Beato Giacomo Alberione:
alcuni pensieri
Non sarà lattività che salva il mondo,
ma la grazia; non saranno coloro che operano solo esteriormente,
ma i santi!.
Via sia la persuasione che in questi apostolati della stampa
si richiede maggior spirito di sacrificio e pietà più
profonda... Salvare, ma prima salvarci! Occorrono dei santi che
ci precedano in queste vie non ancora battute e in parte neppure
indicate. Non è affare da dilettanti, ma di veri apostoli.
Cercare perciò i lumi necessari presso il tabernacolo;
e le grazie di perseveranza per una universale mediazione di
Maria Assunta in cielo.
Per la fede vediamo in tutti gli uomini delle anime a cui
siamo debitori di verità, di edificazione, di preghiera.
Per la fede si vedono negli uomini dei compagni di viaggio verso
leternità e se ne deducono i doveri di mutuo aiuto.
Tutti dobbiamo sentire lumanità, la Chiesa
e lo spirito universale di San Paolo....
Portare al mondo Gesù, Via, Verità e Vita.
Non assorbire lo spirito del mondo, ma dare lo spirito di Gesù
Cristo.
Molte nazioni sono povere perché mancano di Gesù
Cristo. Nuove generazioni si affaccia-
no alla vita. Il mondo sarà sal-
vo solo se accoglierà Gesù così comè.
Tutto sta qui. Vivere Gesù Cristo, Via, Verità
e Vita, e fare la carità del Cristo a quelle popolazioni
che ne sono prive e affamate assieme, dando di fatto il Cristo
totale: Via, Verità e Vita. Così che i nostri possono
dire: «Non abbiamo né oro né argento»
(cfr At 3,6); vi diamo invece ciò che abbiamo: Gesù
Cristo, la sua dottrina, la sua morale, i mezzi di grazia e di
vita soprannaturale.
Carlo
Urbani: un eroe del nostro tempo
Il dottor Carlo Urbani è
morto il 29 marzo 2003 a Bang-kok colpito dal virus della SARS
(polmonite atipica) che lui stesso aveva scoperto.
Ha lasciato di sé un gran ricordo ed una testimonianza
umana e spirituale che è un esempio per tutti noi.
Durante il funerale la moglie Giovanna, accompagnata dai figli,
pronunciò una frase che il marito soleva ripetere a tutta
la famiglia: Non dobbiamo essere egoisti, dobbiamo pensare
agli altri.
In una sua lettera aveva riassunto la sua intensa vita: Sono
cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Ed ora
credo di esserci riuscito. Ho fatto dei miei sogni la mia vita
e il mio lavoro. Anni di sacrifici mi permettono oggi di vivere
vicino ai problemi, ai quei problemi che mi hanno sempre interessato
e turbato. Quei problemi oggi sono anche i miei, in quanto la
loro soluzione costituisce la sfida quotidiana che devo accettare.
Ma il sogno di distribuire accesso alla salute ai segmenti più
sfavoriti delle popolazioni è diventato oggi il mio lavoro.
In questi problemi crescerò i miei figli, sperando di
vederli consapevoli dei grandi orizzonti che li circondano, inseguendo
sogni apparentemente irraggiungibili, come ho fatto io.
MARIO
SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-8
VISITA Nr.