UN LIBRO ANTICO DEL 1490
Il secolo XV passa alla storia come il secolo delle grandi invenzioni e scoperte. Giovanni Gutemberg intorno al 1450 inventa la stampa a caratteri mobili che permetterà la diffusione della cultura attraverso il libro lungo i secoli, fino a giungere alle attuali possibilità della comunicazione sociale del nostro tempo. Il 12 Ottobre del 1492 Cristoforo Colombo, sfidando l’oceano aperto, giunge alla scoperta dell’America ed apre orizzonti nuovi alla civiltà della vecchia Europa.
La Biblioteca del Centro Salesiano di Documentazione Storica e Popolare Mariana ha la fortuna di possedere un volume che si inserisce proprio in questo periodo di tempo. È il volume più antico, il decano possiamo dire della Biblioteca del Centro, e porta la data del 1490: “Summula Ioannis de Monte super Petrum Hispanum, Edizione Veneziana a cura di Peregrinus Bononiensis - Anno domini MCCCCXC die vero XX Julii”. È un commento di Giovanni da Monte, teologo della famosa scuola parigina, sulla logica di Pietro Hispano, (Pier Giuliani di Lisbona, poi Papa Giovanni XXI), secondo il pensiero del filosofo Giovanni Scoto. Il volume, anche se il suo contenuto molto specifico non è oggi di particolare interesse, è alquanto raro. Non risulta infatti quest’opera nel catalogo del British Museum – che ne cita altre dello stesso stampatore “Peregrinus de Pasqualibus bononiensis” – né nello Stillwell (incunaboli in USA). Il volume manca della prima pagina e necessita di restauro, pur essendo ancora in discrete condizioni. Si chiude con la dichiarazione dell’editore: “finem posuit Peregrinus de Pasqualibus bononiensis Venetiis Anno domini MCCCCXC die vero XX Julii”, cioè: lo ha concluso Peregrino di Pasquale bolognese, in Venezia l’anno del Signore 1490, il giorno 20 luglio.
Abbiamo scarse notizie dell’autore Giovanni da Monte, ma conosciamo la personalità di Pietro Hispano, Pier Giuliani di Lisbona, cultore di medicina, che ha lasciato vari libri sull’uso delle erbe medicinali, come il Thesaurus pauperum, nel quale dà consigli utili per curare malattie comuni. È però anche filosofo e teologo e lascia diverse Summulae logicales, trattati cioè di filosofia e di logica in particolare. Dante Alighieri nel canto XII del Paradiso (vv. 134-135) lo pone tra i grandi teologi. Dopo l’elogio che S. Tommaso, domenicano, fa di S. Francesco amante di Madonna Povertà, S. Bonaventura, francescano creato cardinale da Gregorio X, elogia S. Domenico ed i compagni suoi contemporanei che hanno dimostrato coraggio e profezia: “Ugo da Sanvittore è qui con elli – e Pietro Mangiadore, e Pietro Ispano, – lo qual giù luce in dodici libelli”. Ugo da Sanvittore, canonico regolare di S. Agostino, è un celebre teologo; Pietro Mangiadore, lombardo, è rinomato per i suoi studi storiografici; Pietro Ispano risplende illustre (luce) per i suoi dodici libri di logica.
Pietro Ispano, Vescovo di Braga, nel 1273 è creato cardinale dal Beato Gregorio X, e nel 1276 è eletto Papa in Viterbo, come successore di Adriano V Fieschi, Papa dall’11 luglio al 18 agosto, con il nome di Giovanni XXI
(o meglio XX tenuto conto dell’antipapa precedente). Egli ha in mente molti progetti da attuare e programma un lungo pontificato, ma il 20 maggio del 1277 rimane vittima del crollo di una stanza del palazzo papale di Viterbo.
                                                                         
 Don Mario Morra
IMMAGINE: Libro antico del 1490 - CSDM TORINO-VALDOCCO
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-9
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