Perché
molti giovani "mercificano" il loro corpo? Quali gli
esempi e i comportamenti di educatori e di genitori? Non basta
la (sterile) indignazione: non si può restare indifferenti,
apatici o assenti.
Chi quotidianamente
frequenta il mondo della scuola, dalle medie all'università,
non può chiudere gli occhi su una realtà inquietante:
la fragilità di molti adolescenti nella gestione della
propria affettività e sessualità. È di ieri
la notizia di due adolescenti quattordicenni sorpresi nei bagni
della scuola mentre avevano un rapporto intimo. Pochi giorni
prima i giornali sparavano, a caratteri cubitali, che in una
classe di seconda media lo sport preferito dagli alunni era quello
di scambiarsi sui cellulari foto che li ritraevano in pose hard.
Arriva dall'Inghilterra la notizia che un gruppo di viziosi pedofili
pachistani, negli ultimi tre anni, hanno circuito e stuprato
oltre seicento giovani ragazze inglesi. Insomma, chi più
ne ha, più ne metta. Tutto questo non può limitarsi
a suscitare una sterile indignazione da parte chi si onora di
far parte della famiglia salesiana sgorgata dal cuore di don
Bosco che all'educazione dei giovani ha consacrato tutta la sua
esistenza. Un vero salesiano e anche un vero educatore e un vero
genitore non possono restare indifferenti, apatici ed assenti.
Un film da
vedere
Un film, uscito
di recente, offre ad ognuno di noi la possibilità di riflettere,
senza pudibondi moralismi, su un aspetto della condizione giovanile
ben mimetizzato tra le pieghe, all'apparenza ineccepibili, del
nostro vivere quotidiano. I giovani, a volte, escono completamente
disorientati e frastornati dalla loro quotidiana frequentazione
con l'irrazionalità di alcuni modi di vivere, col no sense
del mondo, con l'esperienza della notte dei valori, col deserto
morale ed etico del cosiddetto mondo adulto. Il film è
intitolato "Elles", è diretto dalla regista
polacca Halgoska Szumovska ed interpretato magistralmente da
Juliette Binoche.
Il tema trattato è scabroso, ma amaramente attuale: la
prostituzione femminile nel mondo giovanile. La visione del film
fa male perché costringe lo spettatore non solo a prendere
atto di una sottotaciuta realtà, ma anche a schierarsi
in prima persona di fronte ad un dato di fatto denunciato da
statistiche ufficiali che quantificano in parecchie decine di
migliaia il numero di giovani donne che praticano la professione
più vecchia dell'umanità nella sola Europa. L'attrice
interpreta il ruolo di una giornalista che intende fare un reportage
fra le giovani studentesse francesi. Costatando la realtà
del fatto che non poche si vendono per "arrotondare"
la loro disponibilità di denaro, Anna rivolge a Lola una
domanda fatale: "Perché lo fai?". La risposta
che riceve la impietrisce: "Perché è come
fumare. Il difficile è smettere". È evidente
il cinismo insito in tale affermazione. Con una semplice battuta
viene annullato ogni tentativo di comprendere gli oscuri motivi
che spingono la ragazza a fare certe esperienze.
La realtà
di non pochi adolescenti
Il dato che
non pochi adolescenti non esitino a "mercificare" il
proprio corpo, direttamente nella prostituzione o indirettamente
dietro una webcam, non può non preoccupare chi si impegna
nel campo dell'educazione a tutti i livelli. Ricercare i "perché"
è indispensabile per attivare i rimedi. Il motivo principale
deriva dal fatto che per troppe persone il massimo valore sono
i soldi. Ognuno deve fissare un prezzo al proprio modo di essere.
Il sesso gode della massima considerazione e valutazione. È
uno dei mezzi più facili e sicuri a disposizione per arricchirsi.
"Fare soldi il più possibile" è il mantra
che i ragazzi sentono fin dalla più tenera età
nell'ambito stesso della famiglia.
Se tutto questo viene integrato dalla constatazione della frequentazione
nevrotica di siti porno da parte di molti che dovrebbero essere
educatori, o dalle infedeltà di troppi genitori, o dalle
miserie morali di troppi religiosi, inevitabilmente i giovani
sprofondano nella noia del vivere, nella desertificazione dell'etica
e della morale, nella oggettivazione dei sentimenti e della sessualità.
Qual è la differenza tra sessualità e genitalità?
Che cosa vuol dire essere uomo o donna e non semplicemente maschio
o femmina? Amare è un punto di arrivo di un progetto o
qualcosa da bruciare nella passione di un istante? Sono interrogativi
che ogni appassionato del sistema preventivo di don Bosco deve
porre a se stesso prima di "smucinare" risposte scontate
e a vanvera.
Ermete
TESSORE
SDB
Le domande di
suor Simona
Quale sentimento
nasce in noi di fronte a questi fatti? Rabbia, giudizio, sorpresa,
impotenza, indifferenza, compassione,? Se ascoltiamo queste notizie
come adulti che guardano "dall'alto al basso" e pronunciano
sentenze, sarà difficile incrociare il cuore inquieto
di giovani che gridano, come possono, il desiderio di un oltre
e di relazioni umane che colmino il bisogno di trovare "un
posto" in questo mondo. La nostra attenzione non può
fissarsi sullo scandalo, ma sull'appello di ciò che non
si vede e dal grido soffocato nell'uso del corpo. Ci facciamo
compagni di viaggio delle loro domande di questi giovani? Riusciamo
a far vedere, con il nostro corpo, la bellezza di un corpo fatto
per la relazione? La sfida educativa deve passare dalla nostra
carne e dalle nostre scelte!
Suor
Simona Corrado, pedagogista e mediatrice familiare.