Anziché gridare di gioia, non fanno una piega
Un uomo, che si dichiarava non credente, confidava un giorno a un amico sacerdote: “Io non frequento la Chiesa. Ma mi capita a volte, in occasione della morte di qualche conoscente, di dover andare al cimitero. Là ascolto dei sacerdoti o dei pastori. Dicono: «Quest’uomo, questa donna risusciteranno!». Io guardo in giro la gente. Nessuno ha l’aria di trasalire. Non fanno una piega. Eppure so che sono dei credenti. Io che non credo a quella follia, mi dico allora che se ci credessi, avrei avuto uno shock terribile. Ma capite? Ci sarebbe di che mettersi a gridare, saltare, rompere con tutto ciò che si faceva prima. Se ci credessi griderei un Hurrà!, un Evviva! che si ripercuoterebbe fino ai confini della terra. E invece tutto questo non dice loro nulla e ognuno resta impassibile al suo posto”.
                                                                        
   R. Cantalamessa

Cristo ha fatto tutto questo per me

Un dialogo tra un uomo convertito di recente a Cristo e un amico non credente: – “Così ti sei convertito a Cristo?”; – “Sì”.
– “Allora devi sapere un sacco di cose su di lui. Dimmi, in che paese è nato?”; – “Non lo so”.
– “Quanti anni aveva quando è morto?”; – “Non lo so”.
– “Quanti sermoni ha pronunciato?”; – “Non lo so”.
– “Sai decisamente ben poco per essere un uomo che afferma di essersi convertito a Cristo!”.
– “Hai ragione. Mi vergogno di quanto poco so di lui. Ma quello che so è questo: tre anni fa ero un ubriacone. Ero pieno di debiti. La mia famiglia cadeva a pezzi. Mia moglie e i miei figli paventavano il mio ritorno a casa ogni sera. Ma ora ho smesso di bere; non abbiamo più debiti; la nostra è ora una casa felice; i miei figli attendono con ansia il mio ritorno a casa la sera. Tutto questo ha fatto Cristo per me. E questo è quello che so di Cristo!”.


Conoscersi è capirsi

Il maestro era un sostenitore tanto dell’apprendimento quanto della saggezza.
“L’apprendere”, rispose a chi glielo domandava, “si ottiene leggendo i libri o ascoltando conferenze”.
“E la saggezza?”.
“Leggendo il libro che sei tu”.
E aggiunse, come ripensandoci: “Un compito tutt’altro che facile, perché ogni minuto del giorno porta una nuova edizione del libro!”.

                                                                       
 A. De Mello


Pio XII linguista e purista

Papa Pacelli, era un minuzioso purista di lingua, specie italiana, tanto che nei primi anni ’50 fece stampare un libretto ad uso degli officiali della Segreteria di Stato in cui venivan banditi molti modi di dire non corretti, neologismi e forestierismi: un esempio per tutti: la frase, di sapore francese ed allora di moda nei discorsi pontifici in italiano: “È con grande gioia che...”, venne così “purificata”: “Con grande gioia...”. (Chi sa come avrebbe tuonato, se fosse vissuto in questi nostri giorni, riguardo a: valore autenticato, concretizzazione, desacralizzazione, ecclesialità, efficientistico, laicalizzare, ministerialità, motivazionale, papamobile, periferizzazione, progettualità, relazionare, sacramentalizzazione, augurio sostanziato di preghiera, esperienze similari, sussidiazione, terrestricità, urgenzare, verticistico, vissuto esistenziale, e via di questo passo?).
                                                                        
Da Anonimus


                                                        A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-5
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