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L’adolescenza inquieta che si beve la vita

L’ultima indagine Istat purtroppo aggiorna e peggiora il fenomeno di consumo di alcolici tra adolescenti. Preciso meglio: nonostante il consumo di alcol in Italia risulti stabile negli ultimi dieci anni, preoccupa la crescita tra i ragazzi di 13/15 anni. Il 67% dichiara di bere dai due ai quattro drink in una serata. Secondo Emanuele Scafato dell’Istituto superiore della sanità, il 25% dei ragazzi e il 31% delle ragazze assumono più di due unità alcoliche a sera, soprattutto il sabato. Tutti conosciamo quanto il periodo dell’adolescenza sia delicato, con il fisico non ancora in grado di metabolizzare adeguatamente.

Non so se ridere o piangere a fronte di dichiarazioni che molti smetterebbero di bere ma solo se invitati ad un reality show in Tv, o in cambio di grossi premi pecuniari. Mi meraviglia apprendere che le donne laureate bevono di più di quelle con titoli inferiori. In Italia gli alcolisti sono circa un milione e mezzo e quasi tre milioni e mezzo le persone che alzano il gomito più volte in un mese. Torno alla fascia giovanile. Non credo sia sufficiente davanti all’esplosione di questo fenomeno aumentare la linea dura. Anche le campagne pubblicitarie servono poco.

L’alcol è entrato nella vita dei nostri ragazzi perché copre e riempie solitudini, disagi, paure. Che un sedicenne mi dica “bevo tanto, solo perché mi devo divertire” la reputo una frase così assurda da farmi inviperire contro quei genitori che a cena si bevono allegramente, con i bambini a tavola, una bottiglia di vino accompagnato dal digestivo. Se non partiamo da lì, tutte le nostre fatiche saranno inutili.
                                                    Don Antonio Mazzi, da Famiglia Cristiana, 2008


400º anniversario della Madonna di Bonaria

II santuario Nostra Signora di Bonaria si trova in cima al colle di Bonaria, a sud-est di Cagliari, con una grande spianata e una vista mozzafiato sul mare.
Il 25 marzo 1370, un veliero partito dalla Spagna venne sorpreso nel Golfo di Cagliari da una tempesta. Tutto il carico cadde in mare, tra cui una pesante cassa, ma appena quest’ultima toccò le acque tornò la bonaccia.

La cassa raggiunse il porto di Bonaria, dove fu aperta dai religiosi della Mercede (o Mercedari) che custodivano la chiesa, fatta costruire dal re Alfonso di Aragona che voleva conquistare la città. Essa conteneva una meravigliosa statua della Madonna che sorregge il Bambino Gesù nella mano sinistra e nella destra sostiene una candela accesa.

Da allora si diffuse un forte culto per la Madonna ritrovata e una devozione che trovò consenso e seguito non solo in Sardegna (è anche Patrona dei naviganti).
San Pio X il 13 settembre 1907, proclamò la Madonna di Bonaria patrona massima della Sardegna.
Al centro dell’abside del Santuario è collocato il trono della Madonna: la statua, in legno di carrubo, è stata lavorata tutta in un pezzo. È alta 1,56 metri.
Il santuario della Madonna di Bonaria è il più importante della Sardegna ed è meta di numerosi pellegrinaggi. Qui il 7 settembre 2008 è venuto anche il Papa Benedetto XVI per onorarla e celebrarla solennemente, nel 400º anno del suo arrivo in Sardegna.
                                                                                       Mario Scudu



La biobottiglia tutta italiana

La nuova “biobottiglia”, realizzata in una rivoluzionaria plastica naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante anziché dal petrolio, garantisce performance identiche a quelle del Pet.
Ogni anno grazie alla “biobottiglia” si potrà ottenere un risparmio di 13.600 barili di petrolio (che sarebbero serviti per produrre 50 milioni
di bottiglie di normale plastica) e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a quelle prodotte da 3.000 auto che percorrono in un anno circa 10.000 chilometri ciascuna. Protagonista di questo exploit ambientale è Alberto Bertone e la sua azienda Fonti di Vinadio, che imbottiglia l’Acqua Sant’Anna, unico marchio leader al 100% italiano nel settore delle acque minerali, dominato dalle grandi multinazionali.
                                                                                   Da Espansione, 2008


Come va il Paese?

