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PENSIERI

1 La conoscenza precede sempre l’amore della verità.
                                              
 San Gregorio Magno
2
Sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.
                                             
 San Gregorio Magno
3
Chi è colmo di gioia predica senza predicare.
                             
Beata Madre Teresa di Calcutta
4
Dio cerca la fede, non la morte. Ha sete della tua preghiera, non del tuo sangue.
                                              
San Pietro Crisologo
5
La rosa rossa appartiene alla bellezza di Dio.
                                               
Ruzbehan Bakli
6
Non abbiamo il diritto di consumare felicità senza produrne, proprio come non abbiamo il diritto di consumare ricchezza senza guadagnare.
                                                
G. B. Shaw
7
 Dio è un Tu assoluto, che non può mai divenire un lui.
                                                
Gabriel Marcel



Un piccolo consiglio

Intervista a Torsten Wiesel, neurologo e psichiatra, premio Nobel nel 1981 per la scienza.
Gli chiedono, alla fine del colloquio: «Potrebbe darci un piccolo consiglio di igiene mentale?». Risposta dello specialista, ebreo che si professa agnostico: «La differenza tra noi la fa il modo con cui trattiamo noi stessi. Credo che troppe volte siamo troppo severi nel giudicarci. Quando sbagli, ammettilo subito, però datti anche subito un’altra opportunità. Per questo, senza entrare nel giudizio sulla sua trascendenza spirituale, considero la confessione cattolica un’invenzione geniale. La giudico il migliore, il più efficace strumento di igiene mentale».
                                                                        Da
Il Timone, n. 59, 2007



Il totalitarismo più crudele e persecutorio

Per stare a un altro studioso francese, questa volta uno storico, il torrenziale (e a me caro) Pierre Chaunu, protestante di origini e di convinzioni e al contempo ammiratore – talvolta sino all’apologia, ma sempre fondata sui testi e sui fatti – del cattolicesimo. In Spagna, osserva Chaunu, ma in fondo ovunque altrove, la Chiesa è sempre stata più vigilante e ostile nei riguardi degli ebrei piuttosto che dei musulmani. E questo perché, dice Chaunu, «gli islamici se la prendono con i cristiani ma non con il Cristo, venerato in quanto necessario, almeno come Precursore, alla rivelazione consegnata da Dio a Muhammad. Gli israeliti se la prendono sia con i cristiani che con il Cristo, di cui fanno un impostore, un mago, un figlio di padre ignoto, un bestemmiatore».
Se poi, dal campo delle religioni, volessimo passare ai loro sostituti moderni, le ideologie politiche, perché, costretta tra due mali, la Chiesa s’è intesa meglio con i fascismi che con i comunismi? Perché i Fascismi (o, almeno, il loro prototipo, quello italiano e quel suo discendente diretto che è stato il franchismo spagnolo) conculcano la libertà politica ma rispettano le altre due libertà fondamentali: quella religiosa e quella economica.
Con il duce non si votava, ma si andava liberamente in chiesa e liberamente si gestivano i propri affari.
I comunismi, invece, reprimono tutte e tre le libertà: niente elezioni (se non farsesche e truccate) ma anche persecuzione dei credenti in Dio e abolizione del mercato.
Proprio per questo molti politologi affermano che il solo, vero totalitarismo moderno è stato il marx-leninismo. Gli altri non erano che schemi imperfetti, che lasciavano sussistere buona parte delle libertà tradizionali.
                                                                
Vittorio Messori, da Il Timone 2007


Cattolici, Protestanti... e la «caccia alle streghe»

A proposito di protestanti. Come ben sanno i lettori, non sono fautore di un ecumenismo dove i cattolici riconoscano solo le ragioni degli altri. Non esiste dialogo se non nella verità: e la verità è che nessuno è innocente davanti a Dio. Così, confrontiamoci pure sulla inquisizione spagnola o romana, riservandoci il diritto di fare altrettanto su quella calvinista, luterana, anglicana che non rifuggirono affatto dall’uso del patibolo per i dissidenti. Se si tira in ballo la faccenda dello schiavismo, sarà opportuno ricordare che – in Africa – la questione riguardò soprattutto le tribù indigene della costa, neri che con incursioni catturavano i neri dell’interno; interessò i «grossisti» arabi, musulmani, che cedevano il frutto delle razzie agli armatori calvinisti, inglesi e olandesi, che procedevano al trasporto in Nord America; qui, il business riguardava altri grossisti, poi venditori al minuto e infine, proprietari terrieri che mettevano i sopravvissuti al lavoro nelle loro proprietà. Tutti, pii membri di comunità riformate.
Cose che, da qualche parte, mi pare di avere già raccontato. Ciò che non avevo sinora segnalato era che non è opportuno tacere – e sempre e solo, s’intende, per amore di verità e di completezza dell’informazione – di fronte a un’altra accusa ricorrente, quella di avere
istituito, dopo il Concilio di Trento, un Index Librorum Prohibitorum. La conferma, insomma, dell’oscurantismo cattolico, e solo cattolico. Non si dimentichi allora che, già nei primi anni della Riforma, nel 1545, un erudito protestante di Zurigo, Konrad von Gesner, si incaricò di compilare la Bibliotheca Universalis con ben dodicimila titoli, ai quali se ne aggiunsero altri quindicimila nella successiva edizione del 1555. Tutti libri segnalati perché i pii lettori riformati se ne astenessero, considerando peccato anche solo il loro possesso. Insomma, siano più prudenti, certi predicatori: non c’è pulpito senza tarli e crepe.
Adesso, poi, c’è una novità importante che riguarda quella «caccia alle streghe» che fa parte anch’essa del consueto rosario di accuse al cristianesimo e, in particolare, al cattolicesimo. Si sa che, nel suo Codice da Vinci, Dan Brown ripete più volte, come una verità storicamente accertata, che la Chiesa è responsabile della morte sul rogo non di migliaia ma di molti milioni di donne. E invece ora, per la prima volta, sappiamo a quanto ammonta in realtà quella cifra: in 350 anni, le vittime furono circa trentamila. Numero terribile, s’intende, anche se inferiore di almeno cento volte alle fantasie non solo di un pataccaro come Brown ma anche di storici qualificati.

