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Le dieci strade del Natale

Se sei triste, rallegra il tuo cuore: Natale è gioia.
Se hai dei nemici, riconciliati con loro: Natale è pace.
Se hai degli amici vai a trovarli: Natale è incontro.
Se vedi dei poveri attorno a te, aiutali: Natale è carità.
Se sei orgoglioso, umiliati: Natale è umiltà.
Se hai dei debiti, pagali: Natale è giustizia.
Se sei in peccato, convertiti: Natale è grazia.
Se hai dei dubbi, rafforza la tua fede: Natale è luce.
Se vivi nell’errore, correggiti: Natale è verità.
Se porti rancore o odio, perdona: Natale è amore.

Napoleone e il Vangelo

Sapete cosa scriveva Napoleone nelle sue “Memoires de St. Hèléne”? Leggiamo: “Il Vangelo non è un semplice libro, è una creatura vivente, dotata di un vigore e d’una potenza che conquistano tutto ciò che vi si oppone. Voi vedete su questo tavolo il libro dei libri: io non mi stanco di leggerlo e ogni giorno lo rileggo con nuovo piacere”.

Natale in prigione

Guardando da un punto di vista cristiano, non può essere un problema particolare trascorrere un Natale nella cella di una prigione. È probabile che molti qui celebreranno un Natale più ricco di significato e più autentico di quanto non avvenga dove di questa festa non si conserva che il nome, al massimo.
Un prigioniero capisce meglio di ogni altro che miseria, sofferenza, povertà, solitudine, carenza d’aiuto e colpa, hanno agli occhi di Dio un significato diverso dal giudizio degli uomini; che Dio si volge proprio verso coloro da cui gli uomini sono soliti distogliersi; che Cristo nacque in una stalla perché non aveva trovato posto nell’albergo; tutto questo per un prigioniero è davvero un lieto annuncio.
Credendo questo sa di essere inserito nella comunità dei cristiani che supera qualsiasi limite spaziale e temporale e allora anche le mura della prigione possono perdere la loro importanza.
                                                                                         Dietrich Bonhoeffer

Il piccolo Luigi Orione

Dovendo aiutare la famiglia poverissima, a dieci anni Luigi Orione aveva lasciato la scuola per lavorare con il papà che quotidianamente, inginocchiato nella sabbia umida, posava pietre per lastricare strade.
Bisognava ordinarle e spingerle nel terreno con piccoli colpi di un martello di legno. Un giorno che pioveva, un mendicante affamato si avvicinò al piccolo Luigi che lavorava rannicchiato sotto un ombrello. Il piccolo andò a prendere il panino che aveva ravvolto nella giacca perché non si bagnasse e glielo diede. Il poveretto riprese la sua strada e Luigi lo seguì con l’ombrello aperto per ripararlo dalla pioggia.
Dopo duecento metri il padre lo chiamò ad alta voce. Ridestato da quel richiamo, e chiesto scusa al mendicante, il bambino tornò indietro. Non seppe rispondere al padre che gli chiedeva dove stesse andando. Non sapeva, allora, che dietro ai poveri sarebbe andato tutta la vita. Più tardi, Luigi conobbe Don Bosco.
                                                                                              Teresio Bosco

Margherita e l’ateismo

L’astronoma Margherita Hack da tempo immemorabile dichiara il suo ateismo. Lo scrive e lo dice apertamente alla radio e alla televisione. Io mi dichiaro da sempre sorpreso dalle sue dichiarazioni così nette. Una persona come lei, che scruta l’universo, non può non riconoscerne la grandezza e la meraviglia. A partire proprio dalla grandezza infinita del cielo. Come può dichiararsi atea? Mi parrebbe un atteggiamento più coerente affermare la propria piccolezza di fronte a qualcosa di immensamente sorprendente. Io penso che tutto ciò che esiste non si spiega da solo: qualcuno ha programmato il computer del mondo e della nostra vita. Deve esistere “qualcosa”, “Qualcuno”, che sostiene ogni cosa. Se c’è un giardino pieno di bei fiori, c’è sicuramente un giardiniere che lo cura. “È logico servirsi di un orologio, negando nello stesso tempo l’esistenza dell’orologiaio?”, diceva l’anticlericale Voltaire, che, però, se la prendeva con gli atei e indicava loro il cielo pieno di stelle. “Questo meraviglioso ordine che scorgiamo nel cielo”, sosteneva anche Newton, “non può che essere opera di un Essere onnipotente e onniscente”. È piuttosto l’ateo a credere in molte cose inspiegabili: crede nella casa, ma non nell’architetto; crede nel quadro, ma non nel pittore; crede nel figlio, ma non nel padre che lo ha messo al mondo.
Se consideriamo la natura nel suo insieme e le leggi che la regolano, diventa inspiegabile questo comportamento “intelligente” da parte di corpi tutto sommato “bruti” e ”senza cervello”. È come se un uomo gettasse una dozzina di dadi e tutti insieme si voltassero sul sei per un miliardo di volte: non sarebbe spiegabile, senza una mente che programmi il trucco. Mi piacerebbe molto che la Hack leggesse queste mie parole.
                                                                             Luca Sorrentino
                                                                         Da Jesus, n. 9, 2009
Così Damasco fa insegnare la lingua di Gesù