Per la raccolta differenziata, l’Italia si attesta complessivamente intorno al 25 per cento, con forti differenze tra le varie regioni.
Dal gruppo di testa tra il 47 e il 37 per cento (Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte), al gruppo di mezzo, tra il 30 e il 20 per cento (Emilia Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Umbria); fino alle regioni tra il 15 e il 20 per cento (Liguria, Marche e Abruzzo).
Le altre si attestano a livelli molto più bassi né mostrano particolari segni di ripresa, eccezion fatta per la Sardegna che, con un più 4 per cento in questi anni è arrivata al 10 per cento.
Un risultato comunque lontano dagli obiettivi che già per il 2003 prevedevano una percentuale di raccolta differenziata del 35 per cento, un aumento fino al 50 per cento entro dicembre 2009 ed almeno il 60 per cento entro il 2011.
Tra le province si evidenzia Treviso quasi al 70 per cento, mentre circa 25 province tra nord e centro sono situate tra il 50 e il 25 per cento. Nel mezzogiorno si salvano Teramo (24,2 per cento), Oristano (20,7 per cento) e Salerno (19,7 per cento).
                                                                                 Da Città Nuova, 2008


                                                                                                                                                        A cura di MARIO SCUDU

A cura del Gruppo di Filatelia Religiosa
“Don Pietro Ceresa”



Attività e personaggi salesiani

Fin dal settembre 1883, il Vescovo di San Josè, Mons. Bernardo A. Thiel, aveva sollecitato Don Bosco per avere nella sua terra i Salesiani. Nel 1892 si era poi rivolto a Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, per aprire una grande scuola agricola, patrocinata dal Governo di Costa Rica, ma questa non ha avuto successo.
Dal Salvador giunse l’Ispettore, Don G. Misieri, che trovò la casa accogliente per i circa 300 ragazzi e distaccò un gruppo di Salesiani da El Salvador per aprire il 1º agosto 1907 la prima opera Salesiana in Costa Rica.
Le Poste del Costa Rica hanno ricordato il centenario con l’emissione di un francobollo con l’immagine di Don Bosco e sullo sfondo una classe della scuola professionale.
Il 1º agosto 1917 arrivano a San José le Figlie di Maria Ausiliatrice. A quattro giorni dall’arrivo, le Suore iniziano il catechismo nella Chiesa dedicata a San Francesco da Paola e, la domenica seguente, il primo Oratorio festivo.
Proprio a San Josè ha sede la Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che comprende tre Stati: Nicaragua, Costa Rica e Panama.
La Beata, Suor Maria Romero Meneses, Figlia di Maria Ausiliatrice, originaria del Nicaragua, ha prestato la sua grande attività a favore dei poveri in Costa Rica, fondando una grande opera come “Casa de la Virgen” e “Obra social”, dove riposa la sua salma. Nel 2002 era stata ricordata filatelicamente in occasione della beatificazione
(Franco Nani).

Mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, Salesiano

Timor Est è uno Stato del sud-est asiatico. La sua caratteristica è di essere a maggioranza cattolica in un’area prevalentemente musulmana. Timor è stato 450 anni sotto il dominio portoghese (fino al 1975). Dal 1975 al 1999 ha vissuto sotto gli indonesiani, oggi è indipendente.

Mons. Carlo Felipe Ximenes Belo è nato a Wailakama (Timor) il 3 febbraio 1948. A 13 anni entra nella Casa Salesiana di Ossu (Timor), fu ammesso al Noviziato di Manique (Portogallo), dove il 21 settembre 1973 emette la prima professione.

Dopo il tirocinio inizia gli studi teologici a Estoril, in Portogallo, li completa all’Università Salesiana di Roma e il 26 luglio 1980 viene ordinato Sacerdote a Lisbona.

Conseguita la laurea in Teologia, nel 1981 è chiamato a guidare i Novizi Salesiani nella Casa di Fatumaca (Timor), fino a quando nel 1983 la Sede Apostolica lo elegge Amministratore Apostolico a Dili (Timor), sostituendo l’attuale Vescovo, con uno in apparenza “tranquillo”. Viene ordinato Vescovo il 16 aprile 1988.

Le autorità politiche e militari non immaginavano che il Vescovo avesse una forte influenza sulla popolazione, tanto da meritare, 13 anni dopo, nel 1996 il Premio Nobel per la Pace con José Ramos Horta, giurista fondatore del movimento per l’indipendenza di Timor Est.

Le poste Portoghesi nel 1996 avevano emesso una busta e un intero postale per il conferimento ad entrambi del “Nobel da Paz, Timor 1996”.

Nel 2007, al termine del decennale di conferimento di tale premio, la Repubblica di Timor Est ha emesso due francobolli: uno da 25 centavos con il mezzobusto del Prof. Horta e uno da 50 centavos con il mezzobusto di Mons. Belo (Franco Nani).
                                                                                                      
Angelo Siro


 IMMAGINI:
1  © Il Giornale di San PatrignanoTanta birra. Ma anche smart-drinks, bevande dai nomi esotici e dagli effetti eccitanti.
Nostra Signora di Bonaria, patrona della Sardegna.
3  Montagan di rifiuti urbani
4-5  Francobolli celebrativi.....

        RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2008-8
        
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