Chi ha fatto i conti, comunque, ha scoperto che tra il 1450 e il 1750 – inizio e termine della «caccia» – in Italia ed in Spagna le cosiddette «streghe» giustiziate furono soltanto 300, in Portogallo 10, in Irlanda 4, mentre in Francia registrò 600 casi. La grande massa (tra le 15 e le 25 mila vittime) è quella di cui è responsabile la Germania mentre la piccola Svizzera contribuì al tragico bilancio con 3.000, la Scandinavia con 2.000, la Scozia con 1.000. Si ha cioè conferma che la mattanza fu concentrata soprattutto o nei Paesi luterani, calvinisti, anglicani o in quei piccoli Stati tedeschi che non avevano l’Inquisizione cattolica. Fu infatti questa, con il suo rigore, con la sua applicazione di leggi severe ma precise, con il suo rifiuto della superstizione a frenare il popolo che voleva essere liberato dalla presenza demoniaca che era temuta nel fenomeno stregonesco.

Va inoltre sfatato un altro pregiudizio sul quale campano i Dan Brown e, con lui, le ideologie del femminismo: la «caccia» non era affatto rivolta contro il sesso femminile in quanto tale, l’esame dei processi mostra che accanto alle «streghe» furono assai numerosi gli «stregoni». Non si trattò dunque di una persecuzione delle donne ma di un’ossessione per il diabolico in quanto tale, personificato sia in femminile che in maschi.
Questi dati non sono che alcuni degli infiniti messi a disposizione dai quattro grossi volumi di una Enciclopedia della stregoneria nella Tradizione occidentale appena pubblicata, per ora solo in inglese, da un’equipe di insospettabili università americane.
                                                         
Vittorio Messori, da Il Timone, n. 63, 2007



La cifra

Il 46% dei ragazzi che frequentano le scuole italiane dalle elementari alle secondarie dichiara di subire prepotenze a scuola, è quanto emerso dal dossier curato dell’europarlamentare Roberta Angelilli. Il 35% ammette l’esistenza di atti
di prepotenza a scuola, il 20,2 si dice minacciato dai coetanei o dai più grandi, il 12,6 subisce furti di cose o cibo, il 12,1% dichiara di essere stato vittima di maltrattamenti. Solo il 27,5% dei ragazzi però chiede aiuto agli adulti e appena il 23,7% “osa” soccorrere le vittime.

                                                                 Da Famiglia Cristiana, 2007


Bambini e mass media

Un decalogo importante

1 Il televisore e il computer siano sistemati in uno spazio comune all’interno della casa, per scongiurarne un uso solitario.
2 Per evitare l’accessibilità facile e privata, senza discussione e senza mediazioni, in casa ci siano un solo televisore e un solo computer.
3 La discussione sull’uso di questi strumenti e sui loro contenuti va sollecitata, mai evitata come un fastidio.
4 Il tempo di utilizzo di questi strumenti va regolamentato in modo equilibrato.
5 I bambini non siano mai lasciati soli davanti alla Tv e al computer.
6 I programmi televisivi vanno “scelti” con cura dai genitori.
7 Bisogna sfatare la convinzione che il telefonino sia uno strumento per controllare a distanza il proprio figlio. Se usato così, il telefonino serve solo a deresponsabilizzare.
8 Il consumo della musica va controllato e discusso.
9 In famiglia facciamo entrare i libri. La lettura è un ottimo antidoto nei confronti dell’uso sregolato della Tv e del computer.
10 I bambini devono imparare fin da piccoli che la vita familiare non è fatta solo di diritti ma anche di doveri e quindi di regole. Proprio a partire dai mass media, bisogna spiegare che le regole familiari sono importanti perché permettono alla famiglia di vivere in modo ordinato e nel rispetto di tutti.

                                                         Da Pagine aperte, San Paolo, 2007


   A cura di MARIO SCUDU
 IMMAGINI:
Dal Bolletino Salesiano
2 9 novembre 1989: caduta del muro di Berlino e fine del Comunismo.
3  Lucas Cranach il vecchio, XVI sec., Museo Nazionale di Norimberga. / Una veduta di Eisleben e un ritratto di Martin Lutero.


           RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2007 - 7
        
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