PADRE PIO (SAN) : PROFETI E TESTIMONI
“Oggi il mondo ha bisogno più di testimoni che di profeti, – aveva detto Paolo VI – e se ha bisogno di profeti, esige che siano anche testimoni”.
I santi sono un dono prezioso che Dio fa all’umanità perché essi, veri profeti e testimoni, vivendo nell’intimità con Dio, lo rendono presente in questo povero mondo, tormentato e privo di speranza. È certo che il ventesimo secolo, pur così drammatico, ha offerto storie di santità eccezionali come Papa Giovanni, il Papa buono. Di lui abbiamo ancora presenti nel nostro cuore parole ed immagini della proclamazione della santificazione.
In prospettiva c’è anche la indimenticabile figura di Madre Teresa di Calcutta, della quale è ancora in corso il processo di canonizzazione.
Il popolo di Dio in questi tempi sta vivendo un vero giubileo di santità.
In questi mesi poi il mondo intero è stato attraversato da treni, pullman, automobili che hanno viaggiato al nord come al sud nel nome e nella santità di Padre Pio. Il suo volto era la carta di identità, il documento di viaggio di questo popolo cristiano in stato di pellegrinaggio.
“Perché a te?” è una domanda semplice e schietta che frate Masseo ha rivolto a S. Francesco nel racconto dei Fioretti, “Perché a te tutto il mondo viene dietro e ogni persona pare che desideri di vederti, di udirti e di obbedirti? Tu non, se’ bello uomo nel corpo, tu non sei di grande scienza, tu non se’ nobile. Onde dunque a te, che tutto il mondo venga dietro?”.
Osservando Piazza S. Pietro e via della Conciliazione gremite di persone provenienti da ogni parte del mondo attratte dalla figura del frate Cappuccino, viene naturale rivolgere a lui la domanda di frate Masseo. Perché questa eccezionale attenzione per un uomo curvo sui suoi anni, ammalato, povero. Cos’è che li attira così? È la presenza del Divino che Padre Pio ha saputo ricevere e comunicare a questo mondo, che ne sente fortemente il bisogno per non soffocare nel materialismo, che spegne ogni speranza e la profonda gioia di poter comunicare con Dio.
I mezzi di comunicazione hanno dato un forte rilievo allo scenario di Roma per la santificazione di Padre Pio. Però, se non si fa attenzione, la figura di Padre Pio viene completamente stravolta. Si ha infatti l’impressione che la preoccupazione sia rivolta più a stimare il numero di pellegrini che affollavano le via limitrofe al Vaticano, o ad elencare miracoli, voci di fatti meravigliosi, affermazioni sensazionali. Si corre così il rischio di identificare l’immagine di Padre Pio più con quella di un taumaturgo, che del mistico capace di riannodare, con la sua umile testimonianza, il filo del dialogo con Dio. Significherebbe ridurre il frate di Pietrelcina a un “santino” da tenere nel taschino o sul cruscotto della macchina come un amuleto.
Padre Pio è invece qualcosa di più di un’icona dello straordinario:
Questo santo Cappuccino, ci indica i mezzi sicuri per raggiungere la santità, che è il fine della nostra vita cristiana (Giovanni Paolo II).
A lui accorrevano persone da luoghi più diversi e con situazioni più difficili per interrogarlo. Egli trasmetteva a loro la Parola consolatrice e illuminante di Dio, consentendo a ciascuno di attingere alle fonti della grazia nel sacramento della Riconciliazione e alla ricchezza della fervorosa preghiera Eucaristica.
La Santa Messa era il cuore e la fonte di tutta la sua spiritualità. Per i sacerdoti era un eloquente richiamo alla bellezza della vocazione presbiterale e per i religiosi e laici, che accorrevano anche nelle prime ore mattutine, era una meravigliosa catechesi sull’importanza del Sacrificio eucaristico. “C’è nella Messa, tutto il Calvario”. I fedeli percepivano che Padre Pio partecipava in prima persona alle sofferenze del Redentore. Egli si presentava come testimone credibile di Cristo e del suo Vangelo.
Padre Pio è stato generoso dispensatore della misericordia divina, nell’amministrazione del sacramento della Penitenza. Il ministero del confessionale, che costituisce uno dei tratti distintivi del suo apostolato, attirava folle innumerevoli di fedeli al Convento di San Giovanni Rotondo. Anche quando quel singolare confessore trattava i pellegrini con apparente durezza, questi, presa coscienza del male e del peccato, sinceramente pentiti, potevano sperimentare la dolcezza della misericordia amorosa di Dio nell’abbraccio pacificante del perdono. Nel vanto della croce e della sofferenza è racchiusa la Santità di Padre Pio.
Quanto attuale è la spiritualità della Croce, vissuta dall’umile Cappuccino! Il nostro tempo ha bisogno di riscoprire il valore della sofferenza, che salva, per aprire il cuore alla speranza.
La vita e la missione di Padre Pio testimoniano che difficoltà e dolori, se accettati con amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre prospettive di un bene più grande noto solo al Signore. Senza questo costante riferimento alla Croce non si comprende la sua santità.
La ragione ultima e dell’efficacia apostolica di Padre Pio si trova in quella intima e costante unione con Dio di cui erano testimonianze le lunghe ore trascorse in preghiera.
“Sono un povero frate che prega, convinto che la preghiera è una chiave che apre il Cuore di Dio”. I Gruppi di preghiera offrono alla chiesa ed alla società un contributo formidabile di invocazione incessante e fiduciosa.
Alla preghiera Padre Pio univa anche una intensa attività caritativa. La Casa del sollievo è una meravigliosa sintesi tra preghiera e carità.
È Giovanni Paolo II, che da giovane sacerdote ha conosciuto il religioso a San Giovanni Rotondo ed ha attinto la ricchezza della grazia al suo instancabile ministero di confessore a rivolgere a San Pio da Pietrelcina la prima struggente supplica. Lo invoca come “umile e amato Padre Pio”. “Insegna anche a noi – dice con voce commossa al termine dell’omelia – l’umiltà del cuore...; Aiutaci a pregare senza mai stancarci...; Ottienici uno sguardo di fede capace di riconoscere nei poveri e nei sofferenti, il volto di Gesù...; Sostienici nell’ora del combattimento e della prova...; Fa’ che sperimentiamo la gioia del perdono...; trasmettici la tua tenera devozione verso Maria. Accompagnaci nel pellegrinaggio terreno verso la Patria beata...”.
Piazza San Pietro è come uno sconfinato tempio nel quale ogni anima risponde con un Amen convinto ed affettuoso confermato da un caloroso e infinito applauso.
Ci aiuti la vergine Maria che Padre Pio invocava con il bel titolo di “S. Maria delle Grazie” a seguire le orme di questo religioso così amato dalle gente.
“Quello che più mi colpisce di Padre Pio, dice una donna polacca, Wanda Poltawska di Cracovia, è la sua testimonianza di vita interiore, di vita unita a Dio; come ogni santo testimonia al mondo che la vita non finisce con la morte, ma in realtà dopo la morte inizia la vita più vera perché totalmente immersa in Dio. Il linguaggio di chi non crede in Dio, si ferma alla povere categorie umane e sociologiche; Padre Pio ci parla, invece, della vera dimensione della persona umana che si realizza in Dio”.
                                                                   
