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SANTO, SANTO CHE SOFFRI

Santo, Santo che soffri
Fa piaga nel Tuo cuore
la somma del dolore
che va spargendo sulla terra l’uomo;
il Tuo cuore è la sede appassionata
dell’amore non vano.
Cristo, pensoso palpito,
astro incarnato nell’umane tenebre,
fratello che t’immoli
perennemente per riedificare
umanamente l’uomo,
Santo, Santo che soffri,
maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
per liberare dalla morte i morti
e sorreggere noi infelici vivi,
d’un pianto solo mio non piango più,
ecco, Ti chiamo, Santo,
Santo, Santo che soffri.

               Giuseppe Ungaretti


Un’antica preghiera

Gesù Crocifisso!
Sempre Ti porto con me,
a tutto Ti preferisco.
Quando cado, Tu mi risollevi.
Quando piango, Tu mi consoli.
Quando soffro, Tu mi guarisci.
Quando Ti chiamo, Tu mi rispondi.
Tu sei la luce che mi illumina,
il sole che mi scalda.


L'IMMACOLATA E LE MELE VERDI

“Signore, perché hai fatto cose così difficili da spiegare ai bambini del XXI secolo?”. È la domanda che a me e a molte catechiste càpita talvolta di rivolgere mentalmente, quando cerchiamo di comunicare il senso del mistero alle giovani generazioni tecnologiche. Per noi che abbiamo frequentato gli incontri di Catechismo mezzo secolo fa o giù di lì, tutto era semplice. Il parroco ci sistemava nei primi banchi della chiesa, ci faceva imparare a memoria il Catechismo di Pio X e regalava un’immaginetta a chi ripeteva le risposte esatte.

Nessuno di noi si sarebbe sognato di chiedere spiegazioni o di metterne in dubbio la veridicità. I bambini di oggi, invece, discutono sul contenuto della Sacra Scrittura, vorrebbero una storia “diversa”, con particolari anche di loro invenzione.

Il racconto dell’Ascensione, ad esempio, così come si legge negli Atti degli Apostoli, non li soddisfa: “Ma come ha fatto Gesù a staccarsi dalla Terra e a salire in Cielo? Gli sono spuntate le ali?”, “Ha preso l’ascensore?”, “È stato sparato in aria da un razzo?”.

Più difficile, a volte, far accettare alcuni dogmi, come quello dell’Immacolata Concezione. Oggi, anche se si accetta che la Madre di Dio sia stata concepita senza peccato, risulta inammissibile che durante la vita terrena lei non abbia mai ceduto a tentazioni di alcun genere. Come è possibile che non abbia mai commesso un peccato, neanche uno piccolo piccolo, senza importanza? “Io non ci credo! Non è umano!” sentenzia Stefano.

Le domande e le contestazioni si susseguono implacabili, sino a quando interviene Monica. “Io ho capito! Per la Madonna il peccato era come per me le mele verdi!”. Risata generale. “Beh, io odio le mele verdi: hanno un sapore aspro che fa venire la pelle d’oca. Anche se stessi morendo di fame, non mi verrebbe mai voglia di mangiarne una!”. “E questo che c’entra con il peccato”?, è la domanda quasi generale.

Monica ricomincia: “C’è qualche cibo che le vostre mamme cucinano e che a voi proprio non piace?”. Smorfie di disgusto. “Bene, se aveste la casa piena di passati di verdura e pastine in brodo, avreste la tentazione di mangiare queste cose, e magari rubarle di nascosto?”. “Che schifo!”, è la risposta unanime. “Ecco – conclude la ragazzina – alla Madonna il peccato faceva lo stesso effetto che a voi le minestre delle vostre mamme e a me le mele verdi.

Il peccato le faceva girare la faccia dall’altra parte”. Sì, adesso hanno capito. Certo, ci sarebbero da dire che oltre al disgusto per il peccato, l’eccezionale virtù di Maria ha contribuito a preservarla da ogni macchia. Ma questo è un altro discorso. Per ora, grazie, Monica, per le tue mele verdi!

                                                                                           Anna Maria Musso Freni


Orissa, bomba sui cristiani

Ci sarebbero alcuni estremisti indù dietro l’attentato che ha causato una vittima e quattro feriti nel campo di profughi cristiani di Nandamaha, nel distretto di Kandhamal, la zona più colpita dalle violenze anticristiane nello stato indiano dell’Orissa. Una bomba è esplosa vicino alle case che ospitano un centinaio di cristiani appartenenti a 11 famiglie ancora sfollate dalle proprie abitazioni a causa dei pogrom anti-cristiani dell’agosto 2008, eventi che causarono 90 vittime e 50 mila sfollati. L’agenzia “Ucanews” riferisce che i quattro feriti sono cristiani, mentre non è ancora nota l’identità della persona rimasta vittima dell’esplosione.
I cristiani locali non hanno dubbi: tale attentato avrebbe lo scopo di “destabilizzare” i cristiani residenti nel campo profughi, provenienti per lo più dalla parrocchia di Betticola, una delle più segnate dall’ondata di attacchi dello scorso anno. Secondo quanto si è appreso, la polizia locale ha scoperto alcune armi nascoste vicino al campo profughi. Alcune fonti della locale diocesi di Cuttack-Bhubaneswar raccontano che i sospetti si concentrarono su gruppi di fondamentalisti indù che ancora oggi minacciano i cristiani di Kandhamal, invitandoli a diventare indù per sfuggire alle violenze. E dietro a questa nuova fiammata di violenza ci sarebbe il tentativo delle famiglie cristiane di riprendere una vita normale, ricostruendo le proprie case su terreni concessi dall’amministrazione statale dell’Orissa.
                                                          L. Faz. Da Avvenire, 30 settembre 2009



Pace

Una giornata sul creato. “Se vuoi
coltivare la pace, custodisci il creato”: è questo il tema del messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2010. Con la scelta della questione ambientale c’è la volontà di “sollecitare una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace”. Tale “stretto e intimo legame” è messo sempre più in discussione dai cambiamenti climatici e se l’uomo “non saprà far fronte a queste nuove sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali si corre il rischio di seminare violenza tra i popoli”.
Da Jesus, 2004


IMMAGINE:

L’autore del quadro raffigurato è Rogier van der Weyden (Tournai 1399 - Bruxelles 1464) è
un pittore fiammingo, allievo di Robert Campin. Fu pittore ufficiale della città di Bruxelles e della Casa d’Este. Rogier fu uno dei primi pittori che usarono il supporto della tela a nord delle Alpi. Ebbe una grande influenza sui pittori del suo tempo.
              

         RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 3
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