HOME PAGE - ITALIANO
/ FORMAZIONE CRISTIANA  / FORMAZIONE MARIANA / INFO VALDOCCO

PENSIERI

Odiarsi è più facile di quanto si creda. La grazia è dimenticarsi. Ma se ogni orgoglio fosse morto in noi, la grazia delle grazie sarebbe amare umilmente se stessi, come qualunque altro membro sofferente di Gesù Cristo.
                                                            
G. Bernanos, scrittore

Il minimo sguardo di Dio calmerebbe molto di più il vostro cuore turbato da questa preoccupazione di voi stessi. La sua presenza spinge sempre ad uscire da se stessi, ed è ciò che vi occorre. Uscite dunque da voi stessi e sarete in pace.
                                                            
F. Fénelon, predicatore

Ogni tramonto è un piccolo passo verso la morte.
                                                           
Susanna Tamaro

L’uomo è misura di tutte le cose.
                                             
Protagora, filosofo

Tutto è relativo, ecco il solo principio assoluto... Non vi è nulla di buono, non vi è nulla di cattivo assolutamente parlando. Tutto è relativo: ecco la sola cosa assoluta.
                                                    
 Auguste Comte, filosofo



Amare la propria fragilità

Proprio dopo essere stato a Nagasaki, mi trattenni all’università di Kyoto per una riunione di studenti e di professori, non cristiani o cristiani, cristiani di vecchia o di fresca data. Domandavo loro: «per quale ragione, voi giapponesi, siete divenuti cristiani? Voi avete tutto. Lo scintoismo per celebrare la nascita e le forze della vita; il buddismo per circondare la morte e celebrare l’aldilà, e, tra i due, avete il Giappone e il vostro affetto alla giapponesità. Avete battuto gli svizzeri con gli orologi migliori del mondo; avete battuto i tedeschi con l’ottica migliore del mondo; avete battuto gli americani con l’elettronica migliore del mondo... Allora perche avete bisogno di Cristo?».

Uno di loro, convertito da quattro anni, professore di storia dell’arte e specialista dell’estetica di Kant, che era appena entrato nell’Ordine dei domenicani, fratello Kamitsubo, rispose: «Fino a Hiroshima, fino alla bomba di Hiroshima, noi non eravamo mai stati vinti. Eravamo persuasi di essere i figli del sole. Nessuno ci poteva vincere. Ma dopo il disastro, ci fu solo il Cristo per farci amare la nostro fragilità».
Dopo la visita di Nagasaki e di Hiroshima, la porta di entrata del cristianesimo e di ogni “confessione” mi si era ridotta ad una sola frase: è impossibile, da soli, amare la propria fragilità. I poveri del Vangelo hanno trovato la risposta prima degli apostoli. I poveri di cuore conoscono la sola condizione. Gli apostoli hanno avuto bisogno di tempo. Se si preferisce restare soli, la domanda posta dalla nostra fragilità ci fa paura.
                                                                                              
Bernard Bro



Accoglimi tra le tue braccia

Sacro Cuore di Gesù, ti lodo e ti amo con tutto il cuore. Santissimo Sacramento, pane spirituale dell’anima mia, con amore sincero ti prego senza sosta.

Io amo solo te, sacratissimo Cuore di Gesù. Io amo solo te, santissimo Sacramento.

Sono povero e misero, ma quando possiedo il tuo santo e amabile Cuore, allora sono ricco. Sono malato, ma conosco la medicina miracolosa e ricerco il santissimo Sacramento.

Quando ingiustizia e pericolo mi assalgono, mi affido al sacratissimo Cuore di Gesù. Quando i nemici incalzano, essi non possono farmi del male. Subito mi rifugio in te, delizia dell’anima mia. Spesso sono stato confuso. Nelle mie necessità stammi accanto, sacro Cuore di Gesù.

