LA VOCAZIONE
AL MATRIMONIO CRISTIANO E ALLA FAMIGLIA

Il progetto di Dio su matrimonio e famiglia

Il matrimonio cristiano è la piena realizzazione del progetto di Dio creatore, che a compimento di tutta la sua opera ha voluto creare l’uomo “a sua immagine e somiglianza” (Genesi 1,26). Dice ancora il libro della Genesi, nel raccontare la creazione nel sesto giorno (1,27):

Dio creò l’uomo,
a sua immagine lo creò,
maschio e femmina li creò.

Dunque, la perfetta immagine e somiglianza di Dio non è l’uomo come singolo, ma la coppia: maschio e femmina, uomo e donna.
Possiamo dire di più: la perfetta immagine e somiglianza di Dio, il culmine della creazione, è Gesù Cristo: ma non semplicemente il Gesù di Nazaret, bensì il Cristo, Capo e Sposo della Chiesa. Ci riferiamo a san Paolo che – scrivendo ai cristiani di Efeso – così afferma:
Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata (Efesini 5,25-27).
Dunque, il vero, unico ed eterno matrimonio lo troviamo nelle nozze tra Cristo e la Chiesa. Tutti i matrimoni celebrati nella fede dai cristiani sono segno, cioè sacramento dell’unico, eterno e sommo matrimonio tra Cristo e la Chiesa, dove “i due – Cristo e la Chiesa – sono uno” (cfr Genesi 2,24)!

Vocazione al matrimonio, vocazione alla santità

Bisogna partire di qui per comprendere il significato e la portata della vocazione al matrimonio. Essa mira infinitamente al di sopra della unione materiale come c’è tra gli esseri inferiori, essa mira a raggiungere la stessa Unità di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo!
La santità e la castità coniugale vanno viste con uno sguardo molto positivo, con una vera contemplazione di amore. In un passato ancora un po’ presente, nel modo di catechizzare e di educare i giovani, i fidanzati e gli sposi, ci si è chiusi in una visione solo morale, spiegando solo i diritti e i doveri degli sposi, i diritti e i doveri dei fidanzati, le eventuali colpe possibili, eccetera.
Bisogna mirare alto, altissimo: alla Vita stessa di Dio, se è vero che maschio e femmina sono immagine e somiglianza di Dio! I giovani, quando sentono l’attrattiva a conoscersi e ad amarsi, non possono fermarsi agli sguardi, alle parole, ai sogni; a loro non vanno solo insegnati i doveri da compiere e i peccati da evitare!
Prima di tutto occorre aiutarli a contemplare “in Dio” il loro amore e la loro unione. È solo in Dio – Uno e Trino – che tutto si spiega e si trasfigura!
È vero che i primi sentimenti nascono dal cuore, dal guardarsi, dal parlarsi, dal prospettarsi un ideale di vita, fino a procreare e a educare la prole che nascerà dal loro amore. Ma se tutto viene visto e prospettato solo terra-terra, si perde di vista il progetto di Dio!
Ai giovani e ai fidanzati occorre prima di tutto parlare chiaro e aiutarli a individuare i motivi del loro cercarsi e del loro amarsi: senza trascurare i motivi dell’affetto, del desiderio, del sogno, del progetto terreno, bisogna aiutarli a cercare in Dio il vero scopo del loro cammino!
Per questo, è molto importante che i due possano condividere la stessa fede; non una fede ridotta a nozioni di catechismo, ma una fede fatta di amore, di ricerca di Dio e di Gesù, di preghiera fatta insieme... Parlo di preghiera al singolare (e non di preghiere, formule), cioè di ricerca e di colloquio con il Signore: con l’aiuto della parola di Dio, dei Vangeli, dei Salmi, con un dialogo schietto e sincero dove ci si accorge che – come diceva e scriveva il vescovo Fulton Sheen cinquant’anni fa – si è “in tre per sposarsi”: lui, lei e Gesù!

I rapporti prematrimoniali

Parliamo dei rapporti prematrimoniali. Più che una colpa (e lo sono! Ma molti giovani oggi non se ne rendono conto), sono una scempiaggine. Perché impediscono al vero amore di nascere, di crescere. Voler subito concretizzare con l’unione dei corpi quello sbocciare di un amore – che ritengono ed è vero e sincero, ma che deve ancora molto maturare – finisce fatalmente nell’uccidere proprio l’amore! Vuol dire lasciarlo al livello dell’istinto.
Questo spiega perché oggi molti matrimoni falliscono: non hanno mai avuto il tempo e la possibilità di maturare fino al livello di quella “immagine e somiglianza” dell’amore divino, che è il fine di tutta la creazione.
In pratica: i giovani fidanzati devono cominciare presto, subito, ad aprirsi spiritualmente, mettendo insieme i motivi del loro amore, le prospettive che vogliono aprirsi davanti, i progetti verso la famiglia, i figli, il lavoro, i parenti: dirsi tutto chiaro e dirselo davanti al Signore, favorendo e coltivando una preghiera-a-due che è immagine e somiglianza del dialogo tra le tre divine Persone!
Se vivono già come se fossero sposati impediscono all’amore vero di crescere e di motivarsi, e così rovinano tutto. Quando il cammino spirituale è maturato, in Dio e con Dio, allora è giunto il momento di celebrare le nozze ed è anche più che logico – e doveroso! – tradurre questo amore estendendolo ai loro corpi, e aprendosi sulla vita, generando a loro volta dei figli, “immagine e somiglianza” dei genitori!

La pastorale dei fidanzati e degli sposi

Oggi, la pastorale matrimoniale e prematrimoniale va riveduta alla luce di questo straordinario e stupendo progetto di Dio, non con preoccupazioni prevalentemente moralistiche, ma con il sommo desiderio di salire fino al progetto di Dio. Il Concilio – nella Costituzione Gaudium et spes – ha tracciato le prime linee di questa spiritualità. E diciamo pure: se ciò è avvenuto, è perché molti vescovi portavano nell’aula conciliare i primi notevoli risultati di quei movimenti di spiritualità coniugale che erano nati pochi anni prima: Équipes Nôtre-Dame, Centri di Preparazione al Matrimonio (CPM), ecc.
Ringraziamo il Signore per questa nuova ricchezza, tanto necessaria oggi, ma che è entrata ancora troppo poco nella mentalità, nella spiritualità e nella pastorale. Solo così si rinnoverà il mondo... e la Chiesa!

                                                                   
 Don Rodolfo Reviglio


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-4
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