Gesù da lontano e mormorano e lo accusano di mangiare
con i peccatori e tramano contro di lui.
Dimmi del tuo
Dio e ti dirò chi sei
La questione
fondamentale è sempre quella dell'immagine di Dio. Se
l'uomo si lascia sorprendere da Dio, in maniera che Dio si possa
rivelare veramente, allora e solo allora qualcosa cambia dentro
di lui. Altrimenti attacca il cuore a immagini di Dio che invitano
a rispettare i precetti, ad osservare la legge, ad essere dei
bravi fedeli pronti sempre a sentirsi migliori degli altri che
non vedono Dio in una legge da osservare e quindi corrono il
rischio di incontrarlo davvero! Ricordi il figlio maggiore di
quel padre al quale il figlio piccolo era scappato di casa bruciandosi
l'eredità e che poi un giorno tornò? Il padre impazzì
di gioia a tal punto che sacrificò per il suo ritorno
il vitello grasso perché in quella casa era scoppiata
la primavera. Ma il fratello grande, osservante, tutto casa-e-chiesa
non volle partecipare alla gioia del papà, anzi restò
fuori a leccarsi le ferite perché in tanti anni non aveva
ricevuto neanche un capretto! E quel fariseo che va davanti all'altare
a farsi bello di tutte le sue buone azioni e fioretti vari e
guarda di sbieco un poveraccio là in fondo che si batte
il petto senza neanche osare alzare lo sguardo?
Vi darò
un cuore di carne
Quando Dio
diventa una legge da osservare, il mondo si divide in due parti
secche: quelli che la osservano e quindi si considerano buoni
e dalla sua parte e i non-praticanti, i cattivi, i peccatori;
gli uni "vicini", gli altri "lontani". Con
l'elaborazione di una serie di tabù da evitare per avere
la coscienza a posto. Quando Dio viene racchiuso dentro il pensare
di un gruppo è molto probabile che lì non ci sia
il Dio di Gesù Cristo che "se ne stava fuori, in
luoghi deserti", ma soltanto il Dio dei soci che pagano
la quota. La pratica di una religione non si identifica con la
fede nel Dio al quale si dice di appartenere. Una religione dove
prevale l'osservanza facilmente manca di quella dimensione che
scalda, manca "un cuore di carne". Domina la razionalità,
con tante verità da conoscere, tanti dogmi da rispettare
e si perde di vista l'unica cosa che fa la differenza, l'attenzione
all'uomo. Gesù è venuto a rompere il ghetto nel
quale gli uomini avevano rinchiuso un Dio giudice e onnipotente
per rivelarci tutta l'impotenza di un Dio che ama l'uomo così
com'è. Gesù non toglie la legge ma ci mette cuore,
"il sabato per l'uomo", l'uomo al centro sempre e la
legge al suo servizio. Senza cuore non c'è Dio, non c'è
fede; c'è solo osservanza, divisione, solo religione con
le sue guerre a servizio del potere. Come non cadere nelle trappola
di crederci tra i primi mentre praticamente siamo nel secondo
gruppo con un'etichetta religiosa addosso, padroni di una immagine
di Dio prefabbricata, pronti ad essere di ostacolo con i nostri
fondamentalismi a quelli che lo cercano con il cuore libero e
il fardello dei loro peccati?
Giuliano
Palizzi SDB