Tu sei il maestro, io il discepolo. Fammi ascoltare con cuore sincero e aperto le tue parole. Desidero portare ogni fatica, ogni croce fino alla fine della mia vita per amor tuo, sacratissimo Cuore di Gesù. Quando, nell’ora della mia morte, il corpo e l’anima vengono meno, prendimi tu tra le tue braccia.

Nel giudizio sii misericordioso con me. Non mi respingere, sacratissimo Cuore di Gesù! Fammi essere tuo per l’eternità! Non chiedo nessun’altra felicità, o santissimo Sacramento.
                                                     
San Giuseppe Freinademetz, Missionario in Cina


Venti secoli e Gesù fa ancora notizia

I turisti son di casa a Roma ma quelli che in questa cauta primavera invadono piazze, strade, vicoli hanno una meta non segnata nella Guida: la tomba di Giovanni Paolo II. La Domenica delle Palme, nella serpentina di giovani accaldati in attesa dell’autobus per San Pietro, spiccava una t-shirt. Bianca, stilizzava il (muto) grido di Gesù sulla Croce: occhi e bocca demoliti dallo strazio. Sul retro della maglietta, una mano. Spalancata a subire un chiodo che faceva spicciare gran sangue. Sotto quella mano, una scritta: «His Pain -Your Gain», la sua pena è la tua salvezza. T-shirt così le vedemmo durante la Giornata mondiale della Gioventù. Ricordo che il collega Catucci del manifesto chiese a dieci giovani (americani) perché andassero a trovare il Papa con quella t-shirt certamente pulp. «Perché? Ma perché dice la verità: col suo dolore Gesù ci salva».

Allorché parlai di quella maglietta a Giovanni Paolo Il, dopo una breve pausa il Santo Padre disse che la testimonianza di fede è anch’essa un mistero. Come tale imprevedibile. Qualche volta il mistero sfiora il miracolo. Ma il miracolo non è soltanto la guarigione da un male che la scienza umana ha diagnosticato «inguaribile».

Esistono anche miracoli minori, che ci sfuggono. E qui, senza presunzione ma solo per «dovere di cronaca», il Vecchio Cronista vuol riferire ai suoi cari lettori quanto, nei giorni esaltanti del Giubileo, mi raccontò un giovine amico sacerdote. Al Circo Massimo avevano piantato numerosi gabbiotti - confessionali: don Matteo fu avvicinato da un ragazzo. Dopo averlo fissato a lungo, in silenzio, quel ragazzo sgarbatamente parlò: «Prete», disse, «io non mi sono mai confessato e non è detto che lo faccia adesso, stamani. Ignoro le preghiere comandate e come fare a dirti che ho picchiato la mia ragazza, oppure che mi sono ubriacato in gruppo e tutto il resto. Non me ne frega niente di confessare a te, un estraneo, i miei problemi ma potrei provarci, prete, se tu mi spiegassi come ci si confessa». «Ti sei già confessato, avvicinati che ti assolvo, su, muoviti, non avere paura come dice il Papa. Non avere paura», disse il prete e il ragazzo cadde in ginocchio (in altri tempi si sarebbe gridato al miracolo).

«Dio è il problema», diceva Prezzolini. E Gesù? Venti secoli dopo la sua morte e resurrezione, Gesù continua “a far notizia”. In verità, come rifletteva Papa Wojtyla, Cristo muore ogni giorno nel buio di noi: nella Mesopotamia chiamata Iraq, a Kabul, in Bosnia, a Mogadiscio, nella Palestina, nelle carceri, in autostrada. Ma ostinatamente risorge e «siede alla destra del Padre». Uno è il suo volto anche se Gesù muore e risorge in sembianze diverse: Salvo D’Acquisto, Padre Kolbe, don Pietro Pappalardo torturato a via Tasso e fucilato alle Ardeatine. Poteva salvarsi, don Pietro, ma rifiutò scegliendo di morire come gli altri. Anche Gesù poteva salvarsi e tuttavia rimase a Gerusalemme. Per morire crocefisso. Perché? «His Pain - Your Gain»: come ci dice la scritta pulp sulla t-shirt del pellegrino americano: la sua pena è la nostra salvezza.
Igor Man, da Specchio, 2007



