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PENSIERI......

Come i fiori...

1 Le piante e i fiori crescono verso la luce e anche noi cresciamo verso la Luce, anche se spesso facciamo di tutto per ignorarlo.
                      Susanna Tamaro, scrittrice

2 L’uomo supera infinitamente l’uomo.
                                     Baisse Pascal, filosofo e matematico

3 La vita non è cento volte corta per annoiarsi?
                      Friedrich Nietzsche, filosofo

4 Pace e gioia in famiglia, chi la dà, la ripiglia.
                                    Proverbio italiano

5 Viso sorridente, incanta anche il serpente.
                                  Proverbio africano

6 Chi vuole essere capo, deve saper fare da ponte.
                                   Proverbio inglese

7 Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.
                                    Heinrich Heine

8 Vuoi far ridere Dio? Raccontagli i tuoi progetti.
                  Woody Allen, attore e regista

9 La velocità è come una droga. Ti sballa. Quando vado veloce provo una grande soddisfazione.
              Valentino Rossi, pilota di moto GP

10 Che cosa vogliono tutti gli uomini di potere? Maggior potere.
              Dal film The Matrix Reloaded (2003)

Ma dov’è il Buon Dio?

È molto eloquente, a questo proposito, la narrazione di uno scrittore ebreo contemporaneo il quale, raccontando la sua tragica esperienza nei lager nazisti della seconda guerra mondiale, ad un certo punto inserisce questo episodio, molto breve ma profondamente commovente.
«Un giorno la centrale elettrica di Buna saltò. Chiamata sul posto la Gestapo concluse trattarsi di sabotaggio. Si scoprì una traccia: portava al blocco dell’Oberkapo olandese [...]. Ma il suo piccolo pipel era rimasto nel campo, in prigione [...].

 

Allora le S.S. lo condannarono a morte, insieme a due detenuti presso i quali erano state scoperte altre armi.
Un giorno che tornavamo dal lavoro vedemmo tre forche drizzate sul piazzale dell’appello: tre corvi neri. Appello. Le S.S. intorno a noi con le mitragliatrici puntate: la tradizionale cerimonia. Tre condannati incatenati, e fra loro il piccolo pipel, l’angelo dagli occhi tristi [...].
I tre condannati salirono insieme sulle loro seggiole.
I tre colli vennero introdotti contemporaneamente nei nodi scorsoi.
Viva la libertà! – gridarono i due adulti.
Il piccolo, lui, taceva.
Dov’è il Buon Dio? Dov’è? – domandò qualcuno dietro di me.
A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte.
Silenzio assoluto. All’orizzonte il sole tramontava [...].
Poi cominciò la sfilata. I due adulti non vivevano più [...]. Ma la terza corda non era immobile: anche se lievemente il bambino viveva ancora...
Più di mezz’ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia [...].
Dietro di me udii il solito uomo domandare: – Dov’è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca...
Quella sera la zuppa aveva un sapore di cadavere».
                                                                 Da
La Notte di Elie Wiesel


                                                                                                                                                            A cura di MARIO SCUDU

 IMMAGINI:
Fiori, foto di BARBARINA SCUDU

          RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008 - 4
        
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