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Cristianesimo e Islam

Quali sono le differenze fra Cristianesimo e Islam, se adorano ambedue lo stesso Dio?
Sono tantissime e non si possono esaurire in poche battute. Semplificando molto si può dire che, alla base di tutto, l’Islam manca della trinità e di Gesù Cristo: è rimasto all’Antico Testamento.
Cristo è venuto a rivelare che Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che esprimono l’essenza divina, che è amore e si fa uomo.
Per l’Islam invece, è la Legge del Sinai, il Dio assoluto e impenetrabile che giudica e punisce. La radice di tutte le abissali differenze fra Cristianesimo e Islam sta proprio in questo: all’Islam manca Cristo. Gesù è venuto a rivelare la dignità di ogni uomo, quindi i diritti dell’uomo, la libertà dell’uomo anche di fare il male, perché Dio non s’impone con la forza, ma chiede a sua volta amore e libera corrispondenza.
La Sharia (legge islamica) è fondata invece su una triplice disuguaglianza: tra musulmano e no, tra uomo e donna, tra libero e schiavo. Il cristianesimo ha abbattuto tutte le barriere del razzismo e del sessismo, come dice San Paolo: “Voi tutti siete figli di Dio per mezzo di Gesù Cristo (...). Non ha più alcuna importanza l’essere ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o donna, perché
uniti a Cristo siete diventati un sol uomo”
(Gal 3,26-28).
Diverso anche l’atteggiamento di fronte alla violenza: per il cristiano la vera fede non si impone con la spada. Nell’Islam fin dall’inizio la fede si diffonde anche con la conquista militare dei popoli, convertiti con la forza delle armi. È vero che pure nel Cristianesimo abbiamo non pochi esempi del genere, ma sempre contro il Vangelo, mentre la “violenza per Dio” è parola del Corano. Oggi i “riformisti” islamici tentano di interpretare diversamente la guerra santa, che per loro vorrebbe dire guerra contro le proprie passioni, mortificazione. Ma tutta la storia dell’Islam dimostra il contrario e la tradizione della “guerra santa per Dio” continua ancor oggi. Dove i musulmani sono maggioranza a volte impongono la fede islamica con violenza, come nel Sudan o nell’Afghanistan dei talebani, condannando a morte i musulmani che si convertono a un’altra religione, eccetera.
All’Islam manca la distinzione tra religione e politica, tra sacro e profano, fra comunità religiosa e comunità civile; quindi fra dittatura teocratica e democrazia, fra libertà e pensiero unico anche in campo religioso...
Da un’intervista a Padre Piero Gheddo, missionario del PIME e fondatore di “Asia News” e “Mondo e Missione”, apparsa in “Pagine Aperte”, 2009.

Dormite al volante?
Il sonno e la stanchezza sono uno dei nemici per chi guida. Si stima che tra il 15 e il 40% degli incidenti più gravi sia imputabile a sonno o stanchezza, il più delle volte associato ad altre concause: alcol, medicinali, pasto abbondante. Sono considerati fattori di rischio: l’età, l’eccesso di cibo o alcol, l’appartenenza ad alcune categorie professionali, i disturbi del sonno, ma anche il russare sonoramente e l’assunzione di farmaci. Sono invece considerate situazioni a rischio: il tempo eccessivo di guida, viaggiare da soli, guidare in ore notturne, stress e affaticamento, l’eccessiva regolarità del viaggio, la temperatura troppo alta nell’abitacolo, la guida sotto il sole o nella nebbia.
Come evitare il colpo di sonno? Prima di tutto iniziare il viaggio ben riposati; poi evitare di guidare in ore notturne, o con temperature interne troppo alte. Ed è inutile bere caffè, bagnarsi il viso con acqua fredda, alzare lo stereo e fumare.
Sul sito www.aci.it è possibile affettuare un test per capire che probabilità ci sono di assopirsi o addormentarsi alla guida.
Da ACI (Automobile Club d’Italia)

Pirati della strada 2008

Spesso il pirata agisce sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Per questo decide di sottrarsi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente anchi i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false.
323 episodi / 93 morti / 331 feriti.
Tra i morti o i feriti: 54 anziani / 41 bambini.
Smascherato il 77,1% degli autori.
Alcol e droga presenti nel 43,8% dei casi.
31,3% gli stranieri.
Il 53,6% degli atti di pirateria avviene di giorno.
Al primo posto la Campania, con 39 casi.
Età media dei pirati della strada: tra 18 e 44
anni.                                                       (Fonte Asaps)

Un decalogo della felicità

1 Accettarsi come siamo e con gioia.
2 Prestare attenzione più a quello che abbiamo ricevuto che a quanto ci manca.
3 Ringraziare Dio anziché lamentarci.
4 Dire sempre bene degli altri e dirlo ad alta voce.
5 Non paragonarci mai agli altri: il confronto porta all’orgoglio o alla disperazione, e non rende mai felici.
6 Vivere nella verità, senza temere di chiamare bene ciò che è bene e male ciò che è male.
7 Risolvere i contrasti col dialogo e non con la forza: mantenere il rancore vuol dire chiudersi nella tristezza.
8 Nel dialogare cominciare sempre da ciò che unisce, e solo dopo affrontare ciò che divide.
9 Fare il passo della riconciliazione prima di sera.
10 Credere sempre che perdonare è più importante che avere ragione.
                                                                                           Anonimo
         


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         RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 - 9
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