I padri da multare e i bulli da sgonfiare

Non penso sia del tutto peregrina la proposta che ci arriva dalla Germania nella quale si invita a multare i genitori con figli che combinano pasticci a scuola. Se un minorenne marina le lezioni, se fa il prepotente, se rubacchia e distrugge, dovrebbe pagare, in tutti i sensi, la famiglia.
Sento già qualcuno bofonchiare mentre legge la notizia. Fate tutti i gestacci che volete, regalatemi titoli e insulti, ma ribadirò fino alla nausea che vanno snidati i genitori, soprattutto i padri, perché da decenni sono lontani da ogni impegno educativo all’interno del nucleo familiare. Non si possono lasciare solo e sempre alle mamme compiti nei quali anche i padri dovrebbero sentirsi seriamente coinvolti.
                                                                       
Don Antonio Mazzi



Il «buonismo cattolico» davanti all’integralismo del Corano

L’autore riconosce e ringrazia la direzione del settimanale diocesano di Aosta «Il Corriere della Valle d’Aosta» per avergli data la possibilità di collaborare con alcuni articoli. Non è però d’accordo riguardo la preferenza data a scritti inerenti altre confessioni religiose, soprattutto all’Islam.

Un giornale cattolico dovrebbe in primo luogo aiutare i lettori, spiegare qual è la realtà oggettiva di una religione diversa dalla nostra. Per affrontare le tematiche del Corano bisogna avere il coraggio di vederle con gli occhi di un islamico, non con quelli del buonista cristiano. Il Corano, come asserisce il profeta, non può essere interpretato con un cuore diverso da quello arabo. Il Corano è «integralista». L’uomo non può modificare le sue parole, i suoi significati. Ebbene, la mia constatazione riguardo al commento alle sure del settimanale diocesano, è che questo è sviluppato da una mente non islamica. Manca cioè il coraggio di dire il REALE per timore di OFFENDERE i musulmani. Questa debolezza è anche la maggiore accusa che ci viene fatta dai VERI islamici.

«Nei paesi dove l’islam è maggioritario sono vittime i credenti di altre religioni; in Arabia Saudita il culto cristiano è interdetto. Chi viene trovato con una Bibbia viene immediatamente incarcerato». Queste sono parole del Papa espresse l’11 gennaio 1999 al Corpo Diplomatico rappresentante 160 paesi riuniti in Vaticano. Il commento a questa affermazione è apparsa su «Civiltà Cattolica», il mensile edito dalla Compagnia di Gesù (numeri 3566, 3568 e 3570 del 1999).

I musulmani nel mondo sono in continua espansione, hanno superato come numero i cattolici: sono oltre un miliardo e 200 milioni. La fertilità delle donne arabe è di circa 6 figli ciascuna, contro quelle occidentali che sono invece orientate verso la crescita zero...

I musulmani NON rispettano i diritti di libertà di cambiare credo o religione. Per chi lascia la fede islamica è contemplata la pena di morte! Dove sta la reciprocità? Chi è veramente razzista?
In Piemonte e in Valle d’Aosta sono in aumento i matrimoni misti. Sono però sempre i cattolici ad abiurare la loro fede cristiana. Una parte di colpa ce l’hanno alcuni giornali cattolici che diffondono «la bellezza dell’Islam; l’ecumenismo cristiano deve accogliere questa religione; bisogna essere buoni».

                                                    Michel Barin C., da Missioni Consolata, 2006


    A cura di MARIO SCUDU


 IMMAGINI:
Sacro Cuore di Gesù, (G. Carnovali (1806-1873), attribuzione, Camaitino (Sotto il Monte - BG), Casa del beato Giovanni XXIII.
2 Giovanni Paolo II nella Piazza San Pietro, Roma

     RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2007 - 6
    HOME PAGE - ITALIANO / FORMAZIONE CRISTIANA  / FORMAZIONE MARIANA / INFO VALDOCCO
    VISITA Nr.