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 I PAPI CHE PORTANO IL NOME DI PAOLO

 Nella storia della Chiesa sono solamente sei i Papi che portano il nome di Paolo ed uno solo è stato proclamato santo, Paolo I.

San Paolo I (757-767)

Romano di nascita, succede al fratello Stefano II ed inizia il pontificato il 29 maggio 757, poco dopo l’alleanza stipulata con Pipino il Breve, re dei Franchi.

Grazie a questa alleanza il Papa riesce a tenere a freno le ambizioni di Desiderio, re dei Longobardi, che vuole riprendersi alcuni territori ceduti al Papato dal padre Liutprando, dopo la sconfitta di Pavia del 756.

In Oriente è sempre viva la lotta contro le Immagini, che va sotto il nome di iconoclastia. Nel Concilio di Costantinopoli del 754, l’Imperatore Costantino V riesce ad ottenere l’approvazione della condanna del culto delle Immagini, decisione duramente contrastata dai Patriarchi di Antiochia e di Gerusalemme.

Paolo I, con l’appoggio di Pipino il Breve riesce a risolvere il contrasto. Nel Sinodo di Gentilly del 767, i rappresentanti di Roma e di Costantinopoli si incontrano e risolvono pacificamente la questione.

Il Papa muore il 28 giugno 767 per febbre maligna, in San Paolo fuori le Mura e tre mesi dopo, le sue spoglie sono trasferite nella Basilica Vaticana.

Paolo II (1464-1471)

Alla morte del Papa Pio II, il grande umanista Enea Silvio Piccolomini, viene e­letto il Card. Pietro Barbo che prende il nome di Paolo II. Discendente da ricca famiglia di commercianti veneziani, è avviato alla carriera ecclesiastica dallo zio papa Eugenio IV, ed appena ventenne è iscritto tra i Cardinali.

Di temperamento piuttosto complesso, liberale e generoso da una parte, duro, deciso e severo dall’altra, da Papa prende decisioni autoritarie che gli creano numerosi nemici, specialmente nell’ambiente di curia.

Paolo II sente fortemente la causa della crociata, per la quale si sono battuti con tanto ardore i sui predecessori Niccolò V e Pio II.

Il pericolo dei Turchi è diventato gravissimo. Conquistata Costantinopoli nel 1453, anche Atene cade nelle mani del Sultano e Belgrado è salvata con un’eroica battaglia per merito di san Giovanni da Capestrano e dal valoroso condottiero ungherese Giovanni Hunyadi. Dai Balcani i Turchi avanzano rapidamente verso il nord e minacciano di conquistare l’Europa.

I sovrani europei cominciano a rendersi conto della gravità del pericolo, il Papa rinnova l’appello alla crociata. Ma i suoi sforzi per organizzarla non ottengono risultati; tutto va a monte a causa dei contrasti e dell’egoismo degli Stati italiani.

Quando nel 1470 l’ultimo baluardo di Venezia in Oriente crolla con la conquista di Negroponte in Eubea da parte di Maometto II, il Papa indice una nuova crociata e convoca un congresso a Roma, ma anche questa volta la crociata non riesce a decollare. Ormai l’ideale stesso della crociata si è estinto nella coscienza cristiana dell’Europa.

Uomo di cultura, ama le arti, incoraggia i dotti, fa restaurare i monumenti antichi, come gli archi di Tito e di Settimio Severo e la statua equestre di Marco Aurelio, ma allo stesso tempo comprende il pericolo nascosto nella visione eccessivamente naturalistica e paganeggiante dell’Umanesimo. Uomo di chiesa avveduto, comprende che è necessario opporre una diga a certe correnti del gran fiume del Rinascimento. Non gli mancano per questo nemici ed incomprensioni.

Paolo III (1534-1549)

Alla morte di Clemente VII viene eletto, dopo un Conclave breve di soli due giorni, il Card. Alessandro Farnese che prende il nome di Paolo III.
Preoccupato della potenza dei Turchi e dei progressi dell’eresia luterana in Germania, il Papa si adopera per rappacificare tra di loro l’Imperatore Carlo V ed il Re di Francia Francesco I, riuscendo a portarli alla firma della tregua di Nizza (1538) che durerà per dieci anni. La tregua permette all’Imperatore di intervenire nelle faccende interne della Germania in difesa della fede cattolica, e di sostenere la resistenza di Venezia contro la minaccia, sempre più incombente dei Turchi che, con Solimano il Magnifico, assediano gli ultimi possedimenti veneziani nell’Arcipelago Egeo e nel Peloponneso.

Obiettivo, che sta maggiormente a cuore al Papa, per la riforma della Chiesa e per la pacificazione religiosa della Germania, è la convocazione di un Concilio che finalmente, di comune accordo, può iniziare i lavori nel 1545.
Il nome di Paolo III rimane indissolubilmente legato alla convocazione ed alla realizzazione del Concilio di Trento, il più importante Concilio ecumenico dell’Occidente, grazie al quale viene finalmente avviata quella profonda riforma della Chiesa cattolica tanto necessaria e tanto auspicata dai Papi del passato.

Durante il pontificato di Paolo III, il Concilio di Trento celebra nove sessioni, trattando della Sacra Scrittura e della Tradizione, del Peccato originale e della Giustificazione. Viene pure promulgato il decreto che obbliga i Vescovi a risiedere nella propria diocesi. Contro la dottrina luterana della Giustificazione “per la sola fede”, si afferma che l’uomo non si salva per la sola fede, ma per la grazia santificante che gli viene dai Sacramenti e che lo rende capace di compiere opere buone e di collaborare alla propria salvezza.

Dopo due sessioni tenute a Bologna, durante le quali è trattata la dottrina dei Sacramenti dell’Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine e Matrimonio, i lavori del Concilio sono sospesi e ripresi due anni dopo la morte di Paolo III.

                                                                                  
Don Mario Morra sdb



IMMAGINI:

Paolo I consolidò la presenza del papato sul territorio italiano e appoggiò il culto delle immagini osteggiato da alcuni in Oriente.
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Paolo II sostenne la resistenza europea alle invasioni dei Turchi.
Paolo III ebbe a cuore la riforma della Chiesa e la pacificazione religiosa della Germania.

     RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008-9
     
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