DIO,
IL PRIMO PROGRAMMATORE
Fino a pochi anni fa sui grandi interrogativi delluomo
ci sembrava sufficiente interrogare e ascoltare i filosofi e
i teologi. Oggi non basta più: ci sono anche i cyberfilosofi.
Questi si interrogano sugli eterni problemi delluomo (Cè
Dio? Che cosè lUomo? Perché questo
Universo cè ed è fatto così?) ma usano
linformatica e il linguaggio digitale (basato sul codice
binario fatto di 1 e 0). Tutto ormai sta diventando digitale
e questi si adeguano.
Uno dei cyberfilosofi
in circolazione più conosciuti è Kevin Kelly. In
un articolo apparso su LEspresso del giugno scorso, scriveva
che la natura digitale degli oggetti materiali non è unidea
nuova. Da quando la scienza ha cominciato ad analizzare la materia
al di sotto del livello dei quark, si è resa conto che
il mondo era incorporeo. In questo studio la fisica digitale
ha suggerito che quelle strane onde-particelle evanescenti, al
pari di tutto il resto delluniverso, sono costituite semplicemente
da tanti 1 e 0.
Insomma che
tutto è digitale e che tutto può essere sottoposto
al calcolo. Da questo punto di vista, il calcolo, fondato
sulla scelta primordiale fra sì e no, tra 1 e 0, appare
quasi come lopera della creazione divina (...). NellAntico
Testamento, quando Mosè chiede al Creatore: «Chi
sei?» lEssere Supremo risponde: «Sono».
Un bit, appunto. Onnipossente. Sì. Uno. Esisto. La più
semplice affermazione possibile.
Per lo scienziato
Galileo la natura era come un grande libro di matematica, dove
lui vedeva i numeri, dove le cose erano tutte legate da rapporti
numerici, di calcolo insomma. Sembra quindi essere proprio il
calcolo la realtà esplicativa di tutto.
E chi sono
i campioni del calcolo se non i calcolatori? Il carattere
universale del calcolo è la dimensione più profonda
delluniverso (D. Deutsch). Anzi luniverso stesso
è semplicemente un calcolatore universale, al di fuori
del quale non cè niente. Rimane sempre il problema
del motore primo di tutto, di chi era il dito che ha pigiato
sul tasto di questo Calcolatore Universale e lha fatto
funzionare o calcolare. Lo stesso Charles Babbage, al quale viene
attribuito linvenzione del primo computer nel 1832, concepiva
il mondo come una gigantesca macchina calcolatrice creata da
Dio.
Per lui i miracoli
quando avvenivano era grazie allalterazione divina delle
regole del calcolo.
Se Babbage scriveva chiaramente la parola Dio come iniziatore
e creatore di questo Calcolatore o del Calcolo Universale che
è la Creazione, il Kelly non sembra essere altrettanto
sicuro. Conclude il suo articolo: Non è ancora chiaro
se Dio è la Parola stessa (il Verbo del prologo di Giovanni),
il Software Supremo, il Codice Originario o il Primo Programmatore.
O se è limprescindibile Altro, la macchina extracosmica
che dà vita alluniverso. Parola di cyberfilosofo.
Possiamo scegliere
liberamente. Ma la definizione di Dio, più profonda e
più significativa per il cuore delluomo, che ha
bisogno dellamore quanto del pane quotidiano, rimane ancora
quella di S. Giovanni: Dio è Amore. Il linguaggio
digitale mi sembra meno preciso. O no?
MARIO SCUDU sdb
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 12003-9
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