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CENTRO SALESIANO DOCUMENTAZIONE MARIANA
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PEROSA ARGENTINA E
I SALESIANI
Il 16 marzo, a Perosa Argentina
(TO), ed il 30 marzo, a Pinerolo (TO), è stato presentato
al pubblico il recente libro del Prof. Renzo Furlan, ex allievo
salesiano, dal titolo: «Perosa e i Salesiani. 1881-1973
Storia di un istituto. Storia di un paese».
In uno stile fluido ed affascinante, il Prof. Renzo Furlan espone
il frutto di una appassionata ricerca, sulla traccia indicata
già nel titolo: la storia di un paese, Perosa Argentina,
nella quale si inserisce la vita dellIstituto salesiano,
a partire dai primi contatti epistolari con Don Bosco nel 1881
fino al settembre del 1973, anno triste della chiusura dellIstituto.
Periodo di intensa vitalità, di lotte e di traguardi raggiunti,
non facilmente dimenticabile sia per gli abitanti di Perosa sia
per i Salesiani.
Il Centro Salesiano di Documentazione Storica e Mariana è
orgoglioso di aver collaborato alla ricerca delle
notizie e dei documenti per la realizzazione di questopera.
Perosa a
fine 800
Verso la metà del 1800
nella Valle del Chisone inizia una vera trasformazione sociale.
La popolazione fino ad allora dedita alla vita agricola e pastorale,
con uneconomia povera, di pura sussistenza, muove i primi
passi verso unattività industriale con gli opifici
che sorgono per iniziativa lungimirante di abili imprenditori.
Cambia il genere di vita, sorgono nuovi problemi, nuove abitudini,
nuova mentalità: Perosa si trasforma!
In questa fase critica di cambiamento sociale si inserisce lopera
pastorale del giovane parroco, nativo del luogo, Don Giuseppe
Paolasso. Egli è giustamente preoccupato ed assillato
da alcuni problemi in particolare: la Chiesa insufficiente e
decadente, lassistenza sanitaria mancante, la gioventù
bisognosa di istruzione e di cure pastorali.
Con entusiasmo giovanile e
tenacia tipica di uomo pratico, inizia con lampliamento
della Chiesa parrocchiale, e sostiene con tutte le sue forze
la costruzione di un ospedale, che purtroppo non vedrà
la luce. Per i ragazzi ed i giovani, Don Paolasso si rivolge
a Don Bosco, siccome il Comune non riesce ad ottemperare allobbligo
di provvedere la prima istruzione elementare, ed inoltre è
necessaria una pastorale impegnativa. Il 23 settembre 1881 prende
carta e penna
e scrive: «Mi rivolgo a Lei, ed a suoi ottimi Salesiani...».
Don Bosco conosce bene la situazione
ed i problemi della zona di Perosa e della Val Chisone fin dal
1868, avendo avuto anche delle buone vocazioni da Fenestrelle
e dal Laux dUsseaux, tra le quali i tre fratelli Giovanni
Battista, Enrico ed Albino Ronchail. Purtroppo però, per
mancanza di personale, non può accogliere la richiesta.
Don Paolasso non si rassegna, va di persona a parlare con Don
Bosco e gli scrive una seconda lettera il
21 novembre del 1882, prendendo occasione dalla chiusura del
piccolo Seminario di Fenestrelle.
Posa della
prima pietra
Sarà Don Michele Rua,
successore di Don Bosco, ad accogliere la richiesta di Don Paolasso
e finalmente, con la generosa donazione dellimprenditore
Filippo Martinoia e dellavvocato Carlo Bertalotti, dopo
non poche difficoltà, il 12 aprile del 1897 si procede
alla solenne posa della prima pietra, ed il 27 novembre dellanno
successivo allinaugurazione dellIstituto Salesiano,
con la partecipazione di tre vescovi: Mons. Giovanni Battista
Rossi, di Pinerolo, Mons. Giovanni Cagliero, salesiano e Mons.
Giovanni Battista Ressia, di Mondovì. La popolazione di
Perosa che vi partecipa è tanta che il pavimento della
Cappella scricchiola e minaccia di cedere sotto il peso. Fortunatamente
Don Bosco dal Paradiso assiste, benedice e protegge!
Salesiani
a Perosa
Nellarco di 75 anni i
Salesiani si immergono nella vita di Perosa Argentina.
Una storia fatta di tanto lavoro, di non piccole difficoltà,
ma soprattutto di grande partecipazione. Le non poche crisi e
trasformazioni del mondo del lavoro, le difficoltà della
prima e della seconda guerra con il periodo della resistenza,
le lotte politiche e sindacali del dopoguerra trovano i Salesiani
in prima linea. Anche i soldati, in trasferimento al Forte di
Fenestrelle o ai campi di confine, trovano nella Casa Salesiana
accoglienza e punto di ristoro.
I giovani di Perosa e delle
Vallate in particolare hanno trovato nei Salesiani una guida
amica per la loro crescita sociale, culturale e religiosa. LOratorio
è sempre stato lanima giovanile della vita del paese
con le attività catechistiche, ricreative e culturali.
La Filodrammatica, la Banda strumentale, i Tornei sportivi hanno
completato lopera della Scuola, lasciando in tutti un ricordo
che è in benedizione. Meravigliosa la partecipazione alle
diverse iniziative. Molte realizzazioni, come i Campeggi ai Tredici
Laghi in Val Germanasca, o al Colle del Sestriere hanno visto
la collaborazione di giovani e di adulti, di papà e di
mamme, ore ed ore di lavoro faticoso e sacrificato.
Dobbiamo ringraziare di cuore
il Prof. Renzo Furlan per il grande dono che ha fatto ai Perosini
ed ai Salesiani, con il suo lavoro svolto con tanto impegno,
competenza e delicatezza nei punti scabrosi usando con saggezza
le tante fonti di archivio.
Grazie in particolare per la sua dedica finale: «il presente
lavoro vuol essere il doveroso tributo di riconoscenza di un
ex allievo ai salesiani che gli sono stati straordinari maestri
di vita».
Don Bosco certamente ha gradito e benedetto la fatica.
Don Mario Morra
IMMAGINI:
1-3 LIstituto di Perosa Argentina,
dove i figli di Don Bosco sono rimasti per ben 75 anni.
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2007
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