A tu per tu
con don Ezio Risatti per esplorare le dinamiche che possono contribuire
a edificare una storia d'amore.
"Bello
e impossibile" come lo immagina Gianna Nannini o "dolcissimo"
come lo invoca Irene Grandi. "Disperato" come lo racconta
Nada o "di plastica" come lo teme Carmen Consoli...
L'amore ha davvero troppe sfaccettature e sfumature per essere
rinchiuso in una canzone. A volte più idealizzato che
vissuto, non si nutre di gesti plateali e difficilmente si lascia
incontrare negli studi televisivi popolati di "tronisti",
di "pupe" e di "secchioni" che sembrano più
interessati alla piega dei capelli che ad ascoltare i richiami
del cuore.
Per provare a capirne di più ci siamo rivolti a don Ezio Risatti, preside
del corso di laurea in Psicologia della comunicazione, che ha
sede nella Scuola superiore di formazione "Rebaudengo"
di Torino.
Le apparenze
dell'amore
Perché
l'amore, a qualunque età, è così importante?
"Perché, pur essendo un sentimento umano, riguarda
direttamente Dio, che l'evangelista Giovanni definisce "Amore".
L'uomo, creato a immagine di Dio, gli somiglia perché
è in grado di amare".
Talvolta,
però, si rischia di confonderlo con sentimenti che non
sono l'amore...
"Succede che lo stimolo a formare una coppia possa essere
scambiato per amore. Che ragazzi e ragazze desiderino vivere
insieme più per conformarsi a tradizioni e a pressioni
sociali che per condividere un progetto di vita. È una
situazione che, se sottovalutata, è destinata a creare
problemi, fatiche e sofferenze".
I più
giovani, non di rado, fanno fatica a distinguere infatuazione
e innamoramento.
"L'infatuazione è un meccanismo inconscio che può
scattare all'inizio dell'innamoramento e che va tenuto sotto
controllo. Proiettare su una persona le caratteristiche che più
mi affascinano, infatti, non mi permette di vivere un rapporto
reale con essa ma con i caratteri che io le attribuisco. Quando
ho la sensazione che il partner sia perfetto sotto ogni punto
di vista è il momento giusto per domandarmi se sono caduto
vittima dell'infatuazione".
E non manca
chi s'innamora per lenire le ferite interiori e il male di vivere
"Gli psicologi, che a volte usano termini difficili, la
chiamano "compensazione di ferita d'origine traumatica"
e, di solito, ha inizio nell'infanzia. Il bambino che non si
sente protetto o valorizzato a sufficienza può diventare
un adulto che, quando incontra chi lo ama, ha la sensazione di
poter colmare i propri bisogni inconsci non soddisfatti e - come
in un pozzo senza fondo - tenta di compensare il trauma senza
mai esaurirlo. Anche in questo caso non si può parlare
d'amore ma di soddisfazione di un bisogno".
A complicare
il quadro è in agguato anche la gelosia
"La gelosia, al contrario di quanto si crede, non è
dimostrazione d'amore ma pretesa inconscia che il partner si
dedichi totalmente a me. Oltre che nei confronti della persona
amata, la gelosia viene spesso indirizzata anche verso amici,
colleghi e famigliari. Dal punto di vista psicologico, oltre
che cristiano, ha ragione san Paolo quando, nella prima lettera
ai Corinzi, afferma che "l'amore non è geloso"".
Un amore
senza confini
Ma allora,
che cos'è l'amore?
"Spiegarlo è impossibile, come tentare di descrivere
il sapore della menta o del mango, e lo comprende solo chi vive
l'esperienza dell'innamoramento, un "campione gratuito"
d'amore, una bufera psicofisica che sconvolge l'esistenza, al
punto che molti adolescenti - convinti di essere i primi a beneficiarne
nella storia dell'umanità - pensano: "Se anche gli
altri uomini sapessero che cos'è l'amore il mondo sarebbe
diverso e non esisterebbero gli orrori che riempiono le cronache
dei giornali"".
Che cosa
capita, dal punto di vista psicologico, quando due persone si
innamorano?
"Innanzi tutto, cade la barriera dell'incomunicabilità:
sono consapevoli di essere sintonizzati sulle "frequenze"
del partner, del fatto che si comprendono reciprocamente senza
bisogno di spiegarsi. Poi si percepisce il valore dell'altra
persona al di là dei propri limiti: a differenza di chi
è infatuato, l'innamorato vede le povertà e gli
sbagli del partner ma sente che egli vale e che merita di essere
amato. Infine, si è disposti ad affrontare dolori e fatiche:
sperimentato che l'amore è un bene prezioso, non si intende
rinunciarvi neppure quando amare significa soffrire".
Una sequenza
di dinamiche che sembrano avere molto in comune con la vita di
Gesù...
"La percezione dei nostri limiti e, contemporaneamente,
del nostro essere un tesoro prezioso è alla base della
decisione di Gesù di donare la propria vita per salvare
l'umanità. Lo esprime con precisione san Paolo quando,
nella lettera ai Romani, afferma che "Cristo ci ha amati
e ha dato la vita per noi prima che fossimo redenti e salvati".
Infatti eravamo ancora immersi nel peccato quando Gesù
ha accettato di offrire la propria vita per noi, e lo ha fatto
perché vedeva nel medesimo tempo in ogni uomo sia l'essere
peccatore sia l'essere immagine bella e preziosa di Dio".
Carlo Tagliani