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         ATTUALITA' GIOVANILE - PROBLEMI EDUCATIVI .... :

         Buoni cristiani e onesti cittadini

In un tempo di smarrimento personale e sociale si avverte l'urgenza di formazione delle coscienze per essere non solo dei buoni cristiani, ma anche degli onesti cittadini

Oltre lo spread una crisi di civiltà?

Siamo in piena crisi economico-finanziaria. Ma, al di là dei numeri che non tornano, si intravvede una crisi ben più profonda. Siamo nel bel mezzo di una crisi di civiltà: manca una bussola credibile per il nostro futuro. L'idea di un bene comune è quanto mai sbiadita. Viviamo immersi in un individualismo senza futuro pieno di solitudini, senza progetti e valori. Non vediamo più ragioni sufficienti per legare la nostra vita a quella degli altri con i quali con-viviamo. Una società ripiegata su se stessa e dominata dal denaro non riesce più a motivare impegno e responsabilità sociale.
Come attivare nei cristiani una cittadinanza attiva, consapevole, responsabile nella società, nella professione, nel lavoro, nella politica, nell'economia, ecc., senza una formazione sociale adeguata? Questo libro vuole offrire un piccolo aiuto alla formazione. "Buoni cristiani e onesti cittadini" è la sintesi di tutta la formazione cristiana grazie alla conoscenza della dottrina sociale della Chiesa, come si legge nel sottotitolo.

La "dottrina sociale della Chiesa": se ne parla ma non la si conosce!

Purtroppo ben pochi sanno cos'è. La Chiesa sempre si è fatta carico delle situazioni di povertà sociale e personale. Basta pensare a tutte le iniziative di carità messe in atto in duemila anni di storia. Nel secolo XIX capita una vera rivoluzione: quella industriale con tanti nuovi poveri, drammi umani e sociali. Il papa di allora, Leone XIII, prende carta e penna, come si dice, e, illuminato dal Vangelo, scrive la Rerum novarum per denunciare il degrado umano e sociale a cui sono sottoposti gli operai nelle manifatture del tempo. Orari impossibili, paghe da fame, aituazioni abitative disumane. In positivo, l'enciclica prospetta le vie morali e giuridiche per una vita personale, sociale e produttiva degna dell'uomo.
Dopo Leone XIII, altre encicliche sociali sono state scritte dai papi per denunciare gli abusi e le minacce contro la dignità della persona e dei popoli e, al tempo stesso, per prospettare soluzioni che rispondano al bene comune.
Il percorso storico che il libro propone dalla Rerum novarum alla Caritas in veritate di Benedetto XVI, fa vedere una Chiesa sempre attenta ai molti e profondi cambiamenti che avvengono nelle società e nel mondo intero. Si passa via via, dalla questione locale degli operai del tempo di Leone XIII, alla questione mondiale" della pace e dello sviluppo dei popoli. In questa apertua mondiale il concilio Vaticano II pone l'attenzione sulla centralità della persona e del suo pieno sviluppo non solo economico, ma anche culturale, relazionale, spirituali e religioso.
Tutte le encicliche sociali dopo il concilio mettono a fuoco la dignità della persona. Più recentemente, la tecnica e la scienza hanno dato il via a manipolazioni sulla vita estremamente minacciose per la dignità dell'uomo. La questione sociale è diventata una vera questione antropologica, vale a dire difesa di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. Profeta indiscusso a favore della vita è stato Giovanni Paolo II.

I quattro pilastri della dottrina sociale della Chiesa

Chi prende in mano le encicliche sociali si accorge che, pur cambiando di tempo in tempo il tema - la condizione operaia, l'economia, il lavoro, la pace, la politica, lo sviluppo dei popoli, ecc. - il ragionamento che viene fatto si basa su quattro fondamentali pilastri. Prima di tutto la dignità della persona considerata soggetto, fondamento e fine di tutto. La persona, poi, non è un cittadino chiuso in se stesso, ma in relazione con gli altri in un rapporto di reciproca solidarietà. Non solo, ma in quanto libero e responsabile, il cittadino è capace di realizzare determinati beni sociali collegandosi e associandosi con altri concittadini senza dipendere dall'intervento superiore dello Stato. Anzi esso deve favorire l'autonomia dei gruppi sociali. Questo si chiama sussidiarietà. Una società è tanto più democratica e partecipata quanto più è sussidiaria, nel senso che valorizza la responsabilità dei cittadini. Il quarto pilastro è il bene comune a cui tutto deve o dovrebbe tendere. Non si tratta solo della ricchezza prodotta in un Paese, ma anche di come viene redistribuita a vantaggio di tutti. Non solo, ma il bene comune riguarda tutti quegli aspetti necessari per una vita buona, dignitosa per tutti e per ciascuno. Nella prospettiva del bene comune il perseguimento dei diritti deve accompagnarsi sempre ai doveri con la consapevolezza che favorire il benessere della società è lavorare per il proprio bene.
A questa nostra società smarrita, la dottrina sociale della Chiesa è una provvidenziale bussola che orienta su un futuro sempre più a misura di uomo. essa non offre soluzioni tecniche per i problemi che ci affliggono, ma indica a tutti, cristiani e non, le ragioni e le vie etiche per cercare e trovare le soluzioni più adeguate alla dignità degli uomini e dei popoli.

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      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2012 - 04  
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