A parlare l’aramaico, la lingua di Gesù, un tempo diffuso fra le popolazioni dell’area che va dalla Siria a Israele, sono rimasti in pochissimi, così in un villaggio siriano-cristiano è stata istituita un’accademia di aramaico, aperta a tutti.
La lingua più antica del mondo, infatti, resiste in Siria solo fra i settemila abitanti del villaggio siriano-cristiano di Maaloula, a 50 chilometri da Damasco. Ma anche qui, internet e televisione stanno cancellando l’antico idioma dal vocabolario dei giovani.
Così il governo siriano ha deciso di istituire un’accademia che insegni ai ragazzi del villaggio, e a chiunque voglia andare a studiarvi, l’antica lingua che Mel Gibson rispolverò nella sua Passione di Cristo.
Il gesto, secondo molti, ha anche una valenza politica: l’emarginazione dell’antica lingua, infatti, sarebbe stata legata alla somiglianza con l’ebraico. E il suo recupero indicherebbe una maggiore tolleranza del regime verso Israele.
an.lo
                                                                              Da Venerdì di Repubblica, 2000
Cristiani “eredi” di Tienanmen

È esplicito il bilancio che il cardinale Joseph
Zen, vescovo emerito di Hong Kong, traccia nell’editoriale della rivista Mondo e Missione a vent’anni dalla protesta studentesca del 1989 a Pechino: “Oggi, dopo vent’anni da Piazza Tienanmen, in Cina ci troviamo con lo stesso regime oppressivo. La corruzione è dilagante. C’è più ricchezza, ma solo per pochi. L’informazione è censurata. Le nuove generazioni non conoscono i valori e il senso della vita. La prospettiva democratica si allontana sempre più”.
“Quel massacro non ha portato nulla di buono – accusa Zen –. Se le pacifiche richieste degli studenti e dei lavoratori fossero state ascoltate, se avesse prevalso la linea del dialogo, la storia di questi ultimi vent’anni sarebbe stata assai migliore per il nostro popolo. Noi cristiani abbiamo un obbligo morale e civile di portare a compimento la missione dei martiri”.
                                                                                   Card. Joseph Zen
                                                                                Da Avvenire, 19-9-2009
La famiglia? Una Spa violenta

Tre donne in una sola giornata sono state uccise da quegli uomini che chiamavano mariti. E i numeri di cui noi disponiamo confermano che la famiglia fa più vittime della stessa criminalità organizzata.
Non c’è affatto da stupirsi. Perché la famiglia non è un luogo d’amore. È una Spa in cui gli azionisti sono il marito, la moglie e i figli. Da secoli è luogo senza amore. Secondo me è sempre stato così; e anche oggi continuano ad esserci tante famiglie in questa condizione. Infatti ancor più oggi, che abbiamo la libertà, ci vogliamo liberare dai legami; tuttavia questa scelta costa molto in termini di rancore. Però il rancore può sfociare in violenza.
                                                                                         A cura di City
La religione torna sui banchi di scuola

In Russia torna la religione a scuola. Dopo un dibattito decennale, il Paese, ha deciso di introdurre l’ora dedicata all’insegnamento delle religioni.
Oltre il 70% dei russi si riconosce nella fede ortodossa, ma gli studenti – per rispettare il multiculturalismo di un Paese crogiuolo di etnie, lingue e culture – potranno scegliere fra diversi insegnamenti: quello di religione cristiana, islamica, ebraica, buddhista, o eventualmente la storia comparata delle religioni. Per atei o agnostici, è prevista una lezione di educazione civica.
La religione torna anche nell’esercito con l’introduzione del cappellano militare: per averlo basterà una soglia del 10% di fedeli di una certa confessione (anche se la maggior parte dei militari si dichiara ortodosso).
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, la Russia – per lungo tempo atea – ha conosciuto una rinascita della spiritualità e del sentimento religioso. La stessa moglie del presidente Medvedev, Svetlana, molto credente e devota, è impegnata in opere di beneficenza e, come first lady, ha sempre preferito mantenere un profilo discreto.
                                                                         G. Cer., da Famiglia Cristiana, 2009--
La questione dei chili di troppo

Oltre un milione di bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso. In pratica, uno su 3. Analizzando, poi, i dati regione per regione si scopre che esiste una sorta di “questione meridionale” in materia di obesità infantile: è, infatti, la Campania a detenere il primato nazionale con il 49% di bimbi obesi o in sovrappeso, seguita da Molise, Calabria e Sicilia col 42%, mentre sono al Nord le regioni che fanno registrare le percentuali più basse: Friuli Venezia Giulia (25%) e Valle d’Aosta (23%). se si considera che la media europea di adolescenti sovrappeso è del 30%, i bambini campani sono, dunque i più grassi d’Europa. Uno su due. E di questi ben il 21% è obeso.
I motivi sono noti: dieta ipercalorica e, soprattutto, poca attività fisica.?A questo va aggiunto anche un dato culturale: troppe volte, specie al Sud, si considera “segno di salute” un bimbo paffuto. Al contrario l’obesità è da considerarsi una vera malattia, tanto più che i chili di troppo accumulati durante l’adolescenza difficilmente si riusciranno a smaltire con il passare degli anni: nel 75% dei casi – dicono le statistiche – chi è obeso a 12 anni lo sarà per tutta la vita.
                                                                          Giovanni Nicois
                                                                      Da Famiglia Cristiana, 2009

         RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2009 - 10
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