LA CONFESSIONE:
DAL PERDONO ALLA SANTITA'
Lo stile di Gesù

Il solo evangelista Luca ci riferisce la preghiera rivolta a Gesù in croce da uno dei due ladri crocifissi con lui. Mentre uno provoca Gesù, dicendogli di salvare sé e loro, l’altro riconosce sia la sua colpevolezza come l’innocenza del Signore. E poi gli rivolge una preghiera umile e fiduciosa: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gesù gli risponde: “Oggi stesso, sarai con me in Paradiso!” (Luca 23, 42-43). Dunque, da peccatore – nientemeno condannato a morte e che riconosce di meritare tale pena – a santo, canonizzato da Gesù: “Oggi, in Paradiso!”.
Un altro peccatore è Pietro, che per ben tre volte – nella notte del processo a Gesù – giura di non conoscerlo (l’abbiamo già ricordato nel precedente articolo). Ma dopo la Risurrezione, Gesù lo chiama accanto a sé e gli rivolge soltanto, amabilmente, per tre volte una domanda: “Mi ami? Mi vuoi bene? Mi vuoi bene più degli altri?” (Giovanni 21,15-19). Che finezza! Non lo rimprovera, non gli ricorda il triplice rinnegamento, gli chiede solo un pronunciamento di amore! Ma al tempo stesso gli fa capire che tale amore – che Pietro sinceramente gli garantisce – lo porterà fino a dare la vita per lui. Anche qui, dal peccato alla santità!
Ancora Luca, parlando delle donne al seguito di Gesù, nell’enumerarle cita Maria di Magdala, “dalla quale erano usciti sette demoni” (8,2); è la stessa Maria Maddalena che è con la Madre e con il “discepolo prediletto” ai piedi della croce e che – nel racconto di Giovanni (20, 11-18) – riceve da Gesù l’incarico di andare dai discepoli ad annunciare di averlo visto risorto: “Ho visto il Signore!”.

I progetti di Dio

Proviamo a riflettere su questi episodi. Certamente Gesù non ha fatto alcuna ingiustizia: se ha garantito al ladro pentito il Paradiso in quello stesso giorno, è segno che è riuscito a fare sgorgare dal cuore di quel condannato un atto di pentimento e di amore di altissima qualità. Se Gesù perdona tanto facilmente Pietro, lo perdona perché gli chiede una prova di amore, fino a dare la vita per lui (ciò che avverrà a Roma, con la sua crocifissione). La Maddalena era una peccatrice, ma si era convertita e aveva seguito Gesù durante la vita pubblica, aiutandolo anche con le sue sostanze. Gesù ha voluto servirsi proprio di lei per fare agli apostoli il primo annuncio, che era risorto!
Insomma, quando tocca il cuore di un peccatore, Gesù non si accontenta di dare un perdono e nemmeno fa degli sconti: gli propone immediatamente la santità! È questo lo stile di Dio, l’unico vero stile di Chi, essendo amore infinito e avendo creato il mondo – e l’uomo! – per amore, proprio in virtù di questo amore, che è la Sua Vita, lo vuole fare partecipe della sua santità.
D’altra parte, Gesù non ha fatto mistero di questo progetto del Padre, quando, nel discorso della montagna, dice a tutti noi: “Siate dunque perfetti come il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5,48).

Il nostro itinerario dal peccato alla santità, attraverso la riconciliazione

Quando programmiamo un viaggio, la prima cosa indispensabile da fare è di stabilirne la meta: voglio andare al mare, voglio visitare quella città, voglio scalare quella montagna. Una volta stabilita la meta, si programma tutto il resto: il mezzo per viaggiare (auto, moto, bici, treno, aereo), il bagaglio da portare con sé, abiti, scarpe, attrezzi. Per giungere alla meta si programma anche l’itinerario, con eventuali tappe e visite.
Un programma per giungere alla santità ha già una meta – stabilita non da noi ma dal Signore – “essere perfetti come il Padre”. Si tratta di stabilire l’itinerario e le tappe. Nel nostro caso, il punto di partenza è la conversione, che riteniamo inclusa nel sacramento della confessione e riconciliazione. Spesso è il sacerdote confessore che indica qualche meta, ma quasi mai esiste un vero programma concordato tra lui e il (o la) penitente.
Proviamo a offrire qualche suggerimento, lasciando poi a ciascun lettore, o lettrice, di tradurlo in modo adatto al proprio cammino di santificazione.

– Una prima regola possiamo definirla così: non dobbiamo avere paura di mirare alto; ma questo “mirare alto” non affidiamolo solo alla nostra buona volontà, bensì alla Volontà onnipotente di Dio. Gesù ha detto: “Senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15,5) e San Paolo afferma: “La volontà di Dio è questa: la vostra santificazione” (1 Tessalonicesi 4,3).
Facciamo un esempio: voglio impegnarmi a mettere alla base del mio cammino di santità la meditazione della Parola di Dio, del Vangelo, e mi impegno a dedicarvi ogni giorno mezz’ora. “Ma è troppo!” dirà qualcuno. Vuol dire che alla tua santificazione dai poca importanza, se non sei capace di dedicarvi almeno una mezz’ora al giorno! “Ma poi non riesco a mantenere il proposito!”. Bene, affida con fiducia il tuo proposito al Signore, e ti aiuterà.

– Una seconda regola è questa: invece di un proposito negativo, preferìscine uno positivo; invece di dire “non mi arrabbio più” (proposito negativo, che richiede un’attenzione continua), prova a proporti di trattare con particolare cortesia una determinata persona per un’ora, due ore (proposito positivo e limitato nel tempo).
– Una terza regola è di mantenere per un buon periodo di tempo lo stesso proposito, altrimenti – se lo cambi di continuo – nessun proposito riesce a consolidarsi. In seguito, passi a un proposito più generoso, come ti suggerirà lo Spirito Santo.
– Una quarta regola consiste nel rinnovare ogni giorno il proposito (unito alla preghiera ardente al Signore) di “mirare alla santità”. Questa regola è ne-
cessaria per tutti, soprattutto per chi, forse, è appena uscito da una vita di peccato o di lontananza dal Signore.

Si potrebbero aggiungere anche altri suggerimenti o regole, ma è bene non caricare troppo il nostro programma. “Se siamo fedeli nel poco – lo dice Gesù (Luca 16,10) – saremo fedeli anche nel molto”. La meta ultima, sì, deve essere la santità, senza riduzioni o minimalismi, ma il cammino va misurato con umiltà e fiducia, e con la sicura speranza che il Signore non ci lascerà senza aiuto.
Anche questa meditazione, se non la riduciamo alla lettura dell’articolo fatta una sola volta, può diventare l’inizio di un cammino che non cesserà mai.
Con l’aiuto e la grazia del Signore!
                                                                  
  Don Rodolfo Reviglio


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-11
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