Umiltà e santità
Un giorno il Papa mandò il cardinale Prospero Lambertini (che poi divenne Papa a sua volta) a fare visita in un convento di suore dove si era sparsa la voce che vi fosse una grande santa. Il cardinale si fece ricevere nel parlatorio del convento, fece radunare le buone suore e poi chiese:
«Dov’è la santa?».
Una vocina esile rispose: «Sono io, senza alcun merito».
Prospero Lambertini tornò dal Papa e riferì:
«Santità, niente santità».
                                                                            U. Poletti


La morte: chiave della mia felicità

Poiché la morte, a prenderla bene, è il vero scopo finale della nostra vita, da due anni mi sono talmente familiarizzato con questa vera amica dell’uomo che la sua immagine non solo ha perduto per me la sua capacità di spaventare, ma è divenuta la mia pacificatrice e consolatrice. Ringrazio Dio che mi ha concesso questa fortuna di scoprire in essa la chiave della nostra felicità.

Non vado mai a letto senza pensare che, per giovane che io sia, non vedrò forse il giorno dopo. E nessuno di coloro che mi conoscono scorgerà in questo un segno di tristezza o di ossessione.

Io ringrazio invece, il mio Creatore per tale felicità e la auguro a tutti quanti dal profondo del cuore.

                                                                                            Wolfgang Amadeus Mozart



         
Per l’Avvento 2005:

     Cristo non si stanca di venire...

Colui che viene e che merita la nostra adorazione, la nostra amicizia, la nostra fedeltà, sia perché noi abbiamo tanto più bisogno di fiducia in Dio, quando le ragioni umane della speranza sembrano venir meno, si affievoliscono. Per il cristiano vedere riemergere le ragioni sovrumane della speranza non è un’evasione, ma è un richiamo alla realtà dei valori che non sono condizionati dalla povertà e dalle pigrizie o dalle malizie umane. La luce della fede ci ricorda che siamo i destinatari dell’amore di Dio e Dio non ci abbandona mai.

Cristo viene, Cristo non si stanca di venire, ma a noi compete accoglierlo. Quando Cristo venne, nota il Vangelo, i suoi non l’accolsero e per lui non c’era posto nella città. Un dramma che non finisce mai, questo non accogliere Colui che viene, non fargli posto nella convivenza, quale che sia: la famiglia, la città, l’ambiente di lavoro.

Gli angeli oggi griderebbero: «Aprite le porte al Signore, fategli posto perché dove Lui giunge dilata ogni spazio, rinnova in dimensioni sempre più grandi le esperienze della libertà e dell’amore». Facciamogli posto. Ognuno di noi è un «sì» a Colui che viene. Ognuno lo accolga, lo ascolti, si confronti con lui: soprattutto creda che lui è il Salvatore.

                                                                                        Card. Anastasio Ballestrero


Pensieri sulla Morte

Esiste un ponte tra quelli scomparsi e quelli che restano: è la preghiera.
                                                       
Santo Curato d’Ars

Hai visto, in una sera triste d’autunno, cadere le foglie morte? Così cadono ogni giorno le anime nell’eternità; un giorno, la foglia caduta, sarai tu.
                                                                        
José Maria Escrivá de Balaguer

La morte chiude l’uscio dell’istante e spalanca la porta dell’Infinito.
                                                 
                      Giuseppe Pelizza

I morti non sono degli assenti ma degli angeli invisibili, che tengono i loro occhi pieni di luce. Nei nostri occhi pieni di lacrime.
                                                                       
 Sant’Agostino


RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2005-10
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