LA CONFESSIONE:
DALLA RELIGIONE DELLE
COSE
ALL'INCONTRO CON GESU'
Perché tante confessioni lasciano
il tempo che trovano?
È questa, una domanda
che tutti dovremmo farci più spesso, e con molta serietà,
riflessione e coraggio: non solo i penitenti, ma anche noi sacerdoti
confessori. Se in una fabbrica i prodotti falliscono dell1,
del 2, del 3%, i dirigenti si interrogano con estrema diligenza
e, se necessario, correggono la produzione o licenziano i responsabili.
Perché, invece, nelle cose di Dio siamo così
faciloni e scusate la parola poco responsabili?
Non dico che dopo una confessione dobbiamo diventare così
perfetti al punto di non commettere più alcun peccato.
Purtroppo, la nostra natura è debilitata e nessuno potrà
mai dirsi senza peccato; ma un miglioramento può e deve
esserci... e dobbiamo aiutarci a perseguire questo obiettivo.
Non rassegniamoci! Non riduciamo la confessione a una tintoria
dove si portano gli abiti a smacchiare, ben sapendo che il mese
dopo si torna di nuovo.
Il peccato è
solo una colpa?
Cerchiamo il motivo di questa
triste routine. Esso, a mio avviso, va ravvisato nel fatto che
abbiamo senza accorgercene ridotto il cristianesimo
a una legge morale, ricca di precetti (di cose da
fare) e di divieti (di cose da non fare). Quasi sempre,
il peccato è visto solo come trasgressione di una norma,
sia pure di una norma divina; pochi vedono nel peccato un atteggiamento
del cuore che esclude o dimentica Gesù e il Padre. Anche
noi confessori siamo soliti fermarci al piano etico, senza risalire
al Signore (questo salto lo si dà per scontato, ma scontato
non lo è).
Di conseguenza, sottovalutando il peccato, finiamo per non comprendere
nemmeno il perdono di Dio, riducendolo a semplice cancellazione
della colpa, mentre è una nuova creazione:
«un cuore nuovo e uno spirito nuovo» (Ezechiele 36,26).
Finché non avremo scoperto e capito il rapporto tra i
nostri peccati e Gesù santo e innocente, non sapremo pentirci,
non sapremo amare, non sapremo costruire, con Gesù, un
cammino di santità, di perfezione, di gioia e anche di
eroismo! Il Papa scrive ai sacerdoti, nella Lettera del Giovedì
Santo 2002 (già ricordata nei precedenti articoli): «Nel sacramento
della riconciliazione, prima che con i comandamenti di
Dio, ci si incontra con il Dio dei Comandamenti...
A Zaccheo, Gesù presenta se stesso» (n. 7).
Quando ci si confessa, invece, la preoccupazione è orientata
più sulle azioni mal fatte che sul rapporto
personale con Gesù. Ora, il vero interlocutore del
penitente non è il sacerdote confessore, ma è Gesù
stesso: il prete aiuta il penitente a incontrare Gesù
e il Padre misericordioso, e lo Spirito Consolatore! Ogni confessione
è un ritorno alla casa del Padre, è
un incontro con Gesù Cristo crocifisso e risorto! È
Gesù che ci conduce tra le braccia del Padre: «Nessuno
viene al Padre se non per mezzo mio» (Giovanni 14,6).
Un faccia a
faccia con Gesù
Lo sguardo di Gesù a
Pietro dopo il triplice rinnegamento deve ispirare latteggiamento
sia dei penitenti, sia ancor più di noi
confessori: mai rinfacciare ai penitenti i loro peccati, sempre
attirare a Gesù! Il quale a Simon Pietro, incontrandolo
dopo la Risurrezione, offre il perdono con una delicatezza che
commuove. Gli rivolge tre volte una semplice domanda (che è
un invito, non un rimprovero): «Mi vuoi bene? Mi ami più
di costoro?» (Giovanni 21,15-19). In tal modo, Gesù
ha cambiato il cuore a Simon Pietro.
Con il suo perdono, Gesù ci fa diventare come Lui
miti e umili di cuore (Matteo 11,29). In confessionale
si ripetono gli incontri di Gesù con i muti, i ciechi,
gli zoppi, gli indemoniati... Non si tratta di fare delle riflessioni
di alto grado intellettuale, basta guardare una immagine del
volto di Cristo (anche quella della Sindone, sebbene in essa
gli occhi siano chiusi) e poi raccoglierci, in silenzio: guardare
dentro di noi, pensare allocchio e al cuore con cui Gesù
ci guarda, ci accoglie, ci offre il suo perdono e la sua amicizia!
Per salvarci, Gesù ha inventato strade semplicissime,
accessibili a tutti. Basta che sappiamo fermarci, raccoglierci,
lasciarci attirare da Lui: «Venite a Me voi tutti che siete
affaticati e oppressi, e Io vi darò sollievo» (Matteo
11,28).
Cercare Gesù
nel Vangelo
Il Rito del sacramento della
Riconciliazione prevede che, nel dialogo con il penitente, il
confessore legga qualche parola del Vangelo o di altro Libro
della Sacra Scrittura. Questo viene attuato in modo molto solenne
quando si celebra il sacramento della Riconciliazione in forma
comunitaria, con la confessione e assoluzione individuale. Nelle
confessioni ordinarie, a tu per tu, il sacerdote dovrebbe almeno
richiamare una frase tratta dalla Parola di Dio.
Bisogna che innanzitutto noi confessori ci abituiamo a far convergere
sempre, ogni confessione, su Gesù e sulla sua Parola.
Scrive il Papa: «Quanto è difficile illustrare le
esigenze di questa Parola a chi non la conosce che superficialmente!»
(n. 7). Ebbene, è proprio il corretto, semplice, ma anche
ricco commento del confessore che non solo insegna al penitente
ad accostarsi a Gesù, ma lo induce a cercare in seguito,
per suo conto, la parola di Gesù, a infiammarsene e innamorarsene,
fino a farla diventare oggetto di lettura e meditazione giornaliera.
Incoraggiare i fedeli a questi santi propositi è compito
amorevole di noi confessori.
È vero, le pagine del Vangelo, pur essendo di solito molto
semplici e lineari, non sempre si prestano ad applicazioni concrete,
utili per chi le legge; sono necessari commenti molto semplici
e orientati non solo a far capire, ma soprattutto a far vivere.
Ma lo Spirito Santo non è inerte, e ad ogni cristiano
di buona volontà non fa mancare i suggerimenti, i propositi,
gli incitamenti.
Allora, dobbiamo riconoscerlo la vita cristiana
diventa un cammino splendido in compagnia di Gesù e della
sua Parola, dei suoi esempi, dei suoi incitamenti. E la confessione
viene desiderata e ripetuta sovente, per concretizzare gli incontri
con Gesù non solo attraverso la sua Parola, ma anche attraverso
il suo perdono e la sua grazia!
Don Rodolfo Reviglio
IMMAGINE:
Basilica di Maria
ausiliatrice (notturno) : una delle principali attività
è propria la disponibilità di vari sacerdoti per
il sacramento della Riconciliazione
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-8
VISITA Nr.