    Bruno Corrado SDB
L’autonomia

A un discepolo che pregava incessantemente il maestro disse: “Quando smetterai di appoggiarti a Dio e ti reggerai sulle tue gambe?”.
Il discepolo era sbalordito: “Ma proprio tu ci hai insegnato a guardare a Dio come padre!”.
“E quando imparerai che un padre non è qualcuno a cui appoggiarsi, ma qualcuno che ti libera dalla tendenza ad appoggiarti?”.
                                                                         
    A. De Mello

Tutti i peccati meno uno

Al benedettino Don Placido Riccardi si presentò un giorno un giovane a confessarsi. Gli si gettò disfatto ai piedi e gli disse: – Padre, ho commesso tutti i peccati che è possibile commettere.
– Tutti meno uno – gli rispose il Padre.
– No, le dico che li ho commessi tutti perché li ho fatti tutti, tutti.
– E io ti replico che ne manca uno.
– Quale?
– Quello di aver dubitato della misericordia divina, perché sei venuto a confessarti. Può darsi che tu abbia commesso ogni sorta di peccati ma, appunto perché non hai dubitato della divina bontà e misericordia, Dio te li perdona tutti.
***


La grandezza di un individuo è nel suo ideale.
                                                                           
Chesterton

Il fratello che disprezzò un povero

Essendo andato Francesco in un eremo presso Rocca di Brizio, allo scopo di predicare agli abitanti della zona, un giorno che doveva tenere il sermone, ecco venire a lui un poverello in cattiva salute. Al vederlo, indugiò nel considerare l’indigenza e l’infermità di lui e, mosso a compassione, prese a parlare accoratamente al suo compagno di quella nudità e malattia.
Gli rispose il compagno: “Fratello, è vero che costui è assai povero, ma in tutta la contrada non c’è forse un uomo più ricco di lui nel desiderio”.
Francesco lo rimproverò di aver parlato male, e il compagno confessò la sua colpa. E il Santo: “Vuoi fare la penitenza che ti dirò?”. Rispose: “Volentieri”. Disse Francesco: “Va’, spogliati della tonaca e presentati nudo dinanzi a quel mendico, gettati ai suoi piedi e digli che hai peccato contro di lui, disprezzandolo. Gli dirai che preghi per te affinché il Signore ti perdoni”.
Andò il compagno ed eseguì quanto gli era stato ordinato. Ciò fatto, si rimise la veste e tornò dal Santo. Gli disse Francesco: “Vuoi che ti dica come hai peccato contro di lui, o meglio contro Cristo? Ecco: quando vedi un povero, devi considerare colui in nome del quale viene, Cristo cioè, fattosi uomo per prendere la nostra povertà e infermità. Nella povertà e malattia di questo mendicante dobbiamo scorgere con amore la povertà e infermità del Signore nostro Gesù Cristo, le quali egli portò nel suo corpo per la salvezza del genere umano”.
                                                  
Dalle Fonti Francescane - 1645


  A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2002-9
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