IL GIORNO
DEL SIGNORE
Rev.do Direttore,
sono una commerciante di Livigno, nota località turistica
della Valtellina. Le scrivo perché vorrei esporle alcune
mie considerazioni inerenti al comandamento della santificazione
delle feste. Nel mio paese i negozi sono aperti tutte le domeniche
dellanno. Mi chiedo come si possa rispettare in tal modo
il precetto del Signore. Altre località turistiche come
St. Moritz, Davos, Merano, ecc. alla domenica hanno i negozi
chiusi. E non per questo hanno perso fama e prestigio. I turisti
possono comperare tutta la settimana, anche al sabato. Penso
che i commercianti tengano aperto non tanto perché contrari
al precetto festivo, ma perché schiavi di
unabitudine decennale. Ma questo sempre aperto
crea solitudine. Persino i 19 distributori di benzina sono sempre
aperti: non ne vedo la necessità, visto che cè
il self service. La ringrazio cordialmente.
Cusini
Maria - Livigno
Gentile Signora,
la ringrazio vivamente per
loccasione che offre a tutti noi di riflettere su un argomento
così importante e delicato quale quello della chiusura
domenicale degli esercizi commerciali.
Largomento è importante perché si sta creando
labitudine che la domenica sia un giorno di lavoro come
un altro, anzi maggiormente impegnativo per determinate categorie
di persone. Il tema è poi delicato in quanto non dobbiamo
cadere nella tentazione di fare di ogni erba un fascio.
Giustamente lei nella sua lettera
sottolinea come molte volte quel rapporto di cortesia, simpatia
e disponibilità che vi dovrebbe essere da parte degli
operatori commerciali con gli acquirenti non sempre avviene,
a tutto discapito dei gestori stessi che al termine della giornata,
forse, hanno qualche euro in più in cassa, ma hanno lasciato
molti clienti insoddisfatti per il servizio ricevuto.
Il suo intervento mi permette di fare unosservazione collaterale
a quanto lei lamenta.
Non è solo a Livigno
che i turisti, talvolta, possono essere trattati male per la
stanchezza dei commercianti. Questo, purtroppo avviene un po
dovunque, e le cause sono molte, non ultima, la scarsa considerazione
del cliente da parte sia dei gestori, sia dei commessi, sempre
meno preparati e sempre più bramosi di riempire solo le
casse o di attendere la fine della giornata di lavoro per poi
andare a divertirsi. Si sta puntando molto sulla qualità,
per il semplice fatto che la si è persa, perché
in un negozio, la prima qualità è fatta dalla gentilezza
e dalla cortesia e solo in seconda istanza dalla merce che si
vende.
Anche nei modernissimi supermercati
da migliaia di metri quadrati, i giovanissimi commessi, sovente,
non sono in grado di sovvenire alle richieste del cliente, o
hanno un atteggiamento infastidito a causa del lavoro eccessivo
cui devono far fronte o perché la loro attenzione è
piuttosto sul dopo lavoro che sul lavoro medesimo.
Mi ha molto colpito quello che lei ha scritto: il sempre
aperto crea solitudine. È vero, quando manca il
tempo per ritornare agli affetti familiari, quando non ci si
prende il tempo del riposo che è tempo di rigenerazione
spirituale, di ricarica, di sano distacco per permettere al corpo
e allo spirito di dare meglio e di più, allora si incominciano
a scavare le trincee della solitudine e della noia.
Quando il buon Dio ha ordinato alluomo il riposo, non è
perché voleva essere riverito come certi signorotti del
nostro povero mondo, ma semplicemente perché la nostra
natura, da Lui creata, ha bisogno di riposo, di alternanza, di
recupero delle forze. È Lui che ci ha creati e sa bene
come siamo fatti. In fondo, mi creda, i dieci comandamenti non
sono altro che il libretto distruzioni sul funzionamento
di quella macchina piena di pretese che è luomo.
Il lavoro è una componente
importante per assicurare il corretto sviluppo delluomo,
ma non è lunica, e il buon Dio, lo sa. Per questo
ci ha detto di riposare. Violare questa regola, va solo contro
di noi. Ne risente lequilibrio fisico e psicologico.
Allinizio le dicevo che
il tema da lei trattato aveva anche un aspetto delicato che ci
impedisce di valutare in modo sommario la questione. Se quanto
detto finora vale sempre e comunque, non possiamo dimenticare
che viviamo in una società complessa che molto offre,
ma anche molto chiede. Alcun servizi fondamentali che riguardano
il bene di tutti, devono essere sempre garantiti, fatti salvo
i diritti dei singoli. Questo significa che tutto ciò
che riguarda la sicurezza, la sanità e i trasporti, devono
essere sempre garantiti, riconoscendo a chi esercita questi servizi
un adeguato compenso per le prestazioni fornite ed un ulteriore
giorno di riposo.
Nel caso delle strutture di
accoglienza quali alberghi, ristoranti e bar, la loro presenza
non solo assicura lo sviluppo di unarea, ma fornisce un
servizio che risponde ad alcune esigenze primarie delluomo.
Pertanto, lapertura di questi esercizi nei giorni festivi,
regolata dalle competenti autorità, non può essere
considerata un male, qualora i diritti dei lavoratori siano garantiti,
e fra questi diritti vi è certamente quello di poter partecipare
alla celebrazione eucaristica domenicale, per cui lorario
di lavoro deve assicurare lesercizio di tale diritto, garantendo
la possibilità della partecipazione alla Messa prefestiva
del sabato sera o ad una serale nella domenica stessa. Nessuna
legge di Stato può impedire al cristiano di essere tale
e di esercitare i diritti dello spirito.
Là dove si dà
a Dio ciò che è di Dio, non può che maturare
unattività umana equilibrata e proficua, perché
Dio sa sempre non solo qual è il vero bene delluomo
ma anche come conseguirlo.
Grazie della sua appassionata lettera, signora Maria, e, al di
là delle giuste e pertinenti osservazioni da lei fatte,
quando va in chiesa, oltre a chiederle una preghiera per tutti
noi, ringrazi il buon Dio che le ha dato di vivere in una località
così bella ed incantevole come lalta Valtellina.
Giuseppe
Pelizza SDB
DA: RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-2
VISITA Nr.