Il rabbino che si “arrese” a Cristo

Israel Zolli nacque a Brodj (Polonia), il 17 settembre 1881. Si laureò in filosofia e dimostrò interesse per la nascente disciplina della psicoanalisi.
Nel 1911 fu nominato vice rabbino a Trieste e successivamente rabbino capo.
All’attività rabbinica affiancò l’insegnamento universitario di Lingua e Letteratura Ebraica presso l’Università di Padova.
Nel 1939 fu nominato rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico a Roma. A liberazione avvenuta, nel febbraio del 1945, chiese il battesimo, scegliendo di prendere il nome di Eugenio. Morì a Roma il 2 marzo 1956.
Alcuni suoi pensieri: “Alle porte di Dio giunge chi è povero, bisognoso della gran luce di Dio. Alle porte di Dio il mendico di Dio si sofferma, bussando leggermente per ottenere il pane e l’acqua di Dio per la sua fame e la sua sete di Dio”.
“Chi cammina incontro a Dio cammina verso Iddio e sa che la fine di ogni tappa è l’inizio di una tappa che chiama un altro inizio. Ogni mattina Dio è nuovo, un Dio in cui l’uomo si rinnova all’infinito”.
“Qualsiasi evento apparentemente straordinario narrato in questo libro è di secondaria importanza nella storia della mia conversione. Questa conversione fu motivata dall’amore di Gesù Cristo, un amore che derivò dalle mie meditazioni sulle Scritture”.


Libertà e giustizia con la guerra?

O Chi pensa di difendere, con la guerra, la libertà, si troverà in un mondo senza nessuna libertà.
O Chi pensa di difendere, con la guerra, la giustizia, si troverà in un mondo che avrà perduto perfino l’idea e la passione della giustizia.
O Chi pretende di difendere, con la guerra, la cristianità, riporterà la Chiesa alle catacombe. La pace non sarà mai sicura e tranquilla fino a quando i poveri, per fare un passo avanti in difesa del loro pane e della loro dignità, saranno lasciati nella diabolica tentazione di dover rigare di sangue la loro strada.

                                                                          Don Primo Mazzolari



Il Crocifisso come garanzia

Una volta San Giovanni di  Dio si rivolse alla carità
 di un ricco mercante italiano, di nome signor Piola, per avere un prestito di trenta ducati. L’ospedale aveva estremo bisogno di fondi, ma il Piola rifiutò dicendo che lui non gli dava nessuna garanzia.
A quel punto Giovanni prese il Crocifisso glielo presentò dicendo: “Ecco la nostra garanzia”.
Dal Crocifisso emanarono dei raggi di luce talmente accecanti che l’italiano gli diede i soldi, e, dopo sei mesi, mortagli la moglie, legò la sua vita e tutte le sue fortune all’ospedale di San Giovanni di Dio.


 A cura di MARIO SCUDU
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2004-4
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