L’amore secondo gli under 8

Anche i bambini pensano. Lo sapevamo già ma non ci badavamo. Possono essere dei filosofi, e anche profondi. Guardiamo le definizioni di amore date da bambini sotto gli otto anni. Tutte belle e profonde; ciascuna va all’essenziale; ciascuna pone in risalto un aspetto diverso di questa realtà così importante e misteriosa come l’amore. Leggiamo e meditiamo.

“L’amore è la prima cosa che si sente,
prima che arrivi la cattiveria” (Carlo, 5 anni).

“Quando nonna aveva «l’artite» e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva «l’artite» pure lui. Questo è l’amore” (Rebecca, 8 anni).

“Quando qualcuno ci ama, il modo che ha di dire il nostro nome è diverso. Sappiamo che il nostro nome è al sicuro in quella bocca” (Luca, 4 anni).

“L’amore è quando esci a mangiare
e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te” (Gianluca, 6 anni).

“L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere” (Susanna, 5 anni).

“L’amore è quella cosa che ci fa sorridere anche quando siamo stanchi” (Tommaso, 4 anni).

“L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono” (Daniele, 7 anni).

“Se vuoi amare devi cominciare da un amico che detesti” (Michele, 6 anni).

“L’amore è quando una donna vecchia e un uomo vecchio sono ancora amici anche se si conoscono bene” (Tommaso, 6 anni).

“L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo” (Elena, 5 anni).

“L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata” (Anna, 4 anni).

“Non bisogna mai dire ti amo se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano” (Jessica, 8 anni).

                                                                Da Specchio, 2002



Una barzelletta “mariana” di Padre Pio

La raccontano come inventata da Padre Pio ; ma, di sicuro, è una barzelletta che solo un grande devoto della Vergine poteva inventare. Dunque, un giorno il Signore-Dio nota che in Paradiso si aggirano dei “brutti ceffi” e, stupito per questo fatto, convoca San Pietro chiedendogli: “Che sta succedendo? Sembra che il Carcere mandamentale di Sollicciano sia stato trasferito qui!”. San Pietro, piuttosto imbarazzato, cerca di giustificarsi: “Signore... entrano; ma io non so da che parte”.
Nonostante l’invito a stare più attento, la situazione non cambia. Allora il Signore-Dio riconvoca San Pietro e gli intima di restituirgli le chiavi che gli aveva affidato venti secoli fa, perché ora non lo considera più in grado di svolgere le sue mansioni... Questa volta, però, la reazione di Pietro è immediata e decisa: punto nell’orgoglio, sbotta: “Signore, dal momento che me lo chiedete, Ve lo dico con chiarezza: ecco, appena mi volto un momento, c’è Vostra Madre che prontamente apre la porta e fa entrare tutti quanti. Io non ne posso più! Che devo fare?”.
A questo punto il Signore-Dio si rasserena e, con un bonario sorriso ma con la decisione di chi ha il potere, dice a Pietro: “Se è così, va bene. Fai finta di non accorgertene!...”.
                                                                            Da Madre di Dio - n. 5, 2003


       A CURA DI MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-10
VISITA Nr.