LA MADONNA DI SUOR ISABELLA FMA
Suor Isabella Bestazzi, Figlia di Maria Ausiliatrice, è piena di vita ed animata da grande desiderio di bene per le giovani, sulla scia di Don Bosco e di Madre Mazzarello, quando il 25 settembre del 1910 a Chieri si consacra al Signore con la Professione religiosa. Ha conseguito il Diploma di Insegnante per la Scuola Elementare ed inizia con grande entusiasmo il suo apostolato educativo a Re in Val d’Ossola. Ben presto però un semplice raffreddore la blocca. Nello slancio giovanile non vi dà grande peso, forse lo trascura anche un po’, ma il raffreddore le lascia gravi conseguenze: entrambi i timpani rimangono lesi, ed Isabella rimane sorda, priva completamente dell’udito. Per questa totale sordità è costretta con sommo rincrescimento a lasciare l’insegnamento, ed impegnarsi in lavori di ordine amministrativo e di segretariato. A Torino, nell’Istituto di piazza Maria Ausiliatrice 27, le viene affidato anche il lavoro apostolico dell’“Opera del Sacro Cuore”. Ha il compito di animare nelle famiglie la devozione e la consacrazione al Cuore di Gesù.
Per provvedere alle piccole spese richieste dal buon funzionamento di questa opera, Suor Isabella organizza e prepara ogni anno un banco di beneficenza. Un anno, tra gli oggetti che le vengono donati, vi è pure una statuetta in gesso, alta 55 cm, di Nostra Signora di Luján, detta l’Immacolata dell’Argentina.
Ovunque in Argentina, nelle stazioni, nelle case, negli uffici pubblici si trova questa caratteristica immagine della Madonna, il cui imponente Santuario si trova a circa 60 km da Buenos Aires. Ed interessante è la storia di questa devozione tanto diffusa tra gli Argentini. Verso il 1630 giunge nel porto di Buenos Aires una caravella guidata da un marinaio che porta con sé dal Brasile due statuette di terracotta, una di N. Signora della Consolazione e una dell’Immacolata Concezione, destinate ad un portoghese abitante a Sumampa (oggi Santiago del Estero). Dopo tre giorni di viaggio, la carovana diretta verso il Tucumán giunge al rio Luján, dove pernotta. All’alba i carrettieri si dispongono a riprendere il cammino, ma i buoi, per quanti sforzi facciano, non riescono a smuovere i carri. Tirano giù le casse, ed i carri si muovono senza fatica. Ripetono più volte l’operazione e si accorgono che solo alla presenza di una cassa il carro non parte. Aprono la cassa ed appare la piccola statua di 58 cm dell’Immacolata Concezione, rivestita di una tunica rossa e di un manto azzurro seminato di stelle, le mani giunte dinanzi al petto e i piedi sopra delle nuvole, tra le quali spuntano la luna e quattro testoline di angeli. Il disegno di Dio è chiaro! La statua rimane in quel luogo dove viene costruito il primo Santuario, al quale accorrono i fedeli per venerare la Vergine di Luján.1
Suor Isabella espone, tra le tante cose, anche la bella statua della Madonna, che però non viene sorteggiata, e rimane sola a fare bella mostra di sé. Terminato il banco di beneficenza, si ripone in una cesta quanto è rimasto, in attesa di quello dell’anno seguente. La statua viene incartata con cura e riposta con le altre cose che finiscono nell’ufficio di Suor Isabella.
Dopo qualche tempo, ecco il fatto straordinario! Una sera, Suor Isabella mentre sta scrivendo, e tutto intorno è silenzio, sente distintamente, per tre volte: “Apri... Togli...!”. Profondamente sorpresa, data la sua totale sordità, guarda verso la porta se è entrato qualcuno, ma alla terza volta si sente spinta a guardare nella cesta delle cose del banco di beneficenza. L’apre, prende l’involucro della statua della Madonna, lo svolge ed esclama: “Ah! Sei tu, Mammina! Non ti piace stare chiusa così!...”. Da quel giorno la statua è collocata sul comò dell’ufficio, e le sono rivolte con fiducia tutte le richieste di grazie. “Tutte le grazie che chiedo alla Mammina, Ella me le concede” assicura Suor Isabella.
Dopo tanti anni, la statua di Nostra Signora di Luján è donata al Centro Salesiano di Documentazione Storica e Popolare Mariana perché venga conservata e tenuta in venerazione. Don Ceresa la colloca sull’altare della Cappella nella quale espone l’immagine della Madonna venerata ogni giorno nei diversi Santuari del mondo. E lì ancora oggi si trova ed è venerata (cfr foto).
                                                                    
 Don Mario Morra sdb
1 Benvenuto Giacon, La Madonna nell’America Latina, Padova, Edizioni Messaggero, 1959.
IMMAGINE: Statua raffigurante Nostra Signora di Lujan conservata nel CSDM
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-8
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