NEW AGE:
GESU' CRISTO PORTATORE DELL'ACQUA VIVA

La New Age sintomo di una crisi culturale

Il fenomeno della New Age, (Nuova Era) insieme a tanti altri nuovi movimenti religiosi, è una delle sfide più urgenti per la fede cristiana. Si tratta di una sfida religiosa e, allo stesso tempo, di una sfida culturale perché la New Age propone teorie e dottrine su Dio, sull’uomo e sul mondo, incompatibili con la fede cristiana. Inoltre, la New Age è insieme il sintomo di una cultura in profonda crisi e una risposta sbagliata a questa situazione di crisi culturale: alle sue inquietudini e domande, alle sue aspirazioni e speranze. La New Age si presenta come una falsa utopia per rispondere alla sete profonda di felicità del cuore umano, in preda alla drammaticità dell’esistenza e insoddisfatto dell’infelicità profonda della condizione moderna. È una risposta ingannevole alla speranza più antica dell’uomo, la speranza di una Nuova Era di pace, armonia, riconciliazione con se stessi, gli altri e la natura. Questa speranza religiosa, antica come l’umanità stessa, è un appello che sgorga sempre dal cuore degli uomini si evidenzia soprattutto in tempo di crisi.

L’inquietudine moderna

La cultura occidentale è passata da un senso della presenza di Dio quasi istintivo ad una visione che si crede più “scientifica” della realtà, per cui tutto dev’essere spiegato solo nei termini delle nostre quotidiane esperienze. Qualsiasi cosa faccia pensare ai miracoli diventa motivo di sospetto. Così, tutti i gesti e gli oggetti simbolici, noti come sacramentali, una volta parte della prassi religiosa quotidiana di ogni cattolico, sono oggi, nel panorama religioso, molto meno evidenti di un tempo.
Le ragioni di tale cambiamento sono numerose, ma rientrano tutte nell’ambito di quel generale passaggio culturale da forme tradizionali di religione ad espressioni più personali ed individuali di ciò che ora si chiama “spiritualità”. A quanto pare, ci sono tre distinti motivi all’origine di tale cambiamento. Il primo risiede nella sensazione che le religioni tradizionali o istituzionali non possano dare quel che una volta si affermava potessero fornire. Alcune persone, nella loro visione del mondo, non riescono a trovare uno spazio per credere in un Dio trascendente personale e l’esperienza di tanti li ha portati a chiedersi se questo Dio abbia il potere di operare cambiamenti in questo mondo o addirittura se esista. Le terribili esperienze che hanno investito il mondo hanno reso alcune persone molto ciniche riguardo alla religione: penso ad avvenimenti terribili come l’Olocausto e alle conseguenze della bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki. Lo smarrimento di molti davanti alla sofferenza degli innocenti, sfruttato anche da certi movimenti, spiega in parte la fuga di alcuni credenti verso di essi.

Il neopaganesimo

C’è poi un’altra ragione per spiegare una certa inquietudine e un certo rifiuto della Chiesa tradizionale. Non dimentichiamo che nell’antica Europa le religioni pagane precristiane erano molto forti e spesso i re utilizzavano la fede cristiana per imporre cambiamenti politici e reprimere le antiche religioni. Uno dei più significativi sviluppi in quella che potrebbe essere chiamata la sfera “spirituale” nel secolo scorso, è stato un ritorno alle forme precristiane di religione. Tuttavia, le religioni pagane hanno avuto una parte notevole nel sostenere alcune delle più violente ideologie razziste d’Europa, rafforzando la convinzione secondo la quale certe nazioni hanno un ruolo storico di portata mondiale così da essere in diritto di sottomettere altri popoli, e ciò ha comportato, quasi inevitabilmente, un odio per la religione cristiana. La complessa serie di fenomeni, conosciuti col termine di religioni “neopagane”, rivela il bisogno, sentito da alcuni, di inventare modi nuovi per “contrattaccare” il cristianesimo e tornare ad una più autentica forma di religione, più intimamente legata alla natura e alla terra. Si deve, perciò, riconoscere che non c’è posto per il cristianesimo nella religione neopagana. Piaccia o no, ha luogo una lotta per conquistare le menti e i cuori della gente tra il cristianesimo da una parte, le antiche religioni precristiane e le loro “cugine” di più recente sviluppo dall’altra.

