MA LA
PACE QUANDO SCOPPIA?
Lattuale periodo
storico è segnato da guerre che per la loro carica dirompente
colpiscono sovente popolazioni innocenti e non coinvolte direttamente.
Non solo leggiamo la cronaca di guerre tribali, di genocidi,
di massacri, di repressioni, di attacchi reciproci tra poteri
economici... ma siamo anche osservatori di questi fatti nel senso
che attraverso i servizi televisivi vediamo in dettaglio le immagini
di sangue e di devastazione.
Da questo contesto emerge in molte persone, seppur in gradi diversi,
una tendenza negativa: quella di prendere atto dellinevitabile,
che si conferma nel valutare negativamente vicende e, soprattutto,
aspetti profondi della natura umana. Tutto questo porta a ritirarsi,
a indietreggiare psicologicamente, a chiudersi a riccio: in pratica,
si rafforza la gestione dellimmediato e del circoscritto
secondo logiche egocentriche.
La difesa
dalla paura
Ma la politica
dellauto-difesa, del privatismo, con conseguenze ricche
di sospetti, di incertezze e di situazioni segnate dal provvisorio,
genera solo paura. Per molte persone il domani diventa unincognita
da esorcizzare, perché è sempre più difficile
individuarvi il buono e il bello.
Si apre così facilmente lo spazio ai cartomanti, ai maghi,
alle fattucchiere, ai sensitivi, a gente che si dice capace
non solo di conoscere le negatività delloggi che
penalizzano una persona, o quelle che gravano nel futuro, ma
anche di produrre talismani o comunque di attivare rituali per
cancellare un pericolo in atto o imminente.
Il silenzio
di Dio
Più
grave diventa la posizione di quella gente che, partendo dalla
solitudine dei deboli e degli oppressi, arriva ad affermare che
in date ore della storia Dio è assente o, per lo meno,
tace.
A sostegno di ciò si ricordano i milioni di morti dei
campi di concentramento nazisti e di altre realtà terrificanti.
Un Dio che non reagisce e che non salva, si afferma, che Padre
è? Se permane il silenzio di Dio si deve concludere, ed
è opinione di taluni, che Questi è impotente. Dunque,
è la vittoria del male? Delle tenebre? Ma se è
così non basta allora neanche il nichilismo! Tanto vale
tagliare con la vita terrena.
Dio non
è il nostro tutore
Queste poche
note stimolano a riflettere sul tema della pace. Perché
la pace è strettamente connessa alla vocazione cristiana,
e perché, in mancanza di una meditazione sulla Parola
di Dio, si rischia di non comprendere perché Cristo è
veramente il Principe della pace.
Cè da dire, prima di tutto, che gli eventi più
terribili, e non solo quelli, sono sempre espressione di volontà
umane. Queste possono sussistere perché a ogni persona
è stata donata una libertà vera e non fittizia.
La libertà è come un patrimonio economico. Si può
utilizzare il bene finanziario in azioni positive, costruttive,
che recano beneficio anche agli altri. E, viceversa, si possono
usare le ricchezze secondo un principio di negazione delle realtà
circostanti, di esclusione di terzi, di appoggio ad azioni devastanti.
Se Dio intervenisse sulloperato umano significherebbe che
non riconosce a noi una piena e matura libertà, ma solo
una limitata capacità di agire. Il che è come essere
legati a un tutore.
Dio non
è un telegiornale
Riconoscimento
della libertà umana non significa però, assenza
di Dio. Il Signore della Vita è Colui che agonizza con
luomo che soffre e che crolla, ma è anche Colui
che con la potenza dello Spirito entra nellumanità
redenta per far crescere dallinterno le speranze, le vocazioni
rocciose, gli slanci generosi, le scelte a favore di tutti, le
dedizioni eroiche... La cronaca della Misericordia non è
un telegiornale a puntate che promette scoop sensazionali, ma
è un camminare lento e progressivo sul terreno della carità.
La Misericordia di Dio non promette sconvolgimenti e non esalta
la potenza di chi vuol cancellare il volto dellaltro, ma
opera nel cuore delluomo facendogli percepire lesigenza
del bene, sensibilizzandolo a leggere negli avvenimenti e nei
vissuti soggettivi, rendendolo attento e chi ha fame e sete di
giustizia... La Misericordia di Dio non sfida a duello nessuno,
ma si china con braccia umane su chi è rimasto a terra,
o ai margini, o indietro...
La pace dipende da noi
Davanti a chi ricorda che luomo è lupo tra
i lupi, o grida: se vuoi la pace, prepara la guerra,
la voce e lagire del cristiano emergono nelle iniziative
di formazione permanente delle coscienze, nelle assunzioni di
responsabilità a tutti i livelli, nelle forme di solidarietà
anche internazionale, e nel dialogo tra i popoli. La costruzione
della pace, infatti, non conosce né le scappatoie dei
compromessi, né quei sentieri che sono solo delle scorciatoie
effimere, ma si sviluppa nella pazienza e nella costanza. Nella
tensione ideale e nella tenacia. Basandosi su una visione della vita non legata
al fato e al destino.
Cristo,
principe della pace
È da
qui che si può comprendere perché Cristo è
Principe della pace. Se lessere umano, infatti, ritiene
di vincere la guerra nei suoi tanti volti solo
con uno sforzo personale o collettivo, è difficile che
vedrà lalba di nuove stagioni primaverili. Ma se
ogni persona prende consapevolezza del fatto che tutto il mistero
delluomo e della vita è riconducibile a un Disegno
che è stato tracciato a favore nostro e che
siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, allora scatta
un mutamento reale. Perché ogni conflitto appare immediatamente
per quello che è: inutile e dannoso. Per questo, è
sufficiente lincontro e la semplice comunicazione fra povera
gente per capire che la pace è già scoppiata. Perché
nel mondo sono tanti i segni di questa volontà di pace.
In tal senso la Parola di Cristo non guida verso soluzioni momentanee,
poiché queste sono sempre affidate alla libertà
umana, ma conduce al perché della pace, cioè a
quella sorgente di Vita che è Dio stesso.
Pier
Luigi Guiducci
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2003-1
VISITA Nr.