L’esotico che attrae

Il terzo motivo, all’origine di un disincanto diffuso nei riguardi della religione istituzionale, deriva da una crescente ossessione nella cultura occidentale per le religioni orientali e le vie di saggezza. Quando è divenuto più facile viaggiare fuori del proprio continente, Europei avventurosi hanno cominciato ad esplorare posti che prima conoscevano soltanto scorrendo le pagine di antichi testi. Il richiamo dell’esotico li ha messi a più stretto contatto con le religioni e le pratiche esoteriche di varie culture orientali, dall’Antico Egitto all’India e al Tibet. La convinzione crescente che esista una certa verità di fondo, un nocciolo di verità nel cuore di ogni esperienza religiosa ha portato all’idea che si possano e si debbano cogliere gli elementi caratteristici delle diverse religioni per arrivare ad una forma universale di religione. In questa impresa c’è poco spazio per le religioni istituzionalizzate, in particolare l’ebraismo e il cristianesimo. Vale la pena di ricordarlo la prossima volta che avrete occasione di notare un annuncio pubblicitario riguardo al buddismo tibetano o a qualche tipo di incontro con uno sciamano, tutte cose che vi capiterà sovente di vedere in qualsiasi capitale europea. Ciò che mi preoccupa è il fatto che molta gente, coinvolta in tali generi di spiritualità orientale, non sia veramente in grado di essere pienamente consapevole di ciò che si nasconde dietro all’invito iniziale di partecipare a questi incontri. È, inoltre, degno di nota il fatto che da molto tempo si riscontri vivo interesse per le religioni esoteriche presso alcuni circoli massonici miranti ad una religione universale.
L’Illuminismo promuoveva l’idea secondo cui era inaccettabile che ci fossero tanti conflitti e si facesse guerra in nome della religione. Su questo non posso non essere d’accordo. Però, sarebbe disonesto non riconoscere un diffuso atteggiamento antireligioso sviluppatosi dall’originaria preoccupazione di garantire benessere all’umanità. Anche in tal caso, non di rado, viene etichettato come conflitto religioso quello che, in verità, non è altro che un conflitto di natura politica, economica o sociale.

L’Età dell’Acquario

Lo spirito di questa nuova religione universale venne spiegato più chiaramente in una maniera molto popolare nel musical Hair del 1960, quando al pubblico di tutto il mondo fu detto che “Questa era l’alba dell’Era dell’Acquario”, un’età basata sull’armonia, la comprensione e l’amore. In termini astrologici, l’Era dei Pesci è stata identificata col tempo in cui il cristianesimo avrebbe dominato, ma questa età, a quanto pare, dovrebbe finire presto per far posto all’Era dell’Acquario, quando il cristianesimo perderà la sua influenza per aprire la strada ad una religione universale più umana. Gran parte della morale tradizionale non avrebbe più posto nella nuova Era dell’Acquario. Il modo di pensare della gente verrebbe trasformato completamente e non ci sarebbero più le antiche divisioni tra maschi e femmine. Gli essere umani devono essere sistematicamente chiamati ad assumere una forma di vita androgina, nella quale entrambi gli emisferi del cervello vengono opportunamente usati in armonia e non “sconnessi” come avviene ora. Questo comporterebbe, oltre alla completa libertà sessuale, il superamento di tutte le differenze fra uomo e donna.
Quando vediamo e sentiamo l’espressione New Age, è importante ricordare che essa originariamente si riferiva alla Nuova Era dell’Acquario. Ma questa Era dell’Acquario non potrà mai offrire ciò che Cristo può offrire. L’incontro tra Gesù e la samaritana al pozzo di Sicàr, narrato nel Vangelo di Giovanni, è il testo chiave che ha guidato la riflessione della Chiesa a riguardo della New Age.
Il recente Documento della Santa Sede sulla New Age è una riflessione pastorale intesa ad aiutare quanti sono impegnati nei diversi programmi di formazione della Chiesa per individuare le origini della New Age, per vedere in che modo riesce ad influenzare la vita dei cristiani e per elaborare mezzi e metodi atti a rispondere alle numerose e varie sfide che la New Age lancia alla comunità cristiana in quelle parti del mondo dove è presente. Esso può essere anche una sfida per quei cristiani tentati da ciò che la New Age dice a proposito di Gesù Cristo, per riconoscere le tante differenze tra il Cristo cosmico e il Cristo storico. La Chiesa ha il dovere di rimanere fedele alla Buona Novella della vita, della morte e Risurrezione di Gesù, che offre davvero l’acqua della vita a tutti coloro che a Lui si avvicinano con mente e cuore aperti.
                                                                     
 Card. Paul Poupard